Dall’Autoped al monopattino…

 

suffragetta

Questa è la fotografia di una giovane donna inglese, una tra quelle prime rivoluzionarie che rivendicavano diritti per le donne e  venivano chiamate suffragette, dal termine suffragio, ossia voto, perchè proprio il  diritto al voto per le donne era la loro più importante richiesta. Si chiamava Florence  Norman e qui è ripresa  nel 1916 per le vie di Londra alla guida di uno scooter a motore, che si chiamava Autoped. Potrebbe essere l’antenato, oppure il primo monopattino della storia, dimostrando che non sempre si inventa qualcosa di nuovo…

Per non dimenticare quell’11 settembre di 20 anni fa… anche se dimenticare è impossibile.

Saltarono dai piani in fiamme, giù
…uno, due, altri ancora
più in alto, più in basso.
Una fotografia li ha colti mentre erano vivi
e ora li preserva
sopra il suolo, diretti verso il suolo.
Ognuno di loro ancora intero
con il proprio volto
e il sangue ben nascosto.
C’è ancora tempo,
perché i loro capelli siano scompigliati,
e perché chiavi e spiccioli
cadano dalle loro tasche.
Essi si trovano ancora nel reame dell’aria,
entro i luoghi
che hanno appena aperto.
Ci sono soltanto due cose che posso fare per loro
…descrivere questo volo
e non aggiungere una parola finale.

Wisława Szymborska

O New York notturna del nostro amore
così decapitata, ogni tua luce
è stata il vagito della nostra poesia.
Tu non puoi morire quando sogni
poiché noi italiani ti abbiamo
cullato tra le nostre braccia.
Penso che l’amore sia una grande torre
una torre addormentata nel cuore della notte.
Ma questi giganti che ormai non parlano più
hanno sepolto sotto le loro macerie
anche i nostri sospiri d’amore,
”quando la sera si stendeva sopra un tavolo
come un paziente in preda alla narcosi.

Alda Merini

 

torri

Quell’11 settembre colla distruzione delle Torri Gemelle fini un’era, quella delle certezza e della sicurezza e si apri un mondo nuovo, il mondo che viviamo pieno di incertezze , di paura e insicurezza, un mondo di tecnologia, di globalizzazione dove il potere è tutto incentrato nel Denaro e chi ne vive a contatto può fare il bello e i cattivo tempo del mondo intero e disporre dell’umanità suo piacimento..

12 Cose che il matrimonio non è:)12 Cose che il matrimonio è-

Ho trovato in un libro un ritaglio di giornale, conservato perchè parla di matrimonio, parole interessanti che meritano di essere condivise.

24 anni di matrimonio. Ecco cosa ha significato per me questo ultimo 15 settembre. Avevamo festeggiato in anticipo, perciò non me ne sono ricordata che a fine giornata, tornando a casa dal lavoro. Gli ho detto ‘Ti amo’. Gli ho comprato dei fiori al negozio sotto casa. Una composizione bellissima. Come faremmo senza i negozi di fiori? Tra la mia carriera di terapista di coppia e la mia esperienza personale, ho imparato un po’ di cose. E dato che gli anni sono 24, ho deciso di dividerle in due gruppi di 12. Così, mi sembrava più carino.

12 COSE CHE IL MATRIMONIO NON E’:

1) Il matrimonio non è roba da femminucce. È un lavoro duro.

2) Il matrimonio non significa ottenere tutto quel che si vuole, sempre. Non è una dittatura. Non è volere vincere a tutti i costi, perché significherebbe fare perdere sempre l’altra persona. Potrebbe anche andare bene per te, ma sicuramente non per il matrimonio.

3) Il matrimonio non si basa su delle leggi astrofisiche. I principi su cui si poggia sono piuttosto semplici. Gentilezza. Rispetto. Lealtà. Quel genere di cose.

4) Il matrimonio non è fuori moda. Resta vitale. Anche i Brangelina devono pensarla così.

5) Il matrimonio non è stimolante di per sé. Stando molto a lungo con la stessa persona, entrambi potreste rimanere intrappolati nella routine. Devi mantenerlo vivo.

6) Il matrimonio non è come fare una collezione. Le gioie del matrimonio non sono tangibili, si vivono. Ecco perché sono così speciali.

7) Il matrimonio non è fatto per le persone impazienti. Alcune tra le cose migliori hanno bisogno di tempo per svilupparsi. E per scoprirle devi restare in zona.

8) Il matrimonio non è lo spazio delle recriminazioni. Delle ingiurie. Il rischio è di rovinare ogni possibilità di profonda intimità e fiducia, dissolvendo la speranza di raggiungerla.

