I conti in amore si fanno con chi si ama…

 

È il 31 dicembre. Ci risiamo. Ancora poche ore, e poi si parte per un nuovo anno. E allora è difficile evitare di mettersi lì e di fare la lista di tutto quello che si è fatto o non si è realizzato, di ciò che si sarebbe voluto compiere o di ciò che ci si era impegnati a non fare mai più. È il momento dei bilanci e della resa dei conti, delle recriminazioni e dell’insoddisfazione. Quanto amore ti ho dato? Quanto ne ho ricevuto? Chi ha vinto, questa volta, la partita? Addiziono e moltiplico, come se stessi facendo i conti delle bollette già pagate e di quelle che, invece, restano ancora da saldare, sebbene stia provando a fare un bilancio dei sentimenti e, quando si parla dell’affetto e dell’amore, le addizioni e le moltiplicazioni non servono a nulla. Ma è più forte di me, non riesco a non farlo, nonostante quello che dico, ripeto, scrivo, spiego. Addiziono e moltiplico incolonnando i numeri l’uno sotto l’altro, in fila, per non fare errori con il riporto. Mentre ripasso mentalmente la proprietà associativa e quella distributiva, proprio come facevo da bambina. E quella commutativa? Ah sì, certo, c’è pure quella! Bene. Ora posso continuare. Peccato che non appena arrivino le sottrazioni tutto diventi più complicato. Vale anche qui la proprietà invariantiva? penso. Subito prima di obiettarmi: ma come si fa a sottrarre la tenerezza e la pazienza? Come faccio a calcolare il “resto” se in una relazione d’amore, così come in ogni relazione affettiva, i conti non possono tornare, la regola del do ut des non può applicarsi, si dà sistematicamente ciò che non si ha a chi vorrebbe molto probabilmente tutt’altro rispetto a ciò che proviamo a dargli (o a darle)? E allora, dopo aver passato qualche minuto a contraddirmi, mi blocco. E prima di ribattere indispettita a me stessa che, anche se i conti con l’amore non tornano mai, ci deve almeno essere un “resto positivo”, conto fino a tre e respiro forte. Ma sì, penso. Che mi prende? Che può mai voler dire addizionare e sottrarre in amore? Che senso può mai avere la lista delle cose fatte o non fatte, promesse o dimenticate, sperate o volute? Nessuno. Non ha senso ed è inutile. Almeno tanto quanto passare il tempo a chiedersi cosa sarebbe potuto succedere se si fosse nati in un’altra famiglia o in un’altra parte del mondo. L’amore non c’entra niente con quello che si fa (o non si fa), si dice (o non si dice). Quando si ama, in fondo, il “resto” c’è sempre. Anche semplicemente perché resta tutto ciò che si è condiviso e con-vissuto, rifiutato o cercato insieme. Pure quando si cerca invano di dare all’altra persona quello che non si ha, e lei magari vorrebbe tutt’altro. L’unica cosa che conta, d’altronde, è provare ad attraversare insieme i vuoti che ci si porta dentro, cercando di fare la pace con le proprie fragilità, le proprie fratture e le proprie contraddizioni. Allora facciamolo pure questo bilancio del 2023 appena trascorso. Ma “con” le persone che amiamo e non “contro” di loro. Per iniziare da domani il nuovo anno, e farlo ancora una volta insieme alle persone care.

Michela Marzano

-la-matematica-del-cuore