Bisognerà cominciare a prepararci per la guerra. Dico sul serio. Non serviranno armi, ma determinazione, fatica, organizzazione. Non possiamo evitare di combatterla se non vogliamo perdere, tra le altre cose, libertà di espressione e libertà di giudizio, per giunta con effetto retroattivo. È la guerra che una forte lobby politica, culturale, editoriale, con epicentro anglosassone, sta scatenando contro l’arte “impura”, presente e passata, censurando e correggendo, aggiornando ed espellendo. Con un gerundio solo: distruggendo. Distruggendo i diversi contesti storici e culturali per uniformare tutto a una (pretesa) nuova sensibilità, con un mostruoso processo di “contemporaneizzazione” di ciò che non lo è.
L’ultimo episodio (ridicolo? orribile?) è la massiccia correzione postuma, ad opera dell’editore inglese Puffin Books, dei libri di Roald Dahl, uno dei massimi scrittori per ragazzi, morto 30 anni fa, levando parole e frasi che potrebbero urtare questo o quel lettore “sensibile”.Un esempio per tutti: levare la parola “grasso” per non offendere i lettori sovrappeso. Poiché non esiste discorso umano e opera d’arte che non rischi di urtare la sensibilità di alcuno (le statue apollinee potrebbero offendere i non belli) tanto vale cancellare tutto. Bruciare le biblioteche e le pinacoteche.
Già Salman Rushdie – che di oppressione intellettuale se ne intende – ha manifestato tutto il suo sgomento per la censura di Puffin Books. Ma date retta, non basta. È tempo di una reazione attiva. Boicottaggi contro gli editori che si rendono responsabili di queste violenze (non trovo parola più appropriata). Dare il massimo rilievo a ogni colpo di bianchetto, a ogni ritocco censorio. Organizzare comitati di tutela della libertà artistica. Rispondere colpo su colpo. Bisognerà cominciare a prepararci per la guerra. Dico sul serio. Non serviranno armi, ma determinazione, fatica, organizzazione. Non possiamo evitare di combatterla se non vogliamo perdere, tra le altre cose, libertà di espressione e libertà di giudizio, per giunta con effetto retroattivo. È tempo di una reazione attiva. Boicottaggi contro gli editori che si rendono responsabili di queste violenze (non trovo parola più appropriata). Dare il massimo rilievo a ogni colpo di bianchetto, a ogni ritocco censorio. Organizzare comitati di tutela della libertà artistica. Rispondere colpo su colpo. À la guerre comme à la guerre.
L’Amaca di Michele Serra___La Repubblica
Conosco quanto stia avvenendo (specie in Inghilterra) per quanto riguarda il revisionismo storico in genere. Ho scritto più volte di università dove questi focolai sono alimentati regolarmente da prof e studenti appartenenti alla stessa parrocchietta di costoro. Un ‘insensata opera di pulizia, un continuo cassare frasi, termini, disegni e foto che possano toccare sensibilità e suscettibilità da parte di chi evidentemente, non riesce intellettualmente ad andare oltre il proprio naso. Una vera e propria guerra e Serra sa benissimo dove vogliono andare a parare. Batterli colpo su colpo è l’unico sistema, contrastare puntualmente le loro aspettative e le loro speranze. Una guerra che non finirà mai e che si potrà vincere solamente con argomenti culturali e raziocinanti. La storia e l’arte non si possono riscrivere per far piacere a chi abbia annebbiato cervello e intelletto.
Buon pranzo mia cara Giovanna.