Ode alla Pace di Pablo Neruda, versi per riflettere in questa settimana Santa.

 

 

 

L’Ucraina prima e la Palestina adesso ci fanno avvertire l’orrore della guerra , che colpisce soprattutto gli inermi, coloro che con questi obbrobri non hanno niente a che spartire, ma pagano per coloro che li governano malamente , senza scrupoli.
La follia umana ha preso il sopravvento su ogni valore umanamente condivisibile,il dominio del mondo è ormai l’unico obiettivo delle grandi potenze, attente a mantenere le loro supremazie su un pianeta allo sfascio ecologico, morale e intellettuale, obiettivo ridurre l’uomo ai minimi termini per garantire massimi profitti a chi sopravviverà
Ecco perché  condivido una poesia che è un viaggio. L’epica di un poeta che ha conosciuto l’esilio, e ogni specie di tragedie umane. Quello di Pablo Neruda è un canto di auspicio, una preghiera che fermi la barbarie e riesca a trionfare la Pace nel mondo intero.

        Ode alla pace

Sia pace per le aurore che verranno,
pace per il ponte, pace per il vino,
pace per le parole che mi frugano
più dentro e che dal mio sangue risalgono
legando terra e amori con l’antico
canto;
e sia pace per le città all’alba
quando si sveglia il pane,
pace al libro come sigillo d’aria,
e pace per le ceneri di questi
morti e di questi altri ancora;
e sia pace sopra l’oscuro ferro di Brooklyn, al portalettere
che entra di casa in casa come il giorno,
pace per il regista che grida al megafono rivolto ai convolvoli,
pace per la mia mano destra che brama soltanto scrivere il nome
Rosario, pace per il boliviano segreto come pietra
nel fondo di uno stagno, pace perché tu possa sposarti;
e sia pace per tutte le segherie del Bio-Bio,
per il cuore lacerato della Spagna,
sia pace per il piccolo Museo
di Wyoming, dove la più dolce cosa
è un cuscino con un cuore ricamato,
pace per il fornaio ed i suoi amori,
pace per la farina, pace per tutto il grano
che deve nascere, pace per ogni
amore che cerca schermi di foglie,
pace per tutti i vivi,
per tutte le terre e le acque.
Ed ora qui vi saluto,
torno alla mia casa, ai miei sogni,
ritorno alla Patagonia, dove
il vento fa vibrare le stalle
e spruzza ghiaccio
l’oceano. Non sono che un poeta
e vi amo tutti, e vago per il mondo
che amo: nella mia patria i minatori
conoscono le carceri e i soldati
danno ordini ai giudici.
Ma io amo anche le radici
del mio piccolo gelido paese.
Se dovessi morire mille volte,
io là vorrei morire:
se dovessi mille volte nascere,
là vorrei nascere,
vicino all’araucaria selvaggia,
al forte vento che soffia dal Sud.
Nessuno pensi a me.
Pensiamo a tutta la terra, battendo
dolcemente le nocche sulla tavola.
Io non voglio che il sangue
torni ad inzuppare il pane, i legumi, la musica:
ed io voglio che vengano con me
la ragazza, il minatore, l’avvocato, il marinaio, il fabbricante di bambole
e che escano a bere con me il vino più rosso.
Io qui non vengo a risolvere nulla.
Sono venuto solo per cantare
e per farti cantare con me.

Pablo Neruda

 

giornata-della-pace_

 

Riflessioni:L’uno e il tutto, la cosa ,l’uomo nell’universo, nell’infinità eterna dell’essere.

