” Mamma, come ho fatto a venire da te e papà ? Prima non c’ero…

Un figlio .
Sai da dove vieni?
…vicino all’acqua d’inverno
io e lei sollevammo un rosso fuoco
consumandoci le labbra
baciandoci l’anima,
gettando al fuoco tutto,
bruciandoci la vita.
Così venisti al mondo.
Ma lei per vedermi
e per vederti un giorno
attraversò i mari
ed io per abbracciare
il suo fianco sottile
tutta la terra percorsi,
con guerre e montagne,
con arene e spine.
Così venisti al mondo.

Da tanti luoghi vieni,
dall’acqua e dalla terra,
dal fuoco e dalla neve,
da così lungi cammini
verso noi due,
dall’amore che ci ha incatenati,
che vogliamo sapere
come sei, che ci dici,
perché tu sai di più
del mondo che ti demmo.
Come una gran tempesta
noi scuotemmo
l’albero della vita
fino alle più occulte
fibre delle radici
ed ora appari
cantando nel fogliame,
sul più alto ramo
che con te raggiungemmo.

Pablo Neruda

111figlio

Questa meraviglia di poesia è la metafora della vita, che solo un poeta come Neruda avrebbe potuto scrivere. La vita fa parte della natura e come ogni cosa del mondo degli uomini ha un inizio naturale, coadiuvato dall’amore, che ,quando è tutto ,tutto può fino a generare un figlio, che ne è praticamente il concentrato. Una descrizione che porta a comprendere l’amore infinito per un figlio,che è il tutto di ogni genitore, lo scopo di una vita; e questi versi sono un regalo davvero speciale da donare ad un figlio- E se si pensa che Neruda lo immaginò soltanto questo figlio, l’emozione poetica si moltiplica all’infinito.