Un ‘inimmaginabile storia d’amore…

 

capelli biondi

Quella che vedete , che a prima vista potrebbe sembrare una reliquia, in verità non lo è ,ma  si tratta di un inusuale pegno d’amore. Lo si può ammirare alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.Una storia, una storia d’amore tanto bella quanto proibita, tra un dotto umanista e una ragazza potente e tormentata.

Siamo a Ferrara nel 1502.

Siamo nella corte del duca Alfonso d’Este, straordinario mecenate delle arti e della cultura, che, come di consueto, attendeva l’arrivo di numerosi giovani poeti e letterati di talento da accogliere nella sua corte. E fu proprio lì, fra tanta poesia e magnificenza, che due giovani si videro per la prima volta. Il giovane poeta conosceva la duchessa solo per sentito dire e gli era stato riferito più volte del fascino che esercitava, eppure non appena la vide, rimase folgorato dalla sua bellezza. I suoi lunghi e lucenti capelli biondi, illuminati dai raggi del sole, riflettevano la luce che entrava dalle grandi vetrate del palazzo, donandole un’aurea quasi celestiale. Come poter dimenticare una visione così? Con la scusa della dedica di un’opera iniziò una relazione platonica come poche e molto appassionata che li legò per anni. La storia da platonica diventò epistolare a causa della peste che li separò. Intense lettere d’amore, le quali, ancora oggi, vengono considerate come le più belle mai raccolte. Insieme a una di esse, la giovane duchessa, inviò anche una ciocca dei suoi adorati capelli, gli stessi capelli che lui amava accarezzare nei loro incontri furtivi e che ora, quasi come una promessa d’amore che supera il tempo e soprattutto la distanza, può continuare ad accarezzare per sentirla vicina in attesa del loro prossimo abbraccio.

 Il destino avverso non li fece più incontrare.

La duchessa, chiamata Lucrezia Borgia, nonché figlia illegittima del Papa Alessandro VI, morì giovanissima, lasciando però dietro di sé una fama che la rese immortale e che la farà ricordare sempre come una donna di potere leggendaria e controversa.

Lui, invece, dopo la morte di lei, divenne Cardinale, delineandosi in pochissimo tempo non solo come personaggio di spicco dell’umanesimo italiano, ma anche come grande uomo di Chiesa, noto con il nome di Pietro Bembo.

La bellezza e il fascino di questa reliquia, forse, stanno proprio nel suo mistero che l’ha resa un grande tesoro ancora incredibilmente intatto nonostante il tempo, come intatto, fino alla fine, è stato il grande amore che ha vissuto.