Titanic, corsa contro il tempo per trovare il sommergibile disperso. Chi sono i passeggeri a bordo: il miliardario, il Ceo e l’esploratore

Titanic, corsa contro il tempo per trovare il sommergibile disperso. Chi sono i passeggeri a bordo: il miliardario, il Ceo e l’esploratore
Hanno quattro giorni di autonomia. I biglietti per un viaggio di otto giorni che includono immersioni al relitto a una profondità di 3.800 metri costano 250.000 dollari. Il mondo è davvero strano. Ci sono persone , che muoiono a migliaia, annegati , sepolti nel mare che li inghiotte, durante uno di quei viaggi chiamati della speranza, che dovrebbero traghettare questi emigranti verso un mondo che permetta loro di vivere dignitosamente  la vita. Fuggono dai loro paesi , con viaggi estenuanti, da  miserie  di ogni genere,e poi ce ne sono altre, che , per noia, per non saper più che fare coi soldi a vagonate in loro possesso, la morte in mare se la vanno a cercare. Con questo auguro  loro  che vengano ritrovati, in ottima saluta, e che  questa spaventosa esperienza li faccia pensare e ragionare su come spendere meglio i loro soldi. Dovrebbero avere quattro giorni di autonomia, sono vicini alla nave di appoggio, che li ha condotti fin lì, e, se non comunicano, sicuramente qualcosa di grave è successo.
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Le guardie costiere statunitensi e canadesi continuano le ricerche del piccolo sottomarino da turismo scomparso con cinque persone a bordo (tre turisti, il pilota e un assistente), dopo aver visitato il relitto del Titanic in una zona remota dell’Oceano Atlantico al largo delle coste del Nord America. Le autorità sono state informate domenica pomeriggio dall’operatore dell’imbarcazione, Ocean Gate Expeditions, della sua scomparsa, ha dichiarato il contrammiraglio John Mauger, della Guardia Costiera statunitense.

Le ricerche
I contatti con il Titan si sono persi dopo un’ora e 45 dalla sua immersione. «Stiamo lavorando molto, molto duramente per trovarlo. Le ricerche, sia in superficie che sott’acqua, riguardano un’area a circa 1.450 chilometri a est di Cape Cod, a una profondità di circa 4.000 metri» ha spiegato John Mauger, stimando che il sommergibile abbia ancora riserve di ossigeno fra le 70 e le 96 ore.

Chi sono i passeggeri a bordo
I primi nomi dei possibili passeggeri del Titan, il sottomarino da cinque posti della Ocean Gate Expediction scomparso mentre si sta avvicinando al relitto del Titanic, situato a 3.800 metri di profondità, sono: il miliardario appassionato di imprese impossibili, il pilota di sommergibili chiamato “Mr Titanic”, il ceo e fondatore della Ocean Gate, la società che alla cifra di 250mila dollari offriva «una occasione per uscire dalla vita di tutti i giorni e scoprire qualcosa di veramente straordinario».

Il primo nome, confermato dai parenti, è quello del miliardario britannico di 58 anni Hamish Harding a capo della Action Aviation, società legata all’aviazione con sede negli Emirati Arabi. Lo stesso Harding, appassionato di spazio e avventure, aveva condiviso poco prima sui social tutta la sua gioia per prendere parte all’esplorazione dell’antico relitto. L’avventuriero miliardario detiene tre Guinness World Record, tra cui quello della più lunga permanenza alla massima profondità dell’oceano da parte di una nave con equipaggio. A marzo del 2021, insieme all’esploratore oceanico Victor Vescovo, si è immerso nella profondità più bassa della Fossa delle Marianne. A giugno 2022, inoltre, si era recato nello Spazio con il razzo New Shepard di Blue Origin. Con lui anche Paul-Henri Nargeolet, 76 anni, forse uno dei maggiori esperti al mondo di Titanic. Ex membro della marina francese per 25 anni, Nargeolet era colui che guidò il Nautilus, piccolo sottomarino che nel 1987 dopo le prime scoperte confermò la presenza della nave e permise dopo 34 diverse immersioni di recuperare oltre 1800 oggetti del Titanic. In attesa di conferme sulla sua reale presenza sul mezzo, alcuni parenti hanno confidato che prima di partire «non si fidava di questo nuovo sottomarino in materiale composito e con oblò da 60 centimetri, ma ci sarebbe andato lo stesso per la bellezza della spedizione».