Non c’è segreto .Tutta la potenza sta tra l’origine e la fine, almeno mi viene da pensare così- Gli anni, le distanze, le stelle, le candele, l’acqua, il vento, la magia,il mestiere che l’uomo possiede e la saggezza nella radice di un albero. Essi si presentano tutti insieme.Il mio nome e quello degli altri, e il nome vero del sole, o una primavera d’acqua ,un bambino non nato, sono tutte sillabe di una grande parola che è il linguaggio del brillare delle stelle, parlato molto lentamente- Non esiste altro potere, nessun altro nome.

infinito

Quando è subito sera…

 

C’è qualcosa di speciale in queste sere tra la fine di Novembre e i primi giorni di Dicembre; si fa buio presto, la nebbia scende come se ti avvolgesse in un lenzuolo freddo, somigliando alla morte,e ti spinge a cercare frettolosamente il caldo bagliore di un fuoco, di candele che tremolano, per avere un accogliente caldo abbraccio. Il sole , che se ne va sempre più presto ci regala il tempo di immergerci negli angoli bui della nostra vita e accende una candela per aiutarci a ritrovare alcuni aspetti di noi, che abbiamo nascosto durante i mesi spensierati della calda estate. Queste riflessioni serali portano una specie di purificazione di alcuni stati d’animo, che hanno bisogno di tempo per svanire col fumo attraverso il camino. Così, quando tornerà la primavera noi potremo fiorire ancora di una bellezza rinnovata, proprio come fanno i fiori che ora vanno a dormire per l’intera stagione.

anche col freddo

Un albero ,lo guardo e penso che…

 

Se si osserva la natura con attenzione, da lei si apprende molto. Soffermarsi su un albero e analizzare la sua vita si può vedere una specie di santità. Ecco perchè i santi sono forse come gli alberi. Essi non chiamano nessuno, nè scacciano nessuno. Danno ospitalità a chiunque abbisogni di un riparo, che sia un uomo, una donna, un bambino, un animale. Se ti siedi sotto un albero, egli ti proteggerà dalle intemperie ,da un sole cocente come da una violenta pioggia ; inoltre ci regala fiori e frutti. Tuttavia, anche se un essere umano gioisce per tutto questo e un uccello si nutre di lui, all’albero tutto questo non interessa; il suo essere e ciò che fa sono là per chi va e ne beneficia.

sotto l'albero

Se potessi…quante volte ci capita di dire queste parole; Non sono rimpianti, ma semplici riflessioni su come molte cose sarebbero state diverse !

 

romi

 

Se potessi rivivere la mia vita
Se potessi rivivere la mia vita
avrei il coraggio di fare più errori la prossima volta.
Mi rilasserei, sarei preparata.
Sarei più matta di come sono stata in questo viaggio.
Prenderei meno cose sul serio.
Mi darei più possibilità.

Scalerei più montagne e nuoterei in più fiumi
Mangerei più gelati e meno fagioli.
Avrei, forse, più problemi reali,
ma un minor numero di problemi immaginari.

Vedi, io sono una di quelle persone che vive
in modo ragionevole e sensato, ora dopo ora,
giorno dopo giorno.

Oh, i miei momenti li ho avuti,
ma se mi capitasse di tornare indietro,
ne vorrei avere di più.
In effetti, mi piacerebbe provare a non avere nient’altro.
Solo momenti, uno dopo l’altro,
anziché vivere tanti anni in anticipo su ogni giorno.

Sono stata una di quelle persone che non va mai da nessuna parte
senza un termometro, una borsa dell’acqua calda, un impermeabile e un paracadute.
Se dovessi tornare indietro,
vorrei viaggiare più leggera di quello che ho.

Se potessi rivivere la mia vita,
vorrei iniziare a girare presto a piedi nudi in primavera
e rimanere così fino ad autunno inoltrato.
Andrei a ballare dei più,
andrei di più a cavallo sulle giostre,
raccoglierei più margherite.

Nadine Stair

Nadine STAIR, 1892-1988, statunitense, nativa di Luisville, Kentucky. Non si hanno altre notizie sull’attività dell’autrice: sembra che la ‘poesia’ sia stata scritta quando lei aveva 85 anni.
Il testo pare essere ispirato a un articolo di Don Herold (1889-1966, scrittore e umorista statunitense), in ‘Reader’s Digest’, ottobre 1953. Successivamente rielaborato in forma libera e poetica, il documento è stato spesso attribuito, falsamente, a Jorge Luis Borges (1899-1986, scrittore, poeta, saggista argentino) con il titolo di Istanti.