E’ quasi una magia: la mangrovia…

Come albero la mangrovia non attira molto lo sguardo. Ammassate negli estuari salmastri , quello che di loro si vede è un grande quantitativo di foglie verdi; soltanto quando si abbassa la marea ed emerge l’ammasso di radici intricate, solo in quel momento si vede l’albero per intero nella sua bellezza particolare. E’ un albero antico, ma il primo a parlarne fu Plinio il vecchio intorno agli anni 30AC e poichè non li aveva mai visti, scrisse: “Gli alberi sul Mar Rosso sono di una natura particolare e notevole.” Soltanto 2000 anni dopo gli scienziati del clima in riferimento alla natura , hanno scoperto cose notevoli e importanti su questo albero, come , ad esempio, che esse catturano molta più CO2 delle foreste pluviali, pur graffiando appena la superfice. Di esse si sa ancora poco nonostante molti studiosi di ecologia stiano dedicando loro molta attenzione, basti sapere che non si sa quante specie siano. Ad esempio la RHUZOPHOPA STYLOSA, scoperta in Asia, ha le radici composte da tre materiali diversi che funzionano come filtri, capaci di trattenere il 90% del sale sciolto nell’acqua, che danneggerebbe la pianta-un sistema di filtraggio da tenere in considerazione nello sviluppo di migliori filtri per la desalinazione.  A confronto di altre specie di mangrovie, e sono la maggioranza tra quelle conosciute, questa varietà si è dimostrata finora quella con maggior capacità filtrante rispetto al 50% o anche meno del filtrato delle altre, di cui alcune si limitano a traspirarlo in gocce dai pori sotto la foglia -Un’altra differenza con le altre piante consiste nelle radici, che stanno sopra il substrato, alcune come trampoli di appoggio, altre come stalagmiti, eruttate dal terreno-Il lavoro di queste radici aeree non è solo quello di proteggere le piante dalle grandi onde, mantenendole salde, ma anche catturare ossigeno dall’acqua. Le foglie delle mangrovie, inoltre, hanno foglie girevoli per catturare il sole, adattandosi in questo modo anche a latitudini diverse. Grazie alle loro radici quindi svolgono molti ruoli, impediscono gli smottamenti, proteggono le coste dagli uragani, dagli tsunami, riducendo moltissimo i danni. Le loro radici riescono anche a trattenere le microplastiche disciolte negli oceani, creando con esse luoghi di nidificazione e un habitat protetto per molti pesci. Sulla terra le mangrovie sono altrettanto utili. Offrono ospitalità ad altre piante, come rare orchidee, e anche a molti insetti, uccelli, lucertole nonchè a scimmie e tigri, mentre il tappeto sotto di esse è un campo per tante ricerche. Nella penisola Arabica , ad esempio ,vive una specie di api che produce miele di mangrovia. Poichè queste api sono molte ed in aumento si studia come farle vivere in altre parti del mondo, dove invece stanno drasticamente riducendosi. Altri studi sulle mangrovie riguardano le loro proprietà curative del cancro ed altre malattie. In questi anni di forti fenomeni atmosferici, che hanno colpito il mondo intero e dove intere isole e penisole hanno subito devastazioni e perdite umane, i luoghi protetti dalle mangrovie hanno subito molto meno danni e perso meno vite- In Vietnam, dove il delta del Mekong, fu completamente distrutto dagli erbicidi e dal napalm durante la guerra, è stato fatto un risanamento completo e ripiantati in 10 anni 1700Kmq di terreno a mangrovie restaurando un ecosistema, che da tempo sapevano essere benefico per l’intera popolazione. Uno studio iniziato nel 2011 ha stimato che un ettaro di mangrovie catturi 1,025Mgdi C(1,025 tonnellate di carbonio), compensando l’emissioni di un anno di 228 persone. Nel caso del Vietnam le mangrovie hanno neutralizzato le emissioni dell’intero paese per cinque anni- L’abilità delle mangrovie di sequestrare la CO2 avviene in due modi. La prima poichè la trattiene nella pianta, la seconda attraverso il lavoro delle radici che utilizzano per crescere materiale microbico, il quale succhia di continuo CO2 per ricavare Ossigeno
, che si può vedere nei grappoli di bolle che si formano ai loro piedi. Alcuni anni fa scienziati scoprirono un terzo modo per catturare le emissioni usando gli acidi prodotti dalle loro radici per sciogliere i carbonati del calcare; questa reazione trasformerebbe la CO2 in un carbonato, che , essendo un sale, non potrebbe più riversarsi nell’atmosfera. Per questo è nata la Saudi Green Initiative  per salvaguardare la vita sul pianeta e incrementare la piantagione di mangrovie ,finanziare questi studi, che permetterebbero al pianeta una vita normale , un clima ristabilito e chissà forse,( questo è un pensiero mio) di potere continuare ad usare i combustibili fossili, di cui la penisola arabica è ricca, e che la trasformazione ecologica renderebbe inutilizzabile, se non in quantità ridotte.

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