Messaggi di Settembre 2020

Roba vecchia cerca casa

Post n°166 pubblicato il 30 Settembre 2020 da la.cozza

Ovunque giro lo sguardo vedo disordine.
C'è roba ammucchiata su ogni possibile piano d'appoggio.
Ed è dura.
Dura riprendere in mano tutto quello che avevamo accantonato e poi dimenticato nel grande garage dell'altra casa. E' come se si fosse aperto uno squarcio nella tela in cui ho avvolto il mio passato e attraverso quello strappo torna tutto il dolore della mia vita di prima.
Nove anni fa ho lasciato la mia casa, quella regalatami dai miei genitori quando la mia famiglia era cresciuta tanto da rendere inospitale la vecchia casa dei nonni in cui vivevamo. Quella casa era la casa dei miei sogni, ne avevo seguito tutte le fasi di realizzazione, papà era il direttore dei lavori di quel cantiere, facendo apportare tutte le modifiche al progetto che l'avevano resa per me "casa mia", mia e della mia famiglia, la casa dove speravo di veder crescere i miei figli e di diventare vecchia insieme all'uomo che amavo.
Quella casa invece era diventata la mia prigione riempiendosi giorno dopo giorno di momenti da dimenticare.
Non appena è stato possibile mi sono trasferita con il mio compagno e i mei figli nella vecchia casa dei nonni che con non poca fatica e problemi avevamo ristrutturato e ho affittato l'altra casa tenendo però per me il grande garage pieno zeppo di ogni cosa, libri, abiti, mobili, giocattoli, tutto quello che :"Non lo buttiamo, potrebbe ancora servire a qualcuno."
Per qualche anno è andato tutto liscio e tranne qualche incursione per prendere qualcosa che serviva ad uno dei figli, la polvere ha continuato ad ammucchiarsi su scatoloni e scaffali.
Poi giusto un anno fa la mia inquilina ha improvvisamente deciso di lasciare la casa e
nel giro di un mese mi sono ritrovata a firmare i documenti necessari alla vendita di "casa mia". Con tanti dubbi, mille ripensamenti, infinite lacrime mi sono separata da quella casa tanto amata e poi diventata un luogo da cui girare alla larga, figuriamoci entrarci! e ho dovuto svuotare il garage. C'è voluta un'impresa di traslochi per portare tutta quella rattatuglia in un altro garage che ho affittato per un anno, per poter piano piano, un po' alla volta, decretare la sorte definitiva di ogni oggetto.
Il nuovo garage, molto più piccolo dell'altro, era molto più vicino a dove viviamo ora e soprattutto non evocava in me brutti ricordi e questo mi ha permesso di andarci spesso e un po' alla volta portar via tutto.
Mobili in buono stato, servizi di piatti e bicchieri, biancheria da corredo hanno trovato posto nelle case dei miei figli più grandi.
I giocattoli sono stati regalati tranne alcuni con cui ora giocano i miei nipoti quando sono da me. Stessa sorte hanno avuto le montagne di abiti, soprattutto per bambini, che avevo conservato.
Pochi giorni fa abbiamo svuotato del tutto anche questo garage per l'avvicinarsi della scadenza dell'affitto.
C'era ancora tantissima roba, decisamente troppa, tutto quello che ancora potrebbe servirci e quello che richiede più tempo per trovare una collocazione che non sia la discarica. Ed ora tutta questa roba è sparpagliata ovunque in attesa che io vinca le mille battaglie con i fantasmi del passato, dei sogni infranti, dei miei fallimenti, dei ricordi e degli attaccamenti: il lettino di papà che avevo restaurato e in cui hanno dormito tutti i miei figli, le mie bambole, le applique di nonna, i dischi del corso di tedesco di mamma,  tappeti, cuscini, materassi di lana, ritagli di pellicce, sedie da restaurare e libri, tantissimi libri, e disegni, progetti, vecchi appunti dell'università.
Sto diventando una inserzionista iperattiva nei vari gruppi di "vendo, scambio e regalo" di facebook.

