Mamma, parola magica…

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“… Tu sei di tua madre lo specchio,
ed ella in te rivive
il dolce aprile del fior
dei suoi anni…”

William Shakespeare

 

La parola “MADRE” è nascosta nel cuore
e sale alle labbra nei momenti di dolore e di felicità,
come il profumo sale dal cuore della rosa e si mescola all’aria chiara.

Kahlil Gibram

 

 Le Mani della Madre

Tu non sei più vicina a Dio
di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare in te dal manto,
luminoso contorno:
io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta.

Rainer Maria Rilke

Nella grande savana,
ogni mamma africana
culla il suo bimbo dagli occhi neri,
e sono dolci i suoi pensieri.
Nell’Oriente lontano,
ogni mamma tiene il suo bimbo per mano:
lo guarda e sorride felice
ascoltando quello che le dice.
Se penso a quello che tu fai con me, mamma, che differenza c’è?
E lo sai che cosa ho capito?
Una cosa bella che adesso ti dico:
qualunque sia il suo colore,
ogni mamma tiene il suo bimbo nel cuore.

anonimo

un sogno…

Perdevo il controllo di me ,mentre aspiravo e sentivo un strano sapore, sconosciuto.
Stava succedendo quello che avevo sempre voluto, vedevo me stessa alle spalle di me stessa.
Ero libera, di una strana libertà, come se a contenermi prima fosse stata una gabbia, della quale non mi ero mai accorta;ora la gabbia se n’era andata, potevo esistere. Eppure quella libertà mi spaventava di una paura che non mi apparteneva prima.
Paura di non poter rientrare, paura che quello slancio potesse essere senza fine, che avrei continuato a volare fino a smarrirmi. Quante volte, guardando i cielo, avevo sognato di tuffarmi e perdermi in quell’immenso.E ora come un palloncino colorato, sfuggito di mano a qualcuno,perdevo contatto col terreno e sarei scoppiato…inesorabilmente! Se almeno fossi stata un aquilone, qualcuno,forse, mi avrebbe richiamata,avrei toccato terra…
Mi sono svegliata , stupita della stupidità della solitudine e del terrore.

volare-e

 

La Pazienza…

Pazienza (s.f.). Forma minore di disperazione, travestita da nobile virtù.
-Ambrose Bierce –

La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce.
– Aristotele-

La pazienza è la più eroica delle virtù, giusto perché non ha nessuna apparenza d’eroico.
-Giacomo Leopardi_

La pazienza è essere ciechi quando vogliamo esserlo. Un momento di pazienza ti salva da cento momenti di rimorso, e a volte ti libera dalle conseguenze di una scelta. La pazienza è non fermarsi di fare il nostro meglio solo perchè gli altri non ci apprezzano. Pazienza è aspettare che le cose facciano il loro corso.La pazienza è una forza superiore. Pazienza è fermare il temporale che c’è in noi quando il mondo non è pronto.Pazienza è essere comprensivi con noi stessi; dopo tutto in natura nulla fiorisce tutto l’anno. Con la pazienza spesso si ottiene di più di quanto si sperava. Saper aspettare significa vero amore e pazienza. Chiunque sa dire “Ti amo”, ma solo qualcuno sa aspettare e provare che è vero. Chiudere alcune porte non è superbia, arroganza, cattiveria, e semplicemente che esse non conducono da nessuna parte.

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Una passeggiata nel mio tempo…

 Il Monviso, colla cima che sfoggia la prima spruzzata di neve è là a fare da sfondo alla mia vita  da sempre. La luce di oggi è meravigliosa,gli alberi del  viale, che la riflettono nei mille colori delle foglie, che si stanno vestendo d’autunno, fiancheggiano ancora il viale, che  correva un tempo lungo le mura dell’antico convento benedettino, dove ho frequentato per otto anni le scuole complete delle suore .Questo era un ciclo scolastico, che integrava i normali corsi ministeriali con materie come cucito, rammendo, cucina, menage della casa, galateo, musica e pittura, al fine di educarci  come ragazze, signorine e poi giovani spose. Da tanto non venivo da queste parti,ed ora, che ci sono capitata , ho voglia di rifare quel viale, passo dopo passo, cercando le orme di un passato lontanissimo.  So che ora quel viale è stato accorciato, per far posto al recupero delle antiche mura, risalenti al 1100, che circondavano la mia città, quel borgo vecchio che ora è il centro antico sulla collina e si affaccia sugli spalti. Infatti,poco dopo un centinaio di metri ,il viale va restringendosi fino a perdersi sulla balconata in vetro a cavallo degli scavi di quel labirinto di mura diroccate, annerite e ricoperte di muschio sulle quali cammino come sospesa nel vuoto, con un senso di vertigine improvvisa, come se la terra che conoscevo, sulla quale avevo passeggiato, giocato da bambina fosse scomparsa ,all’improvviso,in un niente…mi appoggio per sentirmi sicura ad una vecchia porta del monastero. E’ ancora la stessa, solo la serratura è stata cementata.So cosa c’è dietro quella porta,il giardino della clausura,dove era proibito andare,ma che la monella che c’era in me, attraversava veloce ,di tanto in tanto,per fuggire a correre in libertà su questo viale.Per un attimo  torno in quel giardino, sento la mano di quella giovane novizia che mi afferra, mentre rientro di soppiatto,un pomeriggio qualunque , durante la pausa.
. Non esistono più suorine come quella, giovane, bella  come un fiore, occhi come il cielo azzurro, ieri come  oggi, che lei  con un dito mi indica al passaggio di aereo.  Ricordo le sue parole :” Starò zitta per questo, ma devi dirmi che uccelli sono  quei volatili, che ronzano giorno e notte sulle nostre teste. Dicono le sorelle che sono automobili del cielo e che le guidano uomini veri ,come sulla terra.  Ricordo che sentii il cuore sorridere  a quella richiesta ,mi alzai sulle punte per sussurrarle all’orecchio” aeroplani”, sorridendo felice per essere stata graziata e per aver restituito il sonno alla suorina .Oggi mentre cammino coll’impressione di cadere nel vuoto  sento forte il desiderio di poter aprire quella porta, entrare e non uscire più dalla clausura  ,per non vedere come il moderno  abbia stravolto quel mio mondo incantato ,che non sarà mai più com’era, nemmeno nei ricordi…

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You need

 

 

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You’ll need coffee shops and sunsets and road trips. Airplanes and passports and new songs and old songs, but people more than anything else. You will need other people and you will need to be that other person to someone else, a living breathing screaming invitation to believe better things.

Who looks outside, dreams; who looks inside, awakes
— Carl Jung