Messaggi di Febbraio 2021

Benvenuto Valentino

Post n°187 pubblicato il 12 Febbraio 2021 da la.cozza

Mia nipote ha un fratellino.
Nuovo di zecca.
Roseo e paffuto come solo i neonati sanno essere.
Ignaro.
Come tutti i neonati dorme beato.
Lunapiena ha gli occhi che brillano di gioia e sorride felice.
Insieme alle foto dei compiti per domani, che faremo a distanza, mi ha mandato la foto del piccolo.
E' un bambino, una vita appena iniziata e io mi commuovo.
Non avrei mai voluto che finisse così.
Ho provato a scrivere un finale diverso per la storia di Linus e Marcie, un lieto fine.
Ho sperato nelle istituzioni.
Ho fallito su tutta la linea.
Forse certe storie nascono con un finale già scritto e non si può fare niente per cambiarlo.
Linus e Marcie si sono separati, e non so se questo è un bene o un male, di certo so che non era quello che speravo.
Marcie ha un nuovo compagno e un nuovo figlio.
Io non ho un nuovo nipote e probabilmente non avrò nessun rapporto con lui.
In mezzo al caos di relazioni e sentimenti contrastanti Lunapiena è felice e suo fratello è inconsapevole.
Benvenuto Valentino e buona fortuna!

 
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E venne il giorno dell'imbianchino

Post n°186 pubblicato il 10 Febbraio 2021 da la.cozza

A giugno, mentre avevo il giardino stravolto da operai e ponteggi e lavori sul tetto e in cucina per il camino, Scuttle mi fa:
"Tesò comincia a impacchettare tutto che quando questi hanno finito chiamo Dario e ridipingiamo la cucina."
Si sono conosciuti alla sala biliardo e tra partite, escursioni in montagna e qualche lavoretto insieme, ne è nata una strana amicizia più simile a una relazione possessiva che a un sodalizio. Dario attraversava un periodo complicato ed è finita che pian piano non si sono visti e sentiti più. Ma rompere con Scuttle non è semplice. Per Dario
"Tutti dovrebberio avere un amico come Scuttle!"
e così quando abbiamo pensato ad un bravo pittore il problema della scelta non si è posto.
A settembre, quando finalmente ponteggio e operai hanno levato le tende, avevamo avuto il tempo per dormirci su e così:
"Visto che ci mettiamo le mani rifacciamo anche i bagni."
Ma avevamo fatto i conti senza l'oste in veste di pandemia.
Dario si è ammalato ed è stata brutta, brutta e lunga.
Guarito lui si è contagiato Scuttle. Ancora non abbiamo capito come e dove, ma siamo finiti tutti in quarantena.
Intanto io, giorno dopo giorno, ho impacchettato e inscatolato suppellettili e tutto quello che non è strettamente necessario sentendomi sempre più a disagio nei miei spazi.
Sono una accumulatrice e non butto mai niente e così tra setacci, ceste di ogni misura e colore, bicchieri e boccali convivono su mensole e ripiani attrezzi da cucina e stoviglie delle mie nonne, di mia mamma e miei. Le pareti sono letteralmente ricoperte di quadri e la polvere ogni giorno si posa su tutto senza riuscire però a raggiungere il piano dei mobili per quanto sono pieni di roba. Questo in tutte le stanze della mia Casa-museo, come la chiama Rerun.
C'è chi non sopporta spazi troppo pieni, io non sopporto i vuoti.
Come se non bastasse ogni cosa ha un suo posto ben preciso per realizzare quello che io percepisco come equilibrio e armonia e così da giugno mi sento come in bilico sia nelle stanze che ho svuotato sia in quelle che ho riempito con tutto quello che ho tolto dalle prime.
Intanto Dario aveva ripreso a lavorare ma per terminare tutti i lavori lasciati in sospeso siamo arrivati a Natale e Natale quando arriva arriva e così
"Tanti auguri, buone feste, ci sentiamo all'anno nuovo."
Anno nuovo, vita nuova e perché no? casa nuova o meglio rinnovata.
A forza di dormirci su abbiamo deciso di rinfrescare anche tutte le altre stanze.
Abito in una piccola palazzina degli anni trenta del secolo scorso, tre appartamenti soltanto. Quello sopra il mio è disabitato da otto anni. Le case vecchie sono anche umide soprattutto nella mia città e così i proprietari hanno pensato bene di lasciare qualche finestra aperta per arieggiare.
Ora tutti sanno che l'aria calda ha il brutto vizio di salire e così sui soffitti di casa mia ogni giorno si combatte una dura battaglia tra l'aria calda, riscaldata a caro prezzo dai miei termosifoni, e il gelo artico prodotto dal piano superiore. La battaglia lascia sul campo un nero sangue di condensa dove vegeta allegramente ogni genere di muffa.
I danni maggiori ci sono in cucina e nei bagni ma piano piano la guerra si sta propagando anche alle altre stanze. Inutile parlare con i proprietari del piano di sopra.
Così stamattina alle otto sono iniziati i lavori e oggi pranziamo in sala con pollo e patate arrosto della rosticceria. Domani chissà....

