Se aiutare gli altri è una forma di egoismo…

Non è sempre vero che il tempo insegna aiutandoci a perfezionare certe lacune, a migliorare le nostre abilità, sovente ci aiuta a capire perchè in certi casi abbiamo anche sbagliato. Abbiamo sbagliato quando pensavamo che nelle relazioni si debba dare sempre tutto, magari senza pensare che sia anche giusto ricevere, senza pretendere, ma in modo spontaneo. Abbiamo sbagliato a credere che fosse errata la reciprocità-Aiutare un altro, salvarlo da certe situazioni risolvendo i suoi problemi, ci fa sentire bene, utili, anche se per fare questo abbiamo limitato noi stessi. Per questo non pensavo fosse sbagliato aspettarsi almeno quel po’ di benevolenza che viene dalla gratitudine. E spesso invece si ha l’impressione , soprattutto coi figli, che quello che era stato accettato con gioia, sia stata quasi un’imposizione, poichè non ti era stata richiesta esplicitamente. Ma come fa una mamma a rimanere impassibile quando chi ti sta intorno è palesemente disturbato da situazioni più grandi di lui?
Una mamma dimentica se stessa e fa tutto il possibile , almeno io , che ,vivo da sempre delle felicità di chi mi circonda . E si impara col tempo,e non so se abbiano ragione, perchè te lo dicono  nei momenti di disappunto, che questo modo di essere e fare è soltanto egoismo, espressione  e desiderio di appagamento dei  nostri bisogni, non  di quelli degli altri. Quando Seneca diceva:” Aiutare gli altri fa bene a noi stessi…” ci insegnava ad essere egoisti?

Seneca-Ma-E-ben-miserabile

Se Imparassimo dalla natura, dovremmo …

 

Avere il coraggio degli alberi per star dentro a tutte le stagioni.
Rompere piano piano la corteccia per far uscire i primi germogli, aiutarli a far sbocciare i primi fiori, colorare la natura e profumare l’aria , quando ancora la bruma stringe i denti la notte fredda della primavera precoce. Ammantarsi di fitto verde l’estate, per essere rifugio ai piccoli uccelli canterini e colorati, proteggere i loro nidi dalla furia dei temporali. E quando, sul finir dell’estate il sole inverte la luce, timidamente indossare il saio francescano prima di spogliarsi alla fredda nudità, che sarà la sua trasparenza a nascondere  ,affinchè  non rattrappisca troppo, non abbia brutti pensieri, ma voglia di vivere sempre, inverno dopo inverno , mantenere la linfa vitale nei rami per giungere in primavera cresciuto verso il cielo, mentre accoglieva il peso della neve, si piegava al vento, assecondando la sua forza per uscirne rinvigorito, pronto a sfidare ancora il gelo e a rifiorire più rigoglioso che mai.

platano

Il bel tacer non fu mai scritto…

 

Ci sono momenti nella vita in cui parliamo a vanvera, sono momenti di rabbia, di disperazione, di vergogna, sono momenti in cui le parole escono dalla bocca, confezionate da una mente, che non è sotto il nostro controllo. Succede, non ci rendiamo conto, se non quando, sbollite le orrende emozioni, che hanno scatenato il tutto e la mente, che sta riacquistando lucidità , ci rende consapevoli di quello che abbiamo fatto. Le parole, la possibilità di elaborarle, sono uno dei doni più belli che abbia ricevuto l’uomo. Colle parole rendiamo reali i pensieri, i sentimenti, trasmettiamo conoscenza, empatia, compassione, gioie, ma con le parole possiamo fare anche tanto di quel male, che nessuna medicina sarà mai in grado di guarire. Restano lì, davanti agli occhi, come panni stesi che nessun sole asciugherà mai. Sono l’inizio o la fine, scavano trincee che consumano la vita, le parole uccidono o fanno vivere .Non credo esista persona tanto onesta o intelligente da poterne abusare, non esiste dolore od egoismo che possa giustificare il suo uso sbagliato. Le parole creano silenzi, che a volte sono la fine di vite, che si spezzano, cancellando storie che parevano eterne. Allora il silenzio fa morire dentro, perchè non lascerà mai più che gli occhi si riaprano per vedere quello che era amore, coniugato nel modo peggiore possibile. Insegniamo allora al cuore a compatire, a silenziare le rabbie, impariamo che, per quanto brutta sia l’indifferenza, é meglio sceglierla invece di parlare a vanvera.

 frase che spiega come usare le parole
frase che spiega come usare le parole

Un piccolo..grande coraggio..

 

Ammiro il coraggio, non solo quello delle grandi imprese, ma il piccolo coraggio delle persone comuni. Ammiro molto chi riesce, nonostante i nostri egoismi, le nostre presunzioni, l’orgoglio, a tirare fuori quella grande forza di chiedere scusa, di fare il primo passo, nel torto, ma anche nella ragione.
Hanno l’intelligenza e la volontà di non farti andare via, di non perdere un’amicizia. Mi piace godere della ritrovata spontaneità, quel ricominciare il discorso in sospeso, quel dire grazie anche se… non ce n’è bisogno.E’ grazie a loro se , a volte, si torna a guardare a questo mondo da un altro punto di vista, quello del cuore, della comprensione, dei valori . E’ grazie a questo piccolo, ma spesso tormentato coraggio che si torna a riacquistare fiducia negli altri, e che ci si sente meno soli in questo periglioso cammino che si chiama vita.

sorry

I primi di luglio…

Siamo ai primi di luglio e già il pensiero
è entrato in moratoria.
Drammi non se ne vedono,
se mai disfunzioni.
Che il ritmo della mente si dislenti,
questo inspiegabilmente crea serie preoccupazioni.
Meglio si affronta il tempo quando è folto,
mezza giornata basta a sbaraccarlo.
Ma ora ai primi di luglio ogni secondo sgoccia
e l’idraulico è in ferie.

Eugenio Montale

 

campagna fioirita di luglio, mazzo su bicicletta
campagna fioirita di luglio, mazzo su bicicletta