9) Il matrimonio non è un negozio di riparazioni h24. Il tuo partner non è tenuto a rispondere a ogni tuo bisogno, di alcuni dovrai prendertene cura da sola tramite le amicizie o altre attività.

10) Il matrimonio non si auto-mantiene. Non va avanti da solo. Concentrarsi interamente sui figli è un errore.

11) Il matrimonio non è noioso. L’intreccio di due vite può essere piuttosto eccitante! Si impara molto dall’osservare qualcuno vicino e molto diverso da te, che vive in maniera differente e personale.

12) Il matrimonio non è senza conflitto. Sapere portare avanti una discussione e superare la rabbia e il disappunto è forse la chiave perché molte cose vadano bene e si arrivi alla cooperazione menzionata al #2

12 COSE CHE IL MATRIMONIO E’:

1) Il matrimonio è il potenziale per un’intimità intensa, profonda e varia. Sessuale, emotiva, relazionale.

2) Il matrimonio è sapere che qualcuno ti guarda le spalle. Sempre. È come un’interdipendenza.

3) Il matrimonio è sapere di essere stata vista nei momenti peggiori, e tuttavia essere ancora amata. Un senso prevalente di gratitudine e sicurezza.

4) Il matrimonio è condividere vecchi ricordi. O qualche storia da ripetere ancora e ancora ridendone sempre da matti.

5) Il matrimonio è commuoversi assieme.

6) Il matrimonio è provare a pensare alla vita senza l’altro. E non riuscire neppure a immaginarselo.

7) Il matrimonio è irritarsi per le cose che ti irritano sempre. Che ti irritano da 24 anni. Ti irriteranno per altri 24 anni. E tollerarle perché sono controbilanciate dalle cose positive.

8)) Il matrimonio è non riuscire ad aspettare di tornare a casa per condividere delle piccole cose.

9) Il matrimonio è desiderare di essere tu quella operata, o malata. Non lui.

10) Il matrimonio a volte è una lotta. Provare lentamente a combattere in maniera più giusta. A scusarsi. Ad ascoltare. Ad imparare. A trovare una soluzione.

11) Il matrimonio è vulnerabilità. Dare a qualcuno il diritto di ferirti o di contraddirti. E allo stesso tempo dare l’opportunità a quella persona di portarti gioia e risate infinite.

12) Il matrimonio è una promessa. Un voto. Provare come non avevi mai provato prima. Il matrimonio è un luogo unico di conquista della propria virtù.

Ed ora mi incammino verso il #25… Per ora, tutto bene…

Dr. Margaret Rutherford
Clinical  Psychologist, Mental Health

 

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Mi piace…

Mi piacciono i capelli appena lavati, ancora umidi, lisci come seta,mi piace il pane caldo, che sa ancora di forno, che porta il ricordo della legna di un tempo, le case silenziose ,la mattina: per questo mi piace alzarmi presto, spalancare le finestre sull’alba. Mi piace aspettare qualcuno che arriva col treno, l’occhio che si perde dove i binari diventano un puntino. Mi piace il profumo del bucato, quello di casa mia, che ha il profumo di noi, delle nostre intimità. Mi piace camminare sola, su strade che conosco perchè seguo solo il mio pensiero. Mi piace chiudere un libro e buttarmi a capofitto dentro un fumetto. Mi piacciono le giornate di sole in primavera, quelle brillanti come l’oro dell’autunno ,passeggiare in giardino, godermi tutto il bello intorno. Mi piace conoscere senza giudicare, guidare quando piove, nella notte .Mi piace quando riesco a fare le cose, gestire gli imprevisti senza andare in tilt e poi dirmi brava da sola, mi piace respirare come se dovessi prendermi il massimo dell’aria, in quel respiro un concentrato di vita…

capelli-seta

La legge di Murphy con un po’ d’ironia…

Credo che non ci sia persona che non conosca , magari inconsciamente questa legge pseudo scientifica, poichè nessuno, nella sua vita, a meno di una eccessiva sfacciata fortuna, è riuscito a evitare di assistere ad uno dei suoi corollari.

Legge di Murphy: i corollari.
Secondo la legge di Murphy se qualcosa può andare male lo farà e l’assioma ha in tutto nove corollari, i seguenti:

1-Niente è facile come sembra;
2-Tutto richiede più tempo di quanto si pensi;
3-Se c’è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo;
4-Se si prevedono quattro possibili modi  in cui qualcosa può andare male, e si    prevengono, immediatamente se ne  rivelerà un quinto;
5-Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio.
6-Non ci si può mettere a far qualcosa senza che qualcos’altro non vada fatto prima.
7-Ogni soluzione genera nuovi  problemi;
8-I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedir loro di nuocere;
9-Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla.