 
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Legoagogo'

Post n°185 pubblicato il 05 Febbraio 2021 da la.cozza

La signorina mi guarda perplessa.
- Abbiamo anche le basi grandi di diverse misure...
- Lo so, le conosco ma non mi occorrono.
Mi chiedo se stia cercando in ogni modo di vendermi qualcosaltro.
- Abbiamo un attrezzo fatto apposta per smontarle...
- Lo conosco ma grazie, non mi occorre.
- Abbiamo anche...
Maneggio Lego praticamente da sempre. Ne ho posseduto o meglio sono stata posseduta da una scatola di quelle arrivate in Italia sessantanni fa. Ancora abbastanz
a grezze e senza istruzioni oltre le immagini sulla scatola. Ti possedevano ma in fondo ti lasciavano libera. Dagli anni ottanta in poi i colorati mattoncini hanno riempito i sogni ed i pacchetti regalo di figli e nipoti diventando sempre più sofisticati.
La signorina è sempre più perplessa mentre mi porge il mio barattolino pieno di cubetti rossi e verdi, rig
orosamente solo mattoncini da uno.
Completo l'opera chiedendole cinque basi da
dieci.
Bologna. Sono entrata ormai da diverso tempo nel tempio delle Lego e ho ignorato tutto. Tra decine di bambini incantati davanti alle splendide costruzioni io mi sono diretta al muro di contenitori di mattoncini sfusi e ne ho presi più che potevo, tutti da uno. Compiuta la mia missione, incurante di Scuttle che vuole trascinarmi in quel mondo incantato di città, astronavi, castelli, vascelli dei pirati, treni e draghi mi dirigo alla cassa.
Aggiungo le basi ai cubetti e siccome in fondo non mi va di lasciare la signorina a chiedersi cosa diavolo si può costruire con tutti quei mattoncini da uno, impossibili da incastrare e far stare in piedi, spiego:
- Mi occorrono per far contare i bambini, per aiutarli a comprendere il complemento a dieci, per realizzare dei regoli in cui il colore non confonda le idee e sia facile capire di che numero si tratta.
Esco dal negozio felice come se mi avessero regalato il Colosseo.
No, non quello che sta a Roma ma quello della serie LEGO Creator Expert.

