L’alibi per l’uomo cattivo non può essere quasi sempre il mal di vivere…

La violenza è all’ordine del giorno un po’ ovunque. Almeno da quanto si sente dai notiziari.
La domanda che sorge è ovvia: perchè alcuni abusano dei loro simili?
Mi piace ricordare Martin Luther King quando disse:
“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,a nuotare come i pesci,
ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli.” Una constatazione che nasconde una sottile rassegnazione, alla quale  contrappongo un aneddoto che riporta l’ intuizione semplice ma efficace di una bimba:

Alessio, tre anni:
“Raccontami la storia del lupo cattivo”.
Lisa, dieci anni:
“Ma no, non esistono lupi cattivi, ci sono solo lupi infelici”.

Si tratta solo, dunque, di mal di vivere? Sarebbe questa l’alibi del cattivo. Ammesso che lo sia, anche il mal di vivere avrà un motivo, una causa che lo provoca. Questo dovrebbe essere il primo e importante impegno che ogni uomo dovrebbe prendere per fare in modo di scoprire dove stanno le radici di questo mal di vivere, dove e come la nostra società ne sia responsabile e cercare un rimedio al più presto. Basta violenze, suprusi, basta morti senza senso perchè oggi , anche la più piccola delusione, diventa mal di vivere. Incominciamo a capire, allontanando da noi ogni orgoglio, ogni egoismo, impariamo a conoscerci meglio e a riconoscere il bello e il buono, che c’è in ognuno e forse dimenticheremo quella violenza, che oggi impera, e non risolve nulla.

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