E’ bello accorgersi di volere bene, nel senso proprio di desiderare il bene di qualcuno, in modo continuo, come un flusso che scorre. E trarre gioia dalla sua gioia e sentire dolore per il suo dolore. Identificare quella luce, pervasiva e discreta, potente in ogni nostra cellula, come se fossimo noi e qualcun altro insieme. E non c’entra il sangue, non c’entra la parentela. C’entra l’infinito. C’entrano i legami che scrivono poesie nell’aria. E tutto intorno la grazia, venuta prima di noi e a noi destinata a sopravvivere, con altri nomi, sotto altre forme. Accorgersi di volere bene, fuori da noi stessi, eppure restando in noi stessi; che bello che è.
E ‘ sempre una gioia voler bene a qualcuno, chiunque sia, dovunque si trovi…ultima modifica: 2023-03-13T17:04:20+01:00da
Sì è vero, quel voler bene incondizionato, sentito e avvertito sempre, magari qualunque cosa si faccia durante la giornata o la sera, stando a letto in attesa che Morfeo decida di prenderci tra le sue braccia. Un pensiero costante verso le persone più care, vicine o lontane che siano, pensare a loro perché la speranza è sapere che loro sappiano quanto li amiamo e ripeterlo in ogni occasione, quando ci si vede o ci si sente. Mio figlio è solito passare da casa nostra, durante la settimana, due o tre sere…
così…improvvisamente, senza preavviso: lascia il lavoro e prima di andare a casa sua, passa da noi: “Salve…” questo è il suo saluto “ironico”, breve, conciso e tanto desiderato da noi. Si trattiene, qualche minuto, due chiacchiere veloci e va via. Non lo chiamo spesso, lo faccio controvoglia e sporadicamente poiché, ogni volta che lo chiamo durante la giornata (accade raramente) risponde sempre allo stesso modo: “Papà…che è successo?”. E’ come se dovessi dargli una ferale notizia, è la sua grande preoccupazione. Spero di non doverlo mai chiamare per…quei motivi che lui sospetta. Ci amiamo anche così, un modo strano forse, ma è vero amore tra padre e figlio.
Buona serata Giovanna.