 
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Sorelle

Post n°184 pubblicato il 02 Febbraio 2021 da la.cozza

Lei era la fioraia, e poco importa se prima di lei quell'abito lo avevo indossato io, aveva due anni, era incantevole e vinse il primo premio al concorso delle piccole maschere della mia città.
Io ero il gatto con gli stivali e vinsi anche io un premio.
Lei era Cenerentola nel filmino amatoriale alla cui realizzazione collaborò tutta la famiglia compresi zii e cugini, io una delle sorellastre.
Lei era bellissima. Occhi chiari come il cielo a primavera e capelli biondissimi così sottili da sembrare l'oro filato della fiaba di Trampolino tonante.
Io ero goffa e impacciata al punto che mi mandarono a scuola di danza per rendermi più aggraziata.
Lei era la grazia fatta bambina, così minuta, delicata come una porcellana.
In realtà era un maschiaccio arrampicata sull'albero dietro casa insieme a nostro cugino o con le pistole in mano e il cinturone da cowboy o quando saltava da una sedia all'altra col suo mantello nero svolazzante  cantando a squarciagola " Zorro, inatti un cane che freeee!" 
Lei aveva i capelli lisci lisci e mamma glieli lasciava crescere lunghi e morbidi.
Io avevo un taglio corto alla maschietta e un'orribile frangetta indomabile come i miei ricci castano ramati. Ci tenevo tanto a quel "ramati" mi sembrava la sola cosa bella di un insieme che io consideravo decisamente brutto.
Lei aveva il naso piccolo e all'insù, io un naso importante, dantesco.
Lei aveva un ovale perfetto, io la fronte larga e il viso rettangolare con labbra troppo piccole e occhi un po' infossati.
A lei regalarono la Barbie e a me Jenny, la bambola vestita da un famoso sarto. Ma Jenny era una bambina, niente a che vedere con quella strafiga di Barbie tutta trucco e seno.
Lei era brava in tutti gli sport e volava spericolata sugli sci mentre io annaspavo tra spazzaneve e cadute o schiacciava e saltava sottorete mentre io mi nascondevo in sala attrezzi o correva veloce come  Bip-bip mentre io lanciavo l'odiato disco fuori campo.
Io amavo leggere e suonare il pianoforte, ascoltare musica e sognare ad occhi aperti.
Lei ha sempre avuto i piedi ben piantati per terra, io la testa perennemente tra le nuvole.
Potrei continuare all'infinito con le nostre differenze. Io logorroica, lei di poche parole. Io metodica e precisa  lei disordinatissima. Io timida e solitaria lei socievole.
Anche il modo di percepire la realtà è totalmente diverso, me ne sono resa conto tempo fa quando ci siamo messe a ricordare la nostra infanzia e mi sono chiesta se stavamo parlando della stessa famiglia, degli stessi genitori. Lei ricorda episodi che io giurerei non essere mai accaduti e io descrivo persone in cui lei non riconosce i nostri parenti e amici. E viceversa.
Abitiamo a neanche cinquecento metri di distanza ma non ci vediamo quasi mai.
Ma lei c'è. C'è e c'è sempre stata.
La prima a cui ho detto quello che nascondevo a tutti sotto l'apparenza della famiglia felice. Quella a cui ho affidato tutti i documenti necessari a proteggere i miei figli nel caso fosse finita in tragedia. La prima ad aver conosciuto il mio futuro compagno e ad avermi sostenuto nell'iniziare una nuova vita. La sola con cui Charlie non ha troncato i rapporti quando aveva rotto con tutto il resto della famiglia e che ha potuto così restargli vicino nei momenti più neri della sua vita. E di questo gliene sarò grata in eterno. Il primo viso che ho visto svegliandomi da una brutta operazione.
Abbiamo sempre difeso il nostro rapporto dalle interferenze di chiunque e nonostante tutto siamo riuscite ad andare oltre quando
un'ombra,un sospetto, un giudizio, una accusa assurda hanno rischiato di mandare in frantumi il nostro esserci. Lei oltre il sospetto, io oltre il pensare che se lei mi ha ritenuto capace di una azione tanto vigliacca e meschina vuol dire che non mi conosce per niente.
Lei c'è, c'è sempre stata e continuerà ad esserci come io ho fatto e farò con lei ogni volta che ne avrà bisogno.
Anche se non ci vediamo mai, anche se ci facciamo una telefonata ogni morte di papa, anche se siamo come il giorno e la notte, anche se.

 
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I figli
Charlie(1985)
Lucy(1986)
Linus(1988)
Sally
(1990)
Rerun(1995)
Cucciolo/Lana(1996)

I nipoti
da Lucy e il.genero
Principino(2005) Cicciobello(2008) Pupetta(2017)  
da Linus e Marcie
Lunapiena
(2011)
da Charlie e Frida
SueStorm
(2012)
da Charlie e Piperita Patty
Azzurro(2016)

 

I figli di Scuttle
Tritone
Aquata
Ariel

I nipoti di Scuttle
da Tritone e Atena
Andrina
Arista
Perla
Sebastian
da Aquata e Louis 
Adella
Attina
Alana
da Ariel e Eric
Flounder
PiGi

 

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