INTELLIGENZA ARTIFICIALE APPLICATA ALLA SALUTE – L’OMS ha lanciato S.A.R.A.H un Avatar in grado di fornire informazioni validate su diversi temi in ambito Salute

Avatar SARAH OMS

S.A.R.A.H. ha la capacità di supportare le persone nello sviluppo di una migliore comprensione dei fattori di rischio per alcune delle principali cause di morte nel mondo, tra cui cancro, malattie cardiache, malattie polmonari e diabete. Il futuro della salute è digitale e aiutare a sfruttare il potere delle tecnologie digitali per la salute è una priorità per l’OMS

L’Organizzazione mondiale della sanità ( Oms ) ha annunciato il lancio di S.A.R.A.H., un prototipo digitale con una risposta empatica potenziata alimentato dall’intelligenza artificiale generativa ( AI ), mirato alla promozione della salute. S.A.R.A.H. ( Smart AI Resource Assistant for Health ) rappresenta un’evoluzione degli avatar di informazioni sanitarie basati sull’intelligenza artificiale e utilizza nuovi modelli linguistici e tecnologie all’avanguardia. Può coinvolgere gli utenti 24 ore al giorno in 8 lingue su molteplici argomenti sanitari, su qualsiasi dispositivo.

Lo strumento di salute digitale dell’Oms è pensato per fornire informazioni sui principali argomenti sanitari, comprese le abitudini sane e la salute mentale, per aiutare le persone a ottimizzare il loro percorso di salute e benessere. L’obiettivo è fornire un’arma aggiuntiva affinché le persone possano realizzare i propri diritti alla salute, ovunque si trovino. S.A.R.A.H. ha la capacità di supportare le persone nello sviluppo di una migliore comprensione dei fattori di rischio per alcune delle principali cause di morte nel mondo, tra cui cancro, malattie cardiache, malattie polmonari e diabete. Può aiutare inoltre ad accedere a informazioni aggiornate su come smettere di fumare, essere attivi, seguire una dieta sana e rilassarsi, tra le altre cose.

“ S.A.R.A.H. dà un’idea di come l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata in futuro per migliorare l’accesso alle informazioni sanitarie in modo più interattivo “

S.A.R.A.H. è alimentato dall’intelligenza artificiale generativa anziché da un algoritmo o uno script preimpostato, che la aiuta a fornire risposte più accurate in tempo reale e a impegnarsi in conversazioni dinamiche e personalizzate su larga scala che rispecchino in modo più accurato le interazioni umane e forniscano risposte sfumate ed empatiche agli utenti in un ambiente privo di giudizi. La tecnologia è supportata dall’intelligenza artificiale biologica di Soul Machines. ( Aprile 2024 )

 

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MORTE ANDREA PURGATORI – Il Giallo della Morte di Andrea Purgatori. Un errore diagnostico ? Cancro al polmone con metastasi cerebrali ?

 

 

Purgatori Andrea

PER LA MORTE DI ANDREA PURGATORI SONO STATI INDAGATI IL PROF GUALDI E UN TECNICO – IL DUBBIO, COME DENUNCIA LA FAMIGLIA, È CHE AL GIORNALISTA SAREBBERO STATE DIAGNOSTICATE METASTASI AL CERVELLO CHE POTREBBERO NON ESSERCI MAI STATE. IL SOSPETTO SAREBBE CONFERMATO DAI RESPONSI FIRMATI DA MEDICI E PROFESSORI UNIVERSITARI – LO SCONTRO TRA DOTTORI SULLE METASTASI AL CERVELLO. UNO DEI 2 DICE: “CURE SBAGLIATE MA LE CONSEGUENZE TERAPEUTICHE NON HANNO INCISO SULLA PROGNOSI” – PER CAPIRE SE FOSSERO PRESENTI METASTASI AL CERVELLO, LA PROCURA HA DECISO CHE… ( Dagospia )