 

 
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Bi-laurea: two is meglio che one

Post n°165 pubblicato il 15 Settembre 2020 da la.cozza
Foto di la.cozza

Marzo doveva essere il mese della sospirata discussione della tesi di Rerun.
Tesi slittata di un anno a causa di un vergognoso episodio di abuso di potere e bullismo di uno pseudo professore, uno che si comporta come ha fatto lui non merita il titolo di professore, nonchè pseudo artista. Una bruttissima storia da denuncia.
Marzo doveva essere il mese della discussione della tesi di Cucciolo.
Stessa città stessa Accademia stesso corso di laurea.
Poi ci si è messo di mezzo il COVID e sono rimasti in uno snervante limbo senza sapere come sarebbe andata a finire: accademia chiusa, esami sospesi, sessione di laurea rinviata a data da destinarsi.
Per giorni, anzi mesi, non ci sono state notizie sul sito nè nei gruppi di facebook dell'Accademia.
A casa mia la tensione provocata dal lockdown e dalle drammatiche notizie che arrivavano da tutta Italia è stata elevata all'ennesima potenza dalla lontananza di Charlie che lavora in una provincia piemontese, dalla lontananza di Sally rimasta bloccata nella città di Franklin in un'altra regione, dalla preoccupazione per la salute di Scuttle che è un soggetto fragile, dalla mia decisione di non vedere i nipoti per un po' per evitare possibili contagi, dalla decisione di Marcie di porre fine alla travagliata storia del suo matrimonio con Linus per iniziarne un'altra stravolgendo ulteriormente la vita di Lunapiena. I miei ragazzi in questo clima surreale hanno dovuto sopportare lo stress di un percorso di studi che sembrava essersi arenato nelle sabbie mobili della inefficienza e della disorganizzazione.
Poi finalmente la comunicazione che avrebbero discusso la tesi a maggio, online.
Rerun il venti maggio alle quindici in Progettazione multimediale.
Cucciolo il venti maggio alle quindici in Graphic design.
Sì lo stesso giorno alla stessa ora, roba da non crederci soprattutto se si considera che dopo quattro anni passati lì anche le mattonelle del pavimento sapevano che sono fratelli!
Problemi di computer non ne abbiamo, grazie a Dio e alle nostre attività a casa ce ne sono abbastanza e quando alle quattordici e cinquanta il pc di Cucciolo si è impallato bloccandosi completamente abbiamo potuto sostituirlo al volo con quello di Scuttle.
Problemi di connessione non ne abbiamo più, con una preveggenza che ha stupito me per prima ho cambiato il vecchio operatore, con cui avevamo continui problemi, passando alla fibra appena è stato proclamato il lockdown. Per ulteriore precauzione ho attivato su tutti i miei telefoni le offerte per avere giga di scorta nella malaugugrata ipotesi che la fibra  desse forfait.
Così il venti maggio alle quindici sulle due finestre aperte sullo schermo del mio fidato vecchio pc ho seguito dalla sala di casa mia in contemporanea la discussione della tesi di Cucciolo dalla sua camera da letto e di Rerun dallo studio. Scuttle e Sally, ognuno con un pc, hanno fatto altrettanto.
Dopo la doppia proclamazione le foto in giardino con i miei "piccoli" cinti d'alloro proprio sotto la bandiera italiana, che da marzo sventola sopra gli oleandri, hanno sancito la fine di un accidentato e faticoso percorso universitario, talmente deludente per entrambi da togliergli la voglia di continuare con altri studi universitari e spingerli alla ricerca di un lavoro.

 

 

 
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E pizza fu

Post n°164 pubblicato il 14 Settembre 2020 da la.cozza

Siamo andati a cena in pizzeria.
Cosa c'è di così eccezionale da scriverci addirittura un post?
E' che da quattro anni, e dopo un ricorso al tribunale dei minori, SueStorm può stare con me due ore a settimana. Quando è con me approfitto per farla stare anche con gli zii e i cugini paterni che altrimenti non vedrebbe mai. Ma due ore sono troppo poche e la richiesta che le mie adorate nipoti mi fanno da due anni di portarle una sera in pizzeria ha sempre la stessa risposta: "chiedi a mamma se ti fa stare di più così vi porto".                       
Mia nipote conosce già la risposta di sua madre e così niente pizza.
E nemmeno suo padre, Charlie, ha mai potuto esaudire questo desiderio.
Dopo un anno di matrimonio e otto di una causa senza fine iniziata come separazione giudiziale e tramutatasi in corso d'opera in divorzio e dopo infinite battaglie ha ottenuto di stare con sua figlia il venerdì pomeriggio e un sabato ogni quindici giorni anche a pranzo.
Mai una vigilia di Natale con nonni zii e cugini paterni, mai un compleanno il giorno del compleanno, mai una cena, in tutti questi anni ad ogni riunione di famiglia ho sempre sofferto per la sua mancanza. Uniche eccezioni sono state il battesimo di Azzurro, secondogenito di Charlie, e la Cresima del Principino.
Ma stavolta lei ci teneva tantissimo a festeggiare il compleanno di Lunapiena e Pupetta, nate lo stesso giorno a sei anni di distanza, insieme a tutti noi e così all'ennesimo rifiuto di sua madre deve averle fatto un tale pressing che alla fine è riuscita ad estorcerle il consenso: "Puoi stare dalle diciotto alle ventidue."                      
Ci siamo messi in modalità Cenerentola:
prenotazione in un locale dove il servizio è sufficientemente veloce
appuntamento alle diciannove e trenta
rigoroso calcolo dei tempi per gonfiare i palloncini, scegliere le pizze, ordinarle, mangiarle, spegnere le candeline, mangiare la torta, scartare i regali, giocare, tornare a casa tutto entro le ventidue.
La piazza medievale con la splendida basilica domenicana ha fatto da cornice  ad un evento che resterà negli annali della nostra famiglia e che mi ha reso felice come non mai. Non sono stata la sola ad essere felice, le mie tre nipotine hanno corso, riso, giocato e danzato nella fresca aria settembrina, i capelli al vento, le guance rosse e finalmente di nuovo quella luce speciale negli occhi di Lunapiena che si era spenta da troppo tempo. Principino quest'anno frequenta il secondo anno delle superiori, è entrato  a pieno titolo tra gli adulti e si è goduto la libertà di conversare, lontano dalla mamma che all'altro capo della tavolata tentava di gestire quel terremoto che è Pupetta, con i suoi zii preferiti Rerun e Sally e con Franklin,  la new entry della nostra famiglia ormai nemmeno più tanto new. Azzurro ha avuto la sua parte di pizza e di giochi  ma soprattutto di palloncini e Cicciobello... Cicciobello era invitato ad un'altra festa di compleanno.
Le ventidue sono arrivate troppo presto e prima che la carrozza ritornasse ad essere una zucca ho guardato allontanarsi mano nella mano Charlie e la sua biondissima piccola principessa. Non è rimasta nessuna scarpetta di cristallo ma soltanto brandelli  di palloncini bianchi sull'asfalto della piazza in cui risuona la risata argentina di Pupetta mentre sua madre la afferra al volo stabilendo una volta per tutte che "No, non sei un dinosauro!"

                               

 
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Il profumo di casa mia

Post n°163 pubblicato il 06 Settembre 2020 da la.cozza

Ogni tanto chissà perchè mi vado ad infilare in situazioni che mi provocano un'ansia tremenda.
Qualche giorno fa su facebook qualcuno ha condiviso la ricetta di un piatto tipico della città  natale di Scuttle, proprio la ricetta di come lo faceva sua mamma.
Finora mi sono cimentata con risultati soddisfacenti con la cassata, il biancomangiare, la pasta alla Norma e le polpette di pane, con la granita di caffè e la pasta al forno il risultato è stato tale da farmi rinunciare a provarci di nuovo. Con altre prelibatezze avevo deciso di non provarci nemmeno, troppo difficile avere risultati accettabili senza aver mai visto come si fa.
Inoltre il confronto con la cucina della mamma e della sorella di Scuttle, chef della
Scuola di Arte Culinaria Cordon Bleu, è davvero troppo per me.
Stavolta però era davvero troppo evidente il desiderio di Scuttle di gustare quel particolare piatto della sua terra senza dover aspettare Natale o molto più probabilmente l'estate prossima.
Così ho deciso di provarci e ho passato tutta la mattina a preparare le verdure per i diversi ripieni mentre la pasta finiva di lievitare.
"Ma i broccoli vanno ripassati in padella?"
"Che faccio con la cipolla? Quanto deve essere asciutta?"
"Quanto formaggio ci metto?"
"Le olive e l'estratto vanno solo in quello con i broccoli?"
E tra un "Mia mamma faceva così..." e un rovistare tra i ricordi, tra un "Fai come ti pare" e un "Non lo so io arrivavo a casa, mamma li sfornava e io li mangiavo!" ho infornato due cudduruni senza avere la più pallida idea di quanto ci avrebbero messo a cuocere e a che ora avremmo finalmente pranzato.
Evidentemente ho un santo cuoco in paradiso oppure ci ha pensato Santa Pupa da sempre  protettrice degli incoscienti e mia.
Abbiamo pranzato al solito orario e i cudduruni sono stati molto apprezzati da Rerun e Cucciolo.
E Scuttle? Lui è sempre molto riservato e difficilmente si spertica in elogi o rivela quello che pensa e prova ma gli brillavano gli occhi e il suo poco più che sussurrato "Per un momento ho risentito il profumo di casa mia." è stato il più bel premio per la mia fatica.
La cucina sembra un'immensa cipolla e ho un mare di pentole e contenitori da lavare ma ora che mi sono lanciata non mi fermo più. Gli arancini sono la prossima sfida.

 
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Presentimenti

Post n°162 pubblicato il 03 Settembre 2020 da la.cozza

Le volte che sono stata in Sicilia sono perle di una collana troppo corta.
A sedici anni in una vacanza viaggio con i miei genitori e mia sorella.
Era un settembre che si credeva agosto e a Catania l'asfalto si scioglieva restandoci attaccato ai sandali. Quegli stessi sandali con cui ignara turista affrontai il tour sull'Etna.
Il ricordo di quei giorni è di una bellezza abbagliante ora che di anni ne ho molti di più e di affetti molti di meno.
La seconda volta di anni ne avevo quarantanove ed era d'inverno. Tra Natale e l' Epifania. La prima volta con quello che sarebbe diventato il mio compagno, una specie di prova di verifica, in fondo ci conoscevamo da poco tempo. Nei ricordi è sotto l'etichetta Luna di miele.
Ci siamo tornati pochi mesi dopo con i miei tre figli più piccoli. Un'estate al mare ma in realtà erano prove di convivenza.
Quello stesso mare che avremmo rivisto quattro anni dopo quando Scuttle capì che quello era un buon sistema per tirarmi fuori dal baratro in cui ero sprofondata con la morte di mamma.
Sono passati altri otto anni, come passa in fretta il tempo. Otto anni in cui ho coltivato il sogno di fare il giro della Sicilia e soprattutto vederne i mari senza mai decidermi a tramutarlo in realtà.
Scuttle in questi lunghi anni è tornato nella sua terra natale a trovare figlio, nipoti, sorella e amici da solo, brontolando un po' e rassegnandosi ai miei nervosismi e alle folli fantasie di cui sono preda quando lui è lontano
                 

Poi l'anno scorso ho deciso all'improvviso che dovevamo regalarci una vacanza, una vacanza vera non pochi giorni mordi e fuggi.
Volevo vedere Segesta e Selinunte. L'ho proposto ai figli e inaspettatamente ho trovato la soluzione a tutti i problemi che gli anni precedenti mi erano sembrati insormontabili. Non so perchè dentro di me qualcosa mi diceva che avrebbe potuto essere l'ultima possibilità di tornare in Sicilia, di fare una vacanza con Sally, Rerun e Cucciolo, di realizzare il mio sogno.
E' stato un mese indimenticabile, un mese che mi ha fatto decidere che sì! ci tornerò appena possibile, ho tante cose ancora da vedere, tante emozioni da provare, tanti luoghi dove tornare.
Ci tornerò ma non quest'anno.
I ricordi mi hanno aiutato a superare il lockdown e questi strani mesi trascorsi sempre nella mia piccola città e quasi sempre in casa. Non sono riuscita ad accontentare Scuttle che voleva passare almeno un fine settimana all'Elba.
Per me vacanza è sinonimo di libertà, di assenza o quasi di regole, di improvvisazione, di cose decise sul momento e dover prenotare tutto prima, controllare la temperatura e ricordarsi di indossare la mascherina, stare attenta a non toccare niente e sanificare spesso le mani e stare a distanza da tutti mi avrebbe tolto tutto il piacere di visitare un luogo in cui non siamo mai stati.
In più ci si sono messi i lavori che sono iniziati con molto ritardo, praticamente quando avrebbero dovuto essere finiti.
Così sono rimasta qui e quando ho troppa nostalgia del mare e della luce d'oro della Sicilia guardo le mie foto e quelle che trovo su Istagram dove ho iniziato a seguire molti profili "siciliani". Rerun è ad alto tasso di tecnologia e social e così mi ha insegnato ad usare Istagram ed ora anche io fotografo quello che cucino prima di mangiarlo.

 

 
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Lavori in corso

Post n°161 pubblicato il 01 Settembre 2020 da la.cozza

Abito in una casa costruita "al tempo delle sanzioni" come ama dire la mia prozia (novembre 1935 - luglio 1936)
Costruita dal mio nonno paterno e dal mio bisnonno, uno geometra e l'altro ingegnere.
Nonno abitava a Roma ma fiutò l'aria che tirava e decise che era meglio trasferirsi in campagna, nella piccola città di cui era originaria sua madre e in cui viveva suo padre e dove  avevano parenti e amici con cui trascorrevano le calde giornate estive. Con nonno, nonna e mio papà si trasferirono anche i genitori di mia nonna.
Così la casa fu costruita come un'unica proprietà, una casa di famiglia, con al piano terra un appartamento per i genitori di mia nonna, al primo piano uno leggermente più grande per i miei nonni e al secondo piano uno per il padre di nonno rimasto vedovo giovanissimo e che comunque risiedeva perloppiù nella casa del principe di cui amministrava le tenute. In quell'appartamento andò poi a vivere la sorella di nonno dopo la separazione dal marito, insieme ai suoi due figli.
Molta acqua è passata sotto i ponti da allora e la proprietà è stata divisa e poi venduta.
Io abito nel piano terra di questa vecchia casa, nelle stanze che furono abitate dai miei bisnonni, poi dai miei nonni paterni che dovettero vendere il loro appartamento al primo piano a causa della guerra, poi dai miei genitori.
Molta acqua è passata sotto i ponti e molta sopra il tetto ormai quasi centenario.

Il colpo di grazia, al tetto, glielo ha dato il terremoto di quattro anni fa. C'erano già infiltrazioni d'acqua all'ultimo piano ma la ferma opposizione della proprietaria dell'appartamento del primo piano, che lo ha ereditato nove anni fa dalla madre e che si oppone a qualsiasi spesa non abitandoci e non avendo alcun interesse a questa casa di cui è propietaria insieme al fratello con cui non ha più rapporti da oltre vent'anni, aveva impedito qualsiasi intervento di risanamento.
Così siamo arrivati all'anno scorso quando i lavori sono diventati assolutamente improrogabili dato che il cornicione ha iniziato a sgretolarsi in più punti mettendo in pericolo noi e chiunque fosse passato sotto di esso.
Tra rinvii e lungaggini varie finalmente la ditta prescelta per rifare il tetto ha portato il ponteggio e lo ha depositato nel mio giardino in attesa di montarlo e iniziare i lavori.
E covid fu!
Per mesi tubi e ferri abbandonati in terra sono stati il lunapark dei gatti e l'erba è cresciuta indisturbata fino alla fine del lockdown.
Maggio per molti ha significato una ritrovata libertà, per me l'inizio di una estate da incubo. Ho l'abitudine di fare un giro tra le mie amatissime piante ogni mattina e d'estate spesso ceniamo in giardino. Quest'anno questo non è stato possibile fino a ferragosto, quando prima di andare in ferie gli operai hanno smontato il ponteggio almeno per la parte che invadeva le mie aiuole.
Un mese di cure non è stato sufficiente a guarire le ferite provocate dall'impossibilità di annaffiare a sufficienza, di effettuare le piccole potature verdi necessarie, di togliere le erbe infestanti per non parlare delle povere piante di bosso che sono state letteralmente schiacciate dal peso del ponteggio.
Il grosso dei lavori è stato fatto ma mancano ancora alcune cose sia fuori che dentro casa e così prevedo che il ritorno alla normalità per me non avverrà tanto presto e continuo a guardare sconsolata il caos che regna nelle stanze in cui ho dovuto ammucchiare tutto quello che ho tolto da quelle dove dovremo fare degli interventi.
Come se non bastasse ho la casa invasa da tutto quello che avevo ammucchiato nei ventimetriquadriventi di garage dell'altra casa che ho dovuto sgombrare a dicembre per venderla. Ma questa è un'altra storia.


 

 
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I figli
Charlie(1985)
Lucy(1986)
Linus(1988)
Sally
(1990)
Rerun(1995)
Cucciolo/Lana(1996)

I nipoti
da Lucy e il.genero
Principino(2005) Cicciobello(2008) Pupetta(2017)  
da Linus e Marcie
Lunapiena
(2011)
da Charlie e Frida
SueStorm
(2012)
da Charlie e Piperita Patty
Azzurro(2016)

 

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