E’vero o no che,  leggendo queste frasi, sorge un sorriso? C’è qualcuno che può provare il contrario, tra chi forse vede oltre il bicchiere mezzo pieno ? Intanto ,per diletto ed esorcizzare  tutto questo ,divertitivi a leggere ” La  legge di Murphy” di Arthur  Bloch ,da cui vi propongo alcuni stralci.

Leggi e postulati.
Se nella chimica “seria” esiste il Postulato di Hammond, nella “murphologia “esiste il postulato di Boling: “Se sei di buon umore, non preoccuparti: ti passerà”. Molto importanti sono anche le leggi di Scott. La prima: “Qualsiasi cosa vada male, avrà probabilmente l’aria di andare benissimo”. La seconda: “Quando si trova e si corregge un errore, si vedrà che andava meglio prima”. E il corollario: “Quando si capisce che la correzione era sbagliata, sarà troppo tardi per tornare indietro”. Imprescindibile è anche la legge di Murphy sull’amore: “Se ti può andare buca lo farà”.

Così come le varie declinazioni della legge di Murphy sul lavoro, tra cui spiccano la legge di Lampner – “Quando lasci il lavoro tardi, nessuno ti nota. Quando te ne vai presto, incontri il capo nel parcheggio” – e il corollario alla legge di Edward: “Se non ci fosse l’ultimo momento, non si riuscirebbe a far niente”.

Sarebbe impossibile riportare qui tutte le frasi divertenti sulla legge di Murphy, ma le più belle comprendono ancora: “Se un congegno meccanico si rompe, lo farà nel peggior momento possibile”. “Niente va così male che non possa andare peggio”. “Si troverà sempre una cosa nell’ultimo posto dove la si cerca”. E poi: “Chi russa si addormenta per primo”. “Se lo spirito è forte ma la carne è debole, perché vince sempre la carne?”. E infine: “Se le regali dei cioccolatini, è a dieta. Se le regali dei fiori, è allergica”.

Che importa quanti anni ho?

José Saramago

Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma,
ma con l’intento di continuare a crescere.
Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita
e le illusioni diventano speranza.
Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata,
ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa.
E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero,
perché i miei desideri avverati,
le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo.
Che importa se compio venti, quaranta o sessant’anni!
Quel che importa è l’età che sento.
Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa!
Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.

José Saramago

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Se potessi…quante volte ci capita di dire queste parole; Non sono rimpianti, ma semplici riflessioni su come molte cose sarebbero state diverse !

 

romi

 

Se potessi rivivere la mia vita
Se potessi rivivere la mia vita
avrei il coraggio di fare più errori la prossima volta.
Mi rilasserei, sarei preparata.
Sarei più matta di come sono stata in questo viaggio.
Prenderei meno cose sul serio.
Mi darei più possibilità.

Scalerei più montagne e nuoterei in più fiumi
Mangerei più gelati e meno fagioli.
Avrei, forse, più problemi reali,
ma un minor numero di problemi immaginari.

Vedi, io sono una di quelle persone che vive
in modo ragionevole e sensato, ora dopo ora,
giorno dopo giorno.

Oh, i miei momenti li ho avuti,
ma se mi capitasse di tornare indietro,
ne vorrei avere di più.
In effetti, mi piacerebbe provare a non avere nient’altro.
Solo momenti, uno dopo l’altro,
anziché vivere tanti anni in anticipo su ogni giorno.

Sono stata una di quelle persone che non va mai da nessuna parte
senza un termometro, una borsa dell’acqua calda, un impermeabile e un paracadute.
Se dovessi tornare indietro,
vorrei viaggiare più leggera di quello che ho.

Se potessi rivivere la mia vita,
vorrei iniziare a girare presto a piedi nudi in primavera
e rimanere così fino ad autunno inoltrato.
Andrei a ballare dei più,
andrei di più a cavallo sulle giostre,
raccoglierei più margherite.

Nadine Stair

Nadine STAIR, 1892-1988, statunitense, nativa di Luisville, Kentucky. Non si hanno altre notizie sull’attività dell’autrice: sembra che la ‘poesia’ sia stata scritta quando lei aveva 85 anni.
Il testo pare essere ispirato a un articolo di Don Herold (1889-1966, scrittore e umorista statunitense), in ‘Reader’s Digest’, ottobre 1953. Successivamente rielaborato in forma libera e poetica, il documento è stato spesso attribuito, falsamente, a Jorge Luis Borges (1899-1986, scrittore, poeta, saggista argentino) con il titolo di Istanti.

