Se la sinistra si riduce a commentare la destra…

La segretaria del Pd Elly Schlein

 E davvero non si comprende cosa ci sia da gioire (a sinistra) se Elly Schlein, già in discussione di suo, non si impone come “sfidante” per forza propria ma perché “scelta” nel ruolo dalla presidente del Consiglio. Che l’ha invitata a candidarsi alle Europee, l’ha sfidata al duello televisivo, le ha sostanzialmente proposto di polarizzare, da subito, la lunga campagna elettorale, ovvero i prossimi sei mesi di chiacchiere (sempre meglio che governare): «Ho detto tutto», direbbe Peppino a Totò, perché da che mondo è mondo uno non si sceglie i leader che lo impensieriscono, ma si impensierisce solo quando si sente realmente sfidato. E allora questo racconta la trovata. Di una leader, Giorgia Meloni, che, sebbene sia venuta fuori in questo anno in tutta la sua modestia – tra un’incurabile ossessione complottista e una classe dirigente impresentabile – non si sente realmente minacciata (politicamente). Nemmeno quando, a favor di curva, fa un po’ di scena. E in fondo la minaccia non c’è visto che dall’altra parte sono gioiosamente impegnati ad assecondare il suo gioco: sempre schiacciati nella quotidianità, sempre di rimessa, come se all’opposizione ci fossero dei commentatori delle sue gesta (per quanto discutibili). E, quando non c’è una cronaca da commentare, c’è il sempreverde fantasma di Orban. La fa pure apparire una gigante agli occhi di chi l’ha votata sognando il “castigamatti”, così non si parla degli sbarchi fuori controllo. E’ perfetto: Giorgia Meloni, protagonista assoluta del commentificio nazionale che finisce per esaltarne il ruolo oltre le capacità, sceglie, per essere commentata, Elly Schlein, fragile interprete di un minoritarismo di segno opposto che non esce dalle Ztl. E, a sua volta, grazie alla cattedra gentilmente concessale, la ri-commenta, indossando i suoi abiti preferiti di “opposizione dell’opposizione”. E la preferisce a Giuseppe Conte che risulta meno gestibile: lei populista (con l’impiccio del governo), lui “populista e mezzo” con le mani libere e l’elettorato più contiguo. Vuoi mettere il balbettio quasi imbarazzato del Pd sull’Ucraina con uno che, fregandosene di Putin, ti risponde “i soldi delle armi metteteli sulla sanità”. E vuoi mettere uno che sull’immigrazione ha fatto i decreti sicurezza rispetto all’ “accogliamoli tutti”. Dal suo punto di vista Conte quantomeno ci prova a proporre un’altra idea, discutibile o meno è altro discorso. Populista, ma fa i conti col popolo. Mentre il limite del Pd, tutto politico, è quello di non incarnare, nell’iniziativa concreta, un altro racconto (popolare) che vada oltre i confini dei “moralmente indignati”: si contestano le frasi della favola melonicentrica, falsa e tranquillizzante, senza però mai riuscire a cambiare terreno, dall’opinione alla realtà, rovesciandole addosso, ad esempio, la crisi sociale (in buona compagnia del sindacato e del suo autunno tiepido). E se si gioca tra influencer Giorgia Meloni è la più forte di tutti.

Alessandro De Angelis                                                                                                                

Se la sinistra si riduce a commentare la destra…ultima modifica: 2024-01-08T15:35:27+01:00da g1b9

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