Una notizia clamorosa. Che lascia sgomenti. Che pone interrogativi sulle nostre tradizioni e sulla difesa degli stessi. Al prestigioso Istituto Universitario Europeo di Fiesole, meraviglioso centro ad un passo da Firenze, il presidente ha deciso che, per ottemperare agli obblighi del “Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui”, la festa più importante del cattolicesimo verrà depennata. Secondo l’indiscrezione raccolta da Sir, l’agenzia che fa capo alla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, “l’ex festa Natale verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano”. Così si legge in una corrispondenza interna.
Le regole per l’uguaglianza etnica nell’Eui prevedono infatti che, se da un lato le feste religiose vanno inserite nel calendario, dall’altro il linguaggio con cui le si comunica deve essere “inclusivo”. Quindi ora è partita la “caccia” ad una denominazione alternativa. I fan del politicamente corretto però sono disposti, bontà loro, a tollerare “gli aspetti tradizionali e folcloristici possono rimanere parte dell’evento”. Una proposta circolata è “Festa d’Inverno”, ma non convince granché. All’interno dell’Istituto non mancano ovviamente le perplessità e c’è chi ritiene che Natale sia un nome legato alla cultura dell’Italia, alle comuni radici, ovvero una festa che va “oltre la religione”. Una notizia che, come era prevedibile, ha sollevato un vespaio di polemiche.
“È sconcertante che un istituto accademico, ospitato all’interno di un luogo di culto cattolico, decida di rimuovere il riferimento cristiano dalla celebrazione del Natale. Ed è ancora più inquietante considerando che questa istituzione ha la propria sede nella ‘badia fiesolana’, un luogo dove nel passato sorgeva l’oratorio dedicato ai santi Pietro e Romolo (patrono di Fiesole). Questa decisione sembra completamente fuori luogo e dimostra una mancanza di rispetto per le tradizioni italiane e per il significato profondo che il Natale ha per tantissime persone – ha dichiarato il consigliere metropolitano di Fratelli d’Italia, Alessandra Gallego -. Annullare queste tradizioni e sottrarre il Natale dalla sua autentica essenza religiosa significa svilire il suo significato profondo e minare le radici culturali della nostra società”.
Christian Campigli, IL TEMPO