L’attacco shock della Nato a Capo Teulada…

 

capo teulada

E’ della settimana scorsa l’esercitazione militare Nato, che si è tenuta a Capo Teulada nell’estremo Sud della Sardegna,in cui il terreno è stato usato in modo reale con ogni mezzo, terrestre e aereo per questa prova vera di guerra. Dopo aver sentito le conferenze stampa delle autorità civili e militari ,nelle quali si evidenziava la grande soddisfazione per l’ottima riuscita dell’operazione, ho appreso che questo sarebbe il luogo da cui ,se fosse necessario per motivi di sicurezza UE, partirebbe un’eventuale controffensiva. Ho cercato notizie di Stampa locale e vi invito a leggere qui la soddisfazione della gente dell’Isola.

https://www.unionesarda.it/news-sardegna/provincia-cagliari/teulada-lattacco-shock-della-nato-allisola-px8vky7w

 E meno male che si predica tanto di rispetto dell’ambiente, perchè sarebbero i comuni cittadini  i responsabili dei disastri ecologici e  del cambiamento climatico. In fondo come si dice ? ah..” Paga sempre Pantalone.”

Andiamo a votare, ma continueremo a contare un emerito fico secco.

I governi vogliono tecnici efficienti, non esseri umani, perchè gli esseri umani diventano un pericolo sia per i governi, come per le organizzazioni religiose. Questo perchè sia lo Stato,e allo stesso modo le religioni hanno interesse a controllare l’educazione dei cittadini. E il mondo ha già sperimentato questo con l’epidemia di Covid  prima, ed ora con la guerra in Ucraina, dove non si tollerano dissidenze di pensiero e ragionamenti logici sulle conseguenze spaventose e insostenibili a cui vengono costretti i cittadini dei paesi atlantisti. Tutto questo per una guerra che non si è voluta fermare perchè programmata o per incapacità delle diplomazie internazionali, tutte volte soltanto a fare gli interessi dei loro paesi. Se si osservano i vantaggi miliardari, che sta avendo la Norvegia, patria del banchiere Stoltemberg, capo della Nato , viene spontaneo chiederselo. Che ci faccia  poi un banchiere in quel posto, dove vedrei meglio un generale, dovrebbero spiegarmelo-

orwell

WP: la Nato impone a Zelensky di proseguire la guerra fino alla vittoria.

 

La Nato commissaria Zelensky, che non potrà fare accordi con Putin per porre fine alla guerra. Questo, in sintesi, il contenuto di un articolo del Washington Post che ovviamente non spara sic et simpliciter questa notizia bomba, diluendola in un argomentata nota che spiega come la Nato riconosce la piena indipendenza di Zelensky, che quindi è libero di negoziare con il nemico per porre fine alla guerra, ma ammonisce che non potrà fare concessioni territoriali né dare a Putin qualcosa che abbia “una parvenza di vittoria”.

Insomma, l’Ucraina è di fatto costretta dalla Nato a vincere questa guerra e ad addivenire a un accordo col nemico solo se tale intesa ne sancirà la sconfitta. Così sintetizza l’articolo: “Gli ucraini, di conseguenza, sono coinvolti in una lotta più ampia a nome dell’Europa, affermano i leader della NATO”…

Tale la follia, che di fatto rende questa guerra una guerra per procura della Nato contro la Russia, nella quale l’Ucraina e i suoi cittadini non sono considerati altro che uno strumento per tale contesa, nulla importando la macelleria delle vite ucraine che saranno immolate sull’altare di questa guerra santa contro l’asserito macellaio di Mosca…

Ovviamente, Putin non potrà mai accettare un accordo che in qualche modo non compensi le perdite subite a seguito dell’invasione dell’Ucraina, sia in termini economici che di vite dei cittadini russi. Ne sarebbe travolto e con lui la Russia, dal momento che una Nato vittoriosa avrebbe come ulteriore missione quella di evitare il ripetersi di questa criticità, che in termini brutali vuol dire smantellare sic et simpliciter la Russia.

A queste condizioni la pace o un qualsiasi accordo che ponga termine al conflitto diventa un miraggio lontano, se non impossibile, vanificato da quella che ormai è diventata una lotta esistenziale tra Oriente e Occidente, con tutto il corollario che i conflitti esistenziali comportano, anzitutto la demonizzazione del nemico, non più avversario geopolitico ma simbolo del Male (basta, a tal fine, amplificare o costruire narrative usando gli usuali orrori delle guerre).

A questo serve anche la campagna iniziata con il vero o asserito massacro di Bucha, che è solo l’incipit di una narrativa che andrà declinandosi in modalità sempre più orrorifiche, dal momento che per colpire l’opinione pubblica occorre il crescendo, altrimenti si rischia che essa si abitui e non partecipi più emotivamente alla guerra e non ne condivida le “ragioni”.

Su Bucha,si può registrare un altro dato. Di ieri le immagini satellitari che confermerebbero quelle registrate dopo il ritiro russo.

Le riportava il New York Times che pubblicava dei filmati satellitari che mostrerebbero i corpi delle vittime delle rappresaglie russe disseminati per strada nelle stesse posizioni in cui sono stati rinvenuti dagli ucraini dopo il ritiro dell’invasore.

La documentazione del Nyt smonterebbe la difesa dei russi, i quali avevano dichiarato che le uccisioni dei civili, o la messinscena del massacro (o ambedue in combinato disposto), si erano consumate dopo il loro ritiro da Bucha (il report del Nyt lascia inevasa l’altra argomentazione difensiva dei russi, cioè la discrasia temporale tra il loro ritiro e la denuncia dei liberatori, giunta quattro giorni dopo il ritiro stesso nonostante l’orrore fosse così evidente – i morti per strada… ma è un particolare).

Le immagini satellitari pubblicate dal Nyt sono di marzo, dettaglia il media della Grande Mela, con datazioni certe, dal 9 marzo in poi. Tale datazione, però, cozza con un report di una fonte americana, l’Intitute for war, che sta seguendo la guerra ucraina, registrandone nel dettaglio l’evoluzione.

Così torniamo al report del Nyt, nel quale si leggeva: “Le immagini mostrano oggetti scuri di dimensioni simili a un corpo umano che appaiono in Yablonska Street tra il 9 marzo e l’11 marzo”…  cioè prima dell’arrivo dei russi..

Al di là dei veti della Nato a Zelensky e delle incongruenze, spiegabili o meno che siano, delle documentazioni su Bucha e su altro, è ovvio che questa controversia rende più difficile proseguire i negoziati, anche se Zelensky ha ribadito che intende farlo, in quanto unica via di uscita (BBC). E i negoziati, nonostante tutto, stanno proseguendo, come ha dichiarato il portavoce del Cremlino (Associated Press).

Il punto è se la Nato – e il partito della guerra così forte in America – lascerà o meno l’Ucraina libera di trattare sul proprio destino. L’articolo del Wp getta un’ombra oscura su tale possibilità.