Innamorarsi di una suora…

È permesso innamorarsi a distanza di una Badessa in clausura? Innamorarsi senza sogni blasfemi e carnali, e senza pretesa di violare la casta rinuncia al mondo di una donna bellissima e carismatica con un passato colmo di amori, che si è ritirata in monastero ma è tuttora affascinante. Suor Maria Patrizia vive insieme ad altre sette clarisse dietro le grate del monastero di clausura di San Paolo. La chiamano Abbadessa, come è più rigoroso (perché deriva da abbate, poi in forma aferetica, decapitando la a, diventa badessa). Benché madre superiora, Maria Patrizia potrebbe essere figlia di alcune di loro, ormai curve e decrepite; è la più giovane del monastero. La Badessa è di una bellezza austera, magra e abbagliante, con una voce stentorea che sprigiona sicurezza. C’è chi trema al suo cospetto, quando lei, dalle grate, ti fissa negli occhi, ti prende le mani e poi ti dice: fa’ che la tua parola sia sempre creatrice. Il suo sguardo ti tiene in tensione come la corda di un arco; mai provato niente di simile. La sua mano “ha un calore particolare. Brucia. Suggestione? Può darsi, ma brucia”. Emana il fascino dell’altrove, la Badessa, una bellezza mista a rigore. Il suo carisma mette in soggezione, misterioso e cordiale. Esprime lontananza, eppure sorride. Riceve con grazia, non si nega agli incontri, ma s’intrattiene per poco, lasciando un calore nelle mani, nel cuore e un alone di luce filtrata dalle grate.

La Badessa Patrizia era una donna immersa nel mondo fino alle soglie dei quarant’anni; poi decise di cambiare radicalmente vita, prese i voti e presto divenne badessa per il carisma che emana e l’intensità della sua parola. L’Abbadessa non era amata in paese. Alcune donne di San Miniato dicono che l’abbadessa è diventata clarissa di clausura in età matura dopo aver rovinato molte famiglie, perché molti mariti si innamorarono di lei, quando era ancora la signorina B., una ragazza libera e non ancora votata a Dio. La sua clausura, per le maldicenti, è una punizione divina “per tutto il male che ha fatto prima”. Ne ha rubati di cuori, la Badessa, non si è risparmiata agli amori. Ma anche Agostino fu un amatore plurimo prima di diventare santo e filosofo.

Ora Madre Patrizia seduce nel nome del Signore e seduce le anime tramite l’udito e la vista. Sul sito del monastero, dove campeggia il suo nome, alla voce attività è scritto “vita contemplativa claustrale”. È dura la regola della loro vita quotidiana tra sveglie mattutine, preghiere, esercizi spirituali e silenzi totali. E così, a Dio piacendo, si ripetono i giorni. Vita sprecata? Ma chi fa cose più importanti e significative? Chi spreca la vita in modo diverso, tra carrelli della spesa e auto, zapping, telefono e web, più affanni e moine? Si, c’è eros, vacanze, divertimento, la cena fuori, l’aria aperta, gli spazi. Ma chi può stabilire la superiorità di una vita, se non la misura interiore? Se una vita è compiuta a misura delle sue aspettative, se una vita non va solo vissuta ma anche dedicata, se le va dato un senso…

La libertà, per Sartre, è una prigione senza muri; la prigione delle clarisse è una libertà senza corpi, per altri mondi. Certo, che scelta radicale la clausura. Fece bene a pentirsi Madre Patrizia o avrebbe dovuto seguire il corso del mondo e la sua bellezza, poi sfiorire e frenare il tempo con il lifting, le beauty farm e la dieta? A volte, la sera, penserà alla vita che ha lasciato, agli amori che ha seminato, alle notti remote, passate tra corpi, allegrie, e forse avrà voglia di piangere. Non mancheranno cedimenti, rimpianti, conati di gioventù, sussulti di corpi. Ma ogni vita sfiorisce a suo modo. La vita è colma di vuoti e di varie pienezze. Nella civiltà dell’ansia e della disperazione si può trovare la vita anche là dove si nega. Il monastero, dopo una vita nel mondo, è una via d’uscita, verso l’alto. Ma definitiva. È possibile tuttavia innamorarsi di lei, donna invisibile. Un amore incorporeo, distante, unilaterale, a sua insaputa, nella maestà del silenzio, versione arcaica degli amori ignoti e cortesi a distanza, al telefono, on-line. Parafrasando Carducci: “Badessa, cos’è mai la vita? È l’ombra di un sogno fuggente. La favola breve è finita. Il vero immortale è l’amor”.

MV. Questo brano è tratto dall’Antologia di Marcello Veneziani, scritto nel 2010.

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