27 novembre 2020

L’apertura del mio esserci accade dove è presente il Nulla. La Verità si manifesta, riluce nel Nulla. La vista del Nulla è l’apertura del velato nello svelato, è il rapporto fondamentale col vero. Il Nulla è ciò a cui sono trasportato, andando al di là di me stesso raggiungo me stesso nel Nulla. La vista del Nulla è propria della mia essenza , essa mi eleva via-da-me. La forma di vita che sono sarebbe impossibile se non vi dominasse la vista del Nulla. E’ del Nulla che la mia anima si nutre. La mia anima ha già scorto, schiudendosi da me, l’esserci nel suo Nulla ; sono autenticamente quando mi rapporto col Nulla . Non esiste una discrepanza fra esserci e Nulla ma solo una distanza . L’essenza del mio esserci è apparenza , la Verità è dunque lontana dal mio esserci. Il mio esserci non può essere pensato come presenza ma come assenza , essa mi conduce di fronte al vero me stesso.

26 novembre 2020

Il fine della mia vita risiede nella sua parvenza, la mia ombra è il residuo del mio esserci. Anniento tutti i fini della mia esistenza tranne uno: dire no alla vita. Pongo al di sopra della vita ciò che ha reso auspicabile la sua negazione. Fondo la Realtà su un mondo apparente. Non dispongo dell’Essere di me stesso ma del mio esserci che si mostra nel suo apparire. La parola che mi dice fissa lo sguardo su ciò che sono e procede verso l’Essere che non può essere raggiunto perché sono ciò che divengo e l’Essere è l’antitesi del divenire : accadendo nel divenire sono Nulla; il che-cosa-sono è l’essenza di ciò che sono: accadendo sono il Reale che muta in assenza , sono ciò che passa per divenire assenza, l’essenza della assenza è il Nulla, sono Nulla.

20 novembre 2020

Vivere è fluttuare nell’immenso per sprofondare nel Nulla, così ogni esistenza non ha nessuno scopo. E’ impossibile per ogni accadimento determinarne il senso, ogni avvenimento è inessenziale. Definire il modo fondamentale del nostro esistere significa stabilire il modo in cui ci troviamo presso noi stessi che non dve diventare un impigliarsi in noi stessi ma piuttosto essere trsportati al di là di noi stessi per non intorpidirci. Niente ci deve essere estraneo , niente deve essere di troppo, il modo d’essere dell’esserci deve essere l’apertura al Reale per pervenire a non vedere niente così com’è. Portare se stessi in ciò che si è, è il compito che si prefigge chi vive un’esistenza compiuta. La vita per essere tale è potenziamento di se stessa e per essere autentica deve avere riluttanza di se stessa. La sola cosa che ci ristora è la consapevolezza del Nulla. L’essenza dell’esistenza è ciò che è velato, che non può essere detto a parole ,ciò che le parole dicono sono l’esistenza storica dell’Ente il cui contenuto è il vuoto.

19 novembre 2020

La morte è l’accadere fondamentale di ogni Ente: l’Ente accade autenticamente non nel nascere ma nel morire. L’accadimento fondamentale dell’Ente non è essere creato ma distrutto. Nella assenza l’Ente raggiunge se stesso, egli è creato per una manciata di giorni, cancellato per l’eternità. La forma somma è il vuoto. Il mondo è l’errore minore in cui l’Ente crede, il soprasensibile è l’errore maggiore in cui spera. Il Nulla decide che cosa è Verità. E’ vero l’Ente che in sè non è , egli non può vivere con la Verità. Col morire l’Ente ritorna presso se stesso, lascia che il passato avvenga. L’Ente viene alla luce ma è fatto per il buio, egli non è situato presso il mondo perché vivere è incontrare il Nulla.