A ricostruire gli ultimi mesi di Purgatori e la sequenza delle diagnosi e delle cure presso alcune cliniche della capitale è il quotidiano il Domani. Tutto inizia il 24 aprile, nemmeno tre mesi fa: Purgatori, descritto come molto attento al suo stato di salute, “si ricovera nella clinica privata Villa Margherita“. Si sente stanco e si sottopone ad alcuni controlli. Da lì emergono valori delle analisi sballate, “riscontrati da una tac e una biopsia”. Da Villa Margherita i risultati vengono inviati “in una famosa clinica sull’Aurelia, la Casa di Cura Pio XI“. Siamo ai primi di maggio: a formulare una pesantissima “diagnosi di tumore al polmone con metastasi diffuse agli organi vicini e al cervello” è “il professor Gianfranco Gualdi, responsabile della radiologia e riconosciuto esperto della materia”. Per il medico la situazione è molto grave e richiede un intervento immediato: a quel punto Purgatori, che prosegue normalmente la propria vita individuale e professionale e si sente bene, viene “dirottato in una terza clinica dove sulla base della diagnosi decidono di iniziare immediatamente cicli di radioterapia ad altissimo dosaggio”. Eppure lui si sente bene, tanto da stupire i medici per la discrepanza tra il suo quadro clinico (“che corrisponde a quello di un malato terminale con un’aspettativa di vita non superiore ai sei mesi“) e le sue condizioni.
Purgatori cerca un centro d’eccellenza per la radioterapia, che conferma la diagnosi e la cura precedentemente stabiliti. Lui continua anche a lavorare, nel frattempo, e registra una puntata della sua trasmissione “Atlantide” il 17 maggio. Pochi giorni dopo le sue condizioni peggiorano: i farmaci lo rendono affaticato e confuso, ma nella prima clinica dove era stato diagnosticato il cancro in fase avanzata spiegano che la terapia sta funzionando. L’equipe medica che lo segue infatti, spiega che le metastasi si sono ridotte. E di molto. Un presunto miglioramento clinico che non trova riscontro nelle condizioni del paziente, che precipitano. Non beve, non mangia, non riesce più a svolgere una vita autonoma come prima. A quel punto scatta un nuovo ricovero a giugno, sempre a Villa Margherita. E lì c’è una nuova tac, dalla quale emerge un’altra verità clinica: non c’è nessuna metastasi al cervello, soltanto alcune ischemie cerebrali.

Ma nonostante la diagnosi sia completamente diversa da quella che ha portato Purgatori a intraprendere la radioterapia, per i medici è coerente col il quadro clinico del paziente. Alla tac segue “due giorni dopo anche una risonanza magnetica al cervello esaminata dal neuroradiologo Alessandro Bozzao, professore ordinario della Sapienza”: l’accertamento “esclude la presenza di metastasi”. Anche in questo caso l’esito dell’esame è di segno opposto rispetto alla diagnosi iniziale, tanto da volere ripetere nuovamente l’esame “incrociandolo con quello eseguito alla Pio XI, prima di emettere il suo verdetto: non solo le metastasi non ci sono, ma non ci sarebbero mai state”. “I famigliari – scrive Il Domani – apprenderebbero pure di «una tremenda lite tra Gualdi e Bozzao», che però resta sulla sua posizione: tutti i radiogrammi effettuati fin dall’inizio confermano la sola diagnosi di ischemia cerebrale, una patologia forse curabile”.

A quel punto il giornalista torna a casa, ma le sue condizioni peggiorano: l’8 luglio viene portato in ambulanza all’Umberto I. Le sue condizioni “sono gravissime”. I famigliari, in ospedale, parlano con un radiologo “che in quei momenti concitati si preoccupa di confermare alla famiglia la presenza delle famose metastasi al cervello”. Si tratta di un medico che oltre a lavorare nell’ospedale romano, collaborava con Gualdi alla Pio XI ed «era uno dei firmatari del referto del giorno 8 maggio da cui era partita la diagnosi». Undici giorni dopo il ricovero, il 19 luglio, Andrea Purgatori muore. ( Tratto da Il Fatto Quotidiano )

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Tumori ginecologici: cancro all’endometrio recidivante / avanzato

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Cancro dell’endometrio in fase avanzata: i risultati dello studio RUBY potrebbero promuovere Dostarlimab associato alla chemioterapia a terapia di prima linea

 

L’aggiunta dell’immunoterapia con anticorpo anti-PD-1 Dostarlimab ( Jemperli ) alla chemioterapia di prima linea ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) rispetto alla sola chemioterapia nelle pazienti con carcinoma dell’endometrio avanzato o ricorrente.

Questi sono i risultati di un’analisi ad interim dello studio di fase 3 RUBY ( ENGOT-EN6-NSGO/GOG3031 ), presentata all’Annual Meeting della Society of Gynecologic Oncology ( SGO ), e pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).

