Non varcate questa porta se…”. Giordano Bruno Guerri lo ha fatto scrivere all’ingresso della mostra “I Censurati. Nudo e censura nell’arte italiana d’oggi”, da me ideata, da Adele Barbetta sponsorizzata, dal Vittoriale ospitata, da Liberi libri catalogata. Non varcate la porta di Villa Mirabella (sede della mostra, a pochi metri dalla Prioria dannunziana) se temete i nudi dei migliori artisti italiani viventi, i quadri censurati dai social che per un capezzolo olio su tela succede che blocchino, sospendano o comunque boicottino i profili colpevoli di tanta audacia. Danneggiando l’artista e dirigendo il corso dell’arte verso un neopuritanesimo di stampo americano e pure un po’ cinese. Le porte e il loro saggio utilizzo sono la migliore alternativa alla censura. Ti attira? Entra. Ti infastidisce? Rimani fuori. La porta non è un muro ma non è nemmeno un buco: è lo strumento della libertà di scelta. “All’arte appartengono il segreto e il nascosto” ha scritto il filosofo Byung-Chul Han, contrario alla “società della trasparenza”, un mondo senza scampo e senza porte dove su ogni intimo gesto, su ogni intimo gusto incombe il linciaggio universale. La porta sia riconosciuta come un diritto dell’uomo.
Camillo Langone
Mah, che dirti? Ormai siamo a fare i conti con tutti, anche con quelli che parlano da tutti i buchi possibili e immaginabili, sparano caxxate a raffiche e ci obbligano a dialogare con le ombre del passato. L’arte che viene censurata (a qualunque genre appartenga e attribuita a qualsiasi epoca o era) non è immaginabile. Ti invito solo a volgere il pensiero all’Inghilterra dove avevano censurato in seno all’ “Oxford University”, Ovidio e una sua opera. Non solo, tanti altri interventi sempre da quelle parti, per censurare opere, scritti, ecc. ecc. che non andavano bene, dopo secoli di storia, a quattro soloni sapientoni e fuori di testa!
Buona sera Giovanna.