L’altro passeggero sembrerebbe essere il ceo della Ocean Gate Expedition, l’ingegnere aerospaziale Stockton Rush. Dal 2010 l’inizio del suo sogno: lui che voleva andare nello spazio ma non poteva per problemi alla vista, scelse di aprire le porte del turismo di profondità per permettere a persone facoltose di essere «uno dei pochi a vedere con i tuoi occhi il Titanic».

Secondo un comunicato diffuso dalla famiglia, riferito da Sky News, ci sono anche un uomo d’affari pachistano Shahzada Dawood e suo figlio SulemanShahzada fa anche parte del consiglio di amministrazione dell’Istituto SETI, con sede in California, che si occupa di ricerca di intelligenza extraterrestre.

I primi dettagli sull’incidente
Il mini-sottomarino Titan della compagnia turistica OceanGate pesa 10.432 chili, misura 6,7 metri di lunghezza e può contenere cinque persone per 96 ore. Il batiscafo avrebbe perso i contatti con l’equipaggio di Polar Prince, la nave usata per il trasporto all’area del relitto del Titanic, dopo un’ora e 45 minuti dall’avvio della discesa del batiscafo. Da allora è scattata l’emergenza.

La Ocean Gate offre un pacchetto di «otto giorni sette notti»
Gli unici mezzi commerciali in grado di arrivare a poca distanza dallo storico scafo sono quelli della Ocean Gate. Cosa offrono? Un pacchetto di «otto giorni sette notti» sul sottomarino per cinque persone, compreso di wi-fi e bagno disponibili. Un’esperienza che non è per tutti, visti i costi: ogni passeggero deve sborsare quasi 250mila dollari, oltre un milione, per ogni discesa negli abissi. Rush e i suoi avevano già fatto più spedizioni, finora operate con successo, raccogliendo anche materiali video utili per la ricerca scientifica. Sul sito della società si legge che la missione in corso era prevista dal 12 al 20 giugno: solitamente, prima di ogni immersione, ai turisti veniva fatto un briefing e un corso di sicurezza per poi immergersi per qualche ora, anche dieci talvolta.

Terza spedizione annuale della di OceanGate
Questa spedizione è il terzo viaggio annuale di OceanGate per raccontare il deterioramento del relitto del Titanic. Da quando è stato scoperto nel 1985, il relitto sta lentamente soccombendo ai batteri che mangiano il metallo. Alcuni hanno previsto che la nave potrebbe scomparire nel giro di qualche decennio, a causa dei buchi nello scafo e della disintegrazione delle sezioni. Nel 2021 il primo gruppo di turisti pagò da 100mila a 150mila dollari a testa per partecipare al viaggio. Per la spedizione del 2023 il sito web di OceanGate aveva scritto che quella che viene definita la «tassa di supporto alla missione» era di 250mila dollari a persona. A differenza dei sottomarini, che partono e tornano in porto con le proprie forze, i sommergibili richiedono una nave per essere lanciati e recuperati. OceanGate ha noleggiato la Polar Prince per traghettare decine di persone e il sommergibile fino al sito del relitto nell’Atlantico settentrionale. Il sommergibile avrebbe dovuto effettuare più immersioni in un’unica spedizione.

La maledizione del Titanic
L’idea di raggiungere i 3800 metri di profondità per ammirare ciò che resta del relitto della nave naufragata nel 1912, è dell’ingegnere aerospaziale Stockton Rush. Con la sua società Ocean Gate Expeditions, offre la possibilità di vivere un’esperienza unica, a contatto con l’oscurità delle fosse oceaniche, ma, soprattutto, con gli spettri del passato legati al transatlantico maledetto.

Progettato nel 1908, varato nel 1911 dai cantieri di Belfast per conto della White Star Line al costo complessivo di 1,5 milioni di sterline dell’epoca (circa 200 milioni di oggi) e registrato nel porto di Liverpool, il Titanic colò a picco con oltre 1.500 dei suoi 2.200 passeggeri circa – a dispetto della nomea pubblicitaria di nave «inaffondabile» – la notte del 15 aprile 1912, dopo aver urtato un iceberg alla prima traversata fra Southampton, in Inghilterra, e l’America. Scomparendo tra i flutti dell’oceano, a 370 miglia marine (600 chilometri) dalle coste canadesi di Terranova, senza mai riuscire ad approdare nel porto d’arrivo di New York.

Daniela Lanni, La STAMPA