Crepet:” La disperazione come ancora di salvezza, la passione si nutre del buio. Per ricercare la tua soluzione devi uscire dal coro .”

Nei momenti di buio si accendono le passioni più autentiche. Paolo Crepet invita i giovani a non temere le cadute, ma a cercare la propria strada fuori dal coro…
Chiunque desidererebbe una vita priva di problemi e difficoltà. Eppure, la vita autentica, quella piena che sa regalare vere soddisfazioni e ricompense meravigliose, è fatta sì di cose belle ma anche di inciampi, cadute, ostacoli.

Lo ricorda Paolo Crepet, sociologo e psichiatra da sempre attento alle problematiche che riguardano i giovani e la società in cui crescono. In un recente intervento, le sue parole risuonano come un faro per chiunque stia attraversando un momento difficile. Perché prima o poi capita a tutti di cadere, di sbagliare, di vivere una crisi. A tal proposito, Crepet afferma:“La vita è fatta anche di scivoloni, di angosce. Anzi, vi dirò di più è dentro quelle angosce che si chiamano notti che nascono le passioni. La passione si nutre a volte del nostro buio. Perché è proprio nel momento in cui ti senti perduto, che si illumina qualcosa, cominci a pensare.”

Secondo Crepet, è proprio nei momenti più bui, quelli che sembrano i peggiori, che può emergere la forza di volontà più profonda, capace di generare sogni, passioni, trasformazioni.
Quella che all’inizio sembra solo disperazione, da un’altra prospettiva può diventare la nostra ancora di salvezza. Qualcosa a cui aggrapparsi per risalire, per rinascere. Lo psichiatra aggiunge: “ Si chiama disperazione o salvataggio.
E in ogni cosa devi uscire dal coro. Ecco a cosa serve la non normalità. Devi uscire dal coro, quindi no alle soluzioni prefabbricate, non basarsi su quello che fanno tutti. Bisogna pensare che tu hai la tua soluzione, ma per fare questo bisogna cominciare subito”. Per l’esperto è importante essere unici e autentici e per esserlo è necessario intraprendere strade nuove, uscire da ambienti malsani che generano senso di angoscia e frustrazione. Inoltre è importante non adattarsi alle soluzione prefabbricate che ci propongono, ma per risalire dalla disperazione occorre ricercare il nuovo, mettersi in cammino di strade sconosciute, perché è proprio quello che non conosciamo di noi stessi che ci salverà facendo emergere la parte più bella di noi.

Dal blog___A scuola oggi.

Guardare le opere di Edward Hopper con occhi diversi…

 

Io penso che tutti coloro che conoscono Edward Hopper e le sue opere, uniche nel loro genere asciutto, minimalista e reali, le abbiano sempre guardate come rappresentazione della solitudine, alla quale si poteva aggiungere qualsiasi aggettivo. Quelle persone sole appoggiate ad una porta, quelle donne nude su letti o poltrone cogli sguardi volti all’infinito, quei lunghi banconi di bar quasi vuoti, benzinai in attesa di un cliente ci sono sempre apparse come disperati solitari in popolose metropoli americane, dove persino il caos del rumore a volte viene percepito come un assordante silenzio.
Esiste invece un ‘altra interpretazione dei dipinti di Hopper, che libera i suoi personaggi dalla solitudine, mettendoli in una dimensione diversa – C’è un libro  Oltrecolore , nel quale l’autore Antonio Spadaro ci spiega la sua visione e ci aiuta ad osservare questi dipinti secondo un diverso punto di vista,ci porta insomma a dare sfogo alla nostra immaginazione. Ebbene sappiamo come la nostra fantasia dipenda dai nostri stati d’animo. Meraviglioso quindi avvicinarsi a questi dipinti, e mentre li ammiriamo perdersi in una qualunque situazione, che possiamo immaginare per loro.
Spadaro scrive infatti che “nei quadri di Hopper le figure sono colte in attesa che qualcosa avvenga, come se una rivelazione fosse a portata di mano. La risposta sta fuori, rispetto alla superficie del quadro. La soluzione dell’attesa non è data, ma è suggerita come una necessità ineliminabile. Si ha la certezza che qualcosa debba avvenire o qualcuno debba arrivare, anche se non si sa che cosa o chi. Hopper è dunque il maestro che sa fissare l’attimo instabile in cui la vita si manifesta come desiderio di una forma di salvezza”. Sarà bello fare questo ragionamento non appena mi troverò ad ammirare un dipinto di Hopper, sarà bello immaginare i pensieri di quella signora in treno, in attesa di qualcuno che la sta aspettando con ansia , per qualsiasi motivo, in viaggio verso una realtà piacevole.

in treno

Oppure guardare quelle sue case solitarie e riempirle di vita, di gioia, di rumori, di persone che non siedono nude su un letto guardando, fuori dalla finestra, un mondo che non le appartiene.

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