La frase di Jorge Luis Borges è tratta da una delle sue opere più emblematiche, La biblioteca di Babele. In questa frase, filosofia e poetica si associano per riflettere la sua profonda meditazione sull’immortalità della conoscenza e quanto l’umanità sia effimera a confronto con l’eternità unversale.
“Forse mi inganneranno la vecchiaia e la paura, ma sospetto che la specie umana – l’unica – stia per estinguersi e che la Biblioteca sia destinata a permanere: illuminata, solitaria, infinita, perfettamente immobile, armata di volumi preziosi, inutile, incorruttibile, segreta”
Borges e la Biblioteca come metafora dell’Universo, un luogo in cui siano conservati tutti i libri e la conoscenza nota, ma anche in embrione tutta la conoscenza possibile , che si scriverebbe in ogni combinazione immaginabile di lettere e simboli. Praticamente Borges immagina che la conoscenza sia infinita, e l’ idea che la Biblioteca rimanga immutata e incorruttibile, mentre l’umanità si estingue. Il seguito di tutto questo è una montagna di interrogativi esistenziali. Dopotutto, se l’umanità coi suoi eccessi è destinata ad estinguersi , a chi potrà servire questa immensa biblioteca, se nessuno sentirà il bisogno di consultarla ?
La Biblioteca, simbolo dell’intera eredità culturale umana, potrebbe rimanere intatta, ma a quale scopo? Troppo riduttivo sarebbe erigerla a
testimonianza vuota della nostra esistenza, un monumento all’inutilità. L’immortalità della Biblioteca, in contrasto con la mortalità dell’uomo, crea una tensione tra ciò che è eterno e ciò che è temporaneo. Borges sembra suggerire che, mentre l’uomo cerca disperatamente di lasciare un segno duraturo, di costruire qualcosa che possa sopravvivere oltre la sua vita, alla fine tutto ciò può rivelarsi vano. La conoscenza, la cultura, l’arte sono tutte espressioni della nostra umanità, ma senza di noi, esse non hanno alcuno scopo. Allora perchè si stanno anche anticipando questi tempi, con il rifiuto di tutto quello che è stato cultura, non solo nei libri, ma nella realtà di un’umanità, che con noi e il nostro retaggio ha nulla da spartire. Evidentemente il destino dell ‘eterno universale è destinato, almeno per gli umani a rimanere quell’immenso vuoto in cui, per una magia quantistica ci troviamo a galleggiare, senza scopo e importanza.