Un modernissimo Shakespeare in un sonetto…

 

Sonetto 130 di William Shakespeare

 

Gli occhi della mia donna non sono per niente come il sole;
Il corallo è molto più rosso del rosso delle sue labbra;
Se la neve è bianca, allora i suoi seni sono grigi;
Se i capelli sono fili, neri fili crescono sul suo capo.
Ho visto rose damascate, rosse e bianche,
Ma non vedo nessuna di queste rose sulle sue guance;
E in certi profumi c’è più delizia
Che nel fiato che dalla mia donna esala.
Amo sentirla parlare, eppure so bene
Che la musica ha un suono molto più piacevole.
Ammetto di non aver mai visto camminare una dea:
la mia donna, quando cammina, non ha grazia.
Eppure, per il cielo, ritengo che la mia amata sia straordinaria
Più di ogni altra lei smentisce qualsiasi falso paragone.

 

donna normale

 

Il Sonetto 130 (My mistress’ eyes are nothing like the sun) di William Shakespeare è il tributo più grande che un uomo può fare alla propria amata. Una rappresentazione della donna proprio geniale. Se pensiamo che il poeta è vissuto tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600 appare molto avanti rispetto all’epoca. La stesura del Sonetto 130 dovrebbe essere stata realizzata tra 1591 e il 1595. Le poesie d’amore sono di solito ammirazione, sentimenti romantici o, viceversa, dolore e disperazione per la crudeltà dell’amore.
Tuttavia, il Sonetto CXXX di William Shakespeare presenta una visione dell’amata che esalta la sincerità dell’amore. Una visione realistica della sua donna che non sostituirebbe con nessun’altra. Pregi e difetti fanno parte di qualsiasi persona.
In un’era come la nostra l’esibizionismo televisivo e i social esaltano il culto della bellezza apparente e l’estetica del corpo. Nel XVII secolo Shakespeare metteva all’indice questo modello e dichiarava, attraverso la sua poesia, che la sua amante non l’avrebbe sostituita neppure con una Dea rappresentando, invece ,un inno all’amore unico, assoluto.
Di solito, gli autori che dedicano le loro poesie d’amore alle donne ne descrivono la bellezza, la gentilezza e la tenerezza con paragoni e metafore sofisticate , mentre Shakespeare parlando della sua amata mette in ridicolo i poeti, che esaltano le doti dell’amata. Il sonetto, infatti, sembra essere una presa in giro dell’aspetto della donna o degli autori che usano tali metafore. La donna amata da William Shakespeare è una donna normale. “Gli occhi non sono come il sole”, le labbra non sono più rosse del corallo, “la sua pelle non è bianca come la neve”, il suo viso non è come le rose.
La sua donna è una donna terrena, non è una dea.
“Eppure, per il cielo, ritengo che la mia amata sia straordinaria
Più di ogni altra lei smentisce qualsiasi falso paragone. “
I due ultimi versi sono un capolavoro. Sono un invito a guardare all’amore in modo più vero, elogiare chi ci sta accanto con amore, mettere al centro la donna e il genere femminile con rispetto e massima ammirazione. L’amore vero va oltre le apparenze e le convenzioni e guarda con gli occhi dei sentimenti veri. L’amata non è perfetta ma non è paragonabile a nessun’altra donna. Quando si ama bisogna accettare anche i difetti. Una visione della donna più veritiera e vicina alla vita reale. La bellezza è varia, e poche donne possono essere perfette.
Ecco perché ogni riga di questa poesia dovrebbe diventare l’essenza stessa di ciò che è amore.

Un modernissimo Shakespeare in un sonetto…ultima modifica: 2024-02-20T22:13:41+01:00da g1b9

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