Nelle pazienti con tumori caldi ( cioè con dMMR/MSI-H ) trattate con l’immunoterapia ( inibitore del checkpoint immunitario ) in aggiunta alla chemioterapia, è stata osservata una riduzione del 72% del rischio di progressione o morte.

Anche nei tumori freddi è stato riscontrato un moderato effetto dell’immunoterapia sulla sopravvivenza libera da progressione.

L’ipotesi è che la chemioterapia danneggi i meccanismi di riparazione del DNA di questi tumori in modo da renderli più sensibili all’immunoterapia.

La risposta al trattamento con Dostarlimab è risultata elevata nel 25% delle pazienti con dMMR, cioè con tumori endometriali cosiddetti caldi, che presentano un deficit dei meccanismi di riparazione dei mismatch del DNA.

Grazie a questi risultati, GSK l’azienda produttrice dell’anticorpo monoclonale anti-PD1, ha intenzione di presentare alle Autorità regolatorie domanda di ampliamento delle indicazioni di Dostarlimab entro la prima metà del 2023.

L’anti-PD-1, infatti, è già approvato nell’Unione europea come agente singolo per il trattamento di seconda linea delle pazienti con carcinoma dell’endometrio avanzato / ricorrente con dMMR/MSI-H.

In base ai dati dello studio RUBY, Dostarlimab in combinazione con la chemioterapia standard potrebbe essere anticipato come trattamento di prima linea.

Cisplatino con Veliparib o placebo nel tumore mammario triplo negativo metastatico e tumore mammario associato a mutazione BRCA: studio S1416

Gli inibitori della poli-ADP-ribosio polimerasi ( PARP ) sono efficaci nel tumore mammario metastatico associato alla mutazione germinale BRCA1 o BRCA2 ( BRCA1/2 ). Tuttavia, gli studi che hanno valut …


 

Lenvatinib e Pembrolizumab nel carcinoma dell’endometrio avanzato: studio 111/KEYNOTE-146, aggiornamento su efficacia e sicurezza a lungo termine

Lo studio di fase Ib/II in aperto 111/KEYNOTE-146 di Lenvatinib ( Lenvima ) 20 mg al giorno più Pembrolizumab ( Keytruda ) 200 mg una volta ogni 3 settimane ha mostrato un’efficacia promettente e una …


 

Monoterapia con Rucaparib come trattamento di mantenimento nei pazienti con tumore ovarico di nuova diagnosi: studio ATHENA-MONO/GOG-3020/ENGOT-ov45

ATHENA è stato progettato per valutare il trattamento di mantenimento di prima linea con Rucaparib ( Rubraca ) in un’ampia popolazione di pazienti, compresi quelli senza mutazioni BRCA1 o BRCA2 ( BRCA …


 

Identificazione delle pazienti con tumore all’ovaio che hanno ottenuto il massimo beneficio da Bevacizumab in prima linea sulla base della chemiosensibilità intrinseca del tumore: studio KELIM

Nelle pazienti con tumore ovarico di alto grado, sono necessari predittori dell’efficacia di Bevacizumab ( Avastin ) in prima linea. Nello studio ICON-7, una scarsa chemiosensibilità intrinseca del …


 

Fluorouracile e chemioterapia adiuvante dose-dense nei pazienti con cancro al seno in stadio iniziale: studio GIM2

Precedenti analisi dello studio GIM ( Gruppo Italiano Mammella ) 2 hanno dimostrato che l’aggiunta di Fluorouracile ( F ) a Epirubicina, Ciclofosfamide e Paclitaxel ( EC-P ) nelle pazienti con tumore …


 

Passaggio a Fulvestrant e Palbociclib rispetto a nessun passaggio nel cancro alla mammella avanzato con aumento della mutazione ESR1 durante la terapia con inibitore dell’aromatasi e Palbociclib: studio PADA-1

Nel tumore mammario avanzato positivo al recettore degli estrogeni ( ER-positivo ), HER2-negativo, la resistenza acquisita agli inibitori dell’aromatasi spesso deriva da sottocloni mutati di ESR1, che …


 

Irradiazione parziale della mammella versus irradiazione intera della mammella per le pazienti con carcinoma alla mammella in fase iniziale: studio di irradiazione parziale della mammella del Danish Breast Cancer Group

Sulla base del basso rischio di recidiva locale nelle pazienti anziane con tumore mammario dopo chirurgia conservativa seguita da irradiazione dell’intero seno ( WBI ), il Danish Breast Cancer Group h …


 

Inibitori dell’aromatasi versus Tamoxifene in donne in premenopausa con tumore mammario in stadio iniziale positivo al recettore degli estrogeni trattate con soppressione ovarica

Per le donne con tumore mammario in stadio iniziale positivo al recettore degli estrogeni ( ER ), il Tamoxifene adiuvante riduce di un terzo la mortalità per tumore mammario a 15 anni. Gli inibitori …


 

Elacestrant, degradatore selettivo orale del recettore degli estrogeni, rispetto alla terapia endocrina standard per il tumore alla mammella ER+/HER2- in fase avanzata: studio EMERALD

Le pazienti con tumore mammario avanzato pretrattato positivo al recettore per gli estrogeni ( ER ) / negativo al recettore per il fattore di crescita epidermico umano 2 ( HER2 ) hanno una prognosi in …


 

Abemaciclib adiuvante più terapia endocrina nelle pazienti con tumore mammario in fase iniziale ad alto rischio che hanno ricevuto chemioterapia neoadiuvante: analisi dello studio monarchE

Le pazienti selezionate per ricevere la chemioterapia neoadiuvante ( NAC ) sono solitamente quelle a più alto rischio di recidiva ed è necessario trovare migliori opzioni terapeutiche. Sono stati d …


 

Tasso di risposta e sicurezza di un regime neoadiuvante con Pertuzumab, Atezolizumab, Docetaxel e Trastuzumab per le pazienti con tumore mammario in stadio II/III positivo a ERBB2: studio Neo-PATH

L’aggiunta di inibitori del checkpoint immunitario al trattamento anti-ERBB2 ha dimostrato un’efficacia sinergica negli studi preclinici e pertanto merita un’indagine come trattamento neoadiuvante per …


 

Sicurezza ed efficacia dell’inibitore mTOR, Vistusertib, in combinazione con Anastrozolo nei pazienti con tumore dell’endometrio ricorrente o metastatico positivo ai recettori ormonali: studio VICTORIA

Il cancro dell’endometrio è spesso ormono-dipendente e viene trattato con inibitori dell’aromatasi. La deregolazione del percorso PI3K-AKT-mTOR osservata nel tumore dell’endometrio guida la resisten …


 

Effetto di Denosumab aggiunto a 2 diversi regimi di nab-Paclitaxel come terapia neoadiuvante nei pazienti con tumore mammario primitivo: studio GeparX

Denosumab ( Xgeva ) adiuvante potrebbe migliorare la sopravvivenza libera da malattia ( PFS ) nel tumore mammario primario positivo ai recettori ormonali ( HR+ ). Il programma ottimale di nab-Paclit …


 

Terapia di mantenimento con Fuzuloparib nelle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente sensibile al Platino: studio FZOCUS-2

Uno studio di fase III ha esplorato l’efficacia e la sicurezza di Fuzuloparib ( precedentemente Fluzoparib; AiRuiYi ) rispetto al placebo come trattamento di mantenimento dopo la risposta alla chemiot …


 

Sopravvivenza senza eventi con Pembrolizumab nel tumore alla mammella triplo negativo in fase iniziale

L’aggiunta di Pembrolizumab ( Keytruda ) alla chemioterapia neoadiuvante ha portato a una percentuale significativamente più alta di pazienti con tumore mammario triplo negativo in fase iniziale che h …

 

OncoGinecologia – Efficacia di Pembrolizumab più chemioterapia nel cancro dell’endometrio in stadio 3-4

MSD

I risultati dello studio NRG-GY018 hanno mostrato che Pembrolizumab ( Keytruda ) più la chemioterapia può rappresentare una nuova importante opzione immunoterapica di prima linea per le pazienti con cancro dell’endometrio in stadio 3-4 

Il cancro dell’endometrio è il tipo più comune di cancro ginecologico e le pazienti con malattia in stadio avanzato o ricorrente affrontano una prognosi infausta con opzioni terapeutiche limitate

 

Merck ( MSD al di fuori degli Stati Uniti e del Canada ) ha riportato risultati positivi da uno studio di fase 3 con Pembrolizumab ( Keytruda ), una terapia anti-PD-1, in combinazione con la chemioterapia per alcune pazienti con cancro dell’endometrio.

Lo studio NRG-GY018 ha raggiunto il suo endpoint primario, dimostrando che Pembrolizumab più chemioterapia standard di cura ( Carboplatino e Paclitaxel ) ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione come trattamento di prima linea nelle pazienti con stadio 3-4 o carcinoma endometriale ricorrente rispetto alla sola chemioterapia.

Questo risultato è stato osservato in pazienti il cui tumore presentava sistema di riparazione del mismatch competente ( pMMR ) o malfunzionamento del sistema di riparazione del mismatch ( dMMR ).

Nella coorte pMMR di 591 pazienti valutabili, dopo un follow-up mediano di 7.9 mesi, il regime a base di Pembrolizumab ha ridotto significativamente il rischio di progressione della malattia o morte del 46% rispetto alla sola chemioterapia.

La coorte dMMR di 225 pazienti valutabili ha visto una riduzione del rischio del 70% con la terapia di combinazione rispetto alla sola chemioterapia dopo un follow-up mediano di 12 mesi.

A livello globale, il cancro dell’endometrio è il sesto tumore più comune nelle donne, e il 15° tumore più comune in assoluto. Solo negli Stati Uniti, si stima che nel 2023 ci saranno circa 66.000 nuovi casi di cancro dell’utero e circa 13.000 decessi a causa della malattia.

Keytruda ha già due indicazioni approvate per alcuni pazienti con carcinoma dell’endometrio negli Stati Uniti come trattamento combinato con Lenvatinib ( Lenvima ) di Eisai e come singolo agente.

I dati sono stati pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).

Fonte: 2023 SGO ( Society of Gynecologic Oncology ) Annual Meeting on Women’s Cancer

 

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Aggiornamenti in Urologia by Xagena

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Studio JAVELIN Bladder 100: mantenimento con Avelumab nel carcinoma uroteliale avanzato

Lo studio JAVELIN Bladder 100 ha mostrato un significativo miglioramento nella sopravvivenza globale ( OS ) dei pazienti con carcinoma uroteliale avanzato con l’aggiunta di Avelumab ( Bavencio ) alla …


 

Carcinoma a cellule renali avanzato: esiti basati sull’età nello studio di fase III METEOR di Cabozantinib versus Everolimus

Cabozantinib ( Cabometyx ) ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), la sopravvivenza globale ( OS ) e il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) rispetto a Everolimus ( Afinitor ) ne …


 

L’uso di statine può ridurre la mortalità per carcinoma della prostata ad alto rischio

Le statine da sole o in combinazione con Metformina, un farmaco antidiabetico, sono associate a una più bassa mortalità per qualsiasi causa e per cancro alla prostata ad alto rischio. Sperimentato …


 

Valutazione della sicurezza dei regimi di glucocorticoidi in associazione con Abiraterone acetato per tumore prostatico resistente alla castrazione metastatico

Abiraterone acetato ( Zytiga ) è combinato con Prednisone, 5 mg, due volte al giorno per tumore prostatico metastatico resistente alla castrazione ( mCRPC ), e con Prednisone, 5 mg, una volta al giorn …


 

Carcinoma a cellule renali avanzato, precedentemente trattato: Cabozantinib migliora la sopravvivenza senza differenze significative tra gruppi di età nello studio METEOR

Dallo studio di fase III, METEOR è emerso che Cabozantinib ( Cabometyx ) è associato a miglioramenti nella sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), sopravvivenza globale ( OS ) e tasso di rispos …


 

Cabazitaxel più Carboplatino per il trattamento di uomini con tumore prostatico metastatico resistente alla castrazione

Combinazioni taxano-Platino hanno mostrato una attività promettente nei tumori prostatici metastatici resistenti alla castrazione in studi clinici a gruppo singolo ma non in studi randomizzati. Disti …


 

Effetto della chemioterapia con Docetaxel con soppressione degli androgeni e radioterapia per tumore alla prostata localizzato ad alto rischio

La radioterapia ( RT ) più la soppressione androgenica ( AS ) a lungo termine sono un’opzione di trattamento standard per i pazienti con tumore prostatico localizzato ad alto rischio. Si è ipotizzat …


 

Enzalutamide migliora la sopravvivenza globale per il carcinoma alla prostata metastatico sensibile agli ormoni

Lo studio di fase 3, ENZAMET, ha dimostrato che Enzalutamide ( Xtandi ) impiegato in combinazione con la terapia standard ha significativamente migliorato la sopravvivenza globale rispetto ad altri a …


 

L’aggiunta di Apalutamide alla terapia di deprivazione androgenica aumenta la sopravvivenza nel carcinoma prostatico sensibile alla castrazione metastatico

L’aggiunta di Apalutamide ( Erleada ) alla terapia con deprivazione degli androgeni ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) radiografica e la sopravvivenza gl …


 

Studio IMAAGEN: effetto di Abiraterone e Prednisone su PSA e sulla progressione radiografica della malattia in pazienti con carcinoma prostatico non metastatico resistente alla castrazione

E’ stato valutato l’impiego di Abiraterone acetato ( Zytiga ) ( 1.000 mg ) più Prednisone ( 5 mg ) nei pazienti con carcinoma prostatico ad alto rischio, non-metastatico e resistente alla castrazione. …


 

Carico cumulativo di morbilità tra i sopravvissuti a tumore del testicolo dopo chemioterapia standard a base di Cisplatino

In uno studio multicentrico è stato valutato il carico cumulativo di morbilità tra più di 1.200 sopravvissuti al cancro ai testicoli e l’analisi fattoriale applicata per determinare la co-occorrenza d …


 

Studio SPARTAN, Apalutamide, un inibitore del recettore degli androgeni, migliora la sopravvivenza libera da metastasi di oltre due anni nei pazienti con carcinoma alla prostata resistente alla castrazione non-metastatico

Nuovi risultati sono stati presentati all’American Society of Clinical Oncology Genitourinary Cancers Symposium ( ASCO GU ) a San Francisco ( Stati Uniti ), e sono state simultaneamente pubblicate su …


 

Cancro alla prostata resistente alla castrazione non-metastatico: Enzalutamide riduce il rischio di metastasi e la mortalità

Il trattamento con la combinazione di Enzalutamide ( Xtandi ) e terapia di privazione degli androgeni ( ADT ) ha ridotto il rischio di metastasi o di morte del 71% rispetto alla sola terapia ADT nei …


 

Studio KEYNOTE-052: biomarcatori e risposta al trattamento con Pembrolizumab nei pazienti con carcinoma uroteliale avanzato non-trattati con Cisplatino

Pembrolizumab ( Keytruda ) ha indotto risposte clinicamente rilevanti e durature nei pazienti con carcinoma uroteliale avanzato che non erano adatti per il trattamento con Cisplatino, in base ai dati …


 

L’uso delle statine dopo diagnosi di carcinoma alla prostata associato a più bassa mortalità

Uno studio di coorte ha mostrato che l’impiego delle statine dopo la diagnosi di tumore alla prostata è apparso correlato alla ridotta mortalità. Tuttavia, lo studio non ha stabilito se l’associazion …

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Cancro al seno HR+ nelle donne in postmenopausa: l’Ibandronato non dovrebbe essere impiegato

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Donne in postmenopausa con cancro al seno HR-positivo

La maggior parte delle recidive di cancro al seno a distanza sono ricadute ossee. I bifosfonati contenenti azoto come l’Ibandronato alterano il metabolismo osseo e possono teoricamente ridurre il rischio di recidive ossee. Precedenti analisi di sottogruppi hanno suggerito che i pazienti in postmenopausa possono trarre beneficio dal trattamento con bifosfonati combinato con la terapia endocrina. Lo studio randomizzato TEAM-IIB ha valutato l’Ibandronato orale adiuvante per i pazienti in postmenopausa con carcinoma mammario positivo al recettore ormonale.

Conoscenza generata

Sebbene il braccio Ibandronato sembrasse avere una migliore sopravvivenza libera da malattia e meno recidive ossee a 3 anni dopo l’assegnazione casuale, con un follow-up più lungo, entrambi i bracci hanno presentato tassi di sopravvivenza e recidiva simili. Circa il 17% dei pazienti nel braccio Ibandronato ha interrotto precocemente il trattamento a causa di eventi avversi.

Rilevanza

È ancora una questione irrisolta quale sia la classe ottimale, la dose, il programma e la durata del trattamento dei bifosfonati e quali pazienti in postmenopausa dovrebbero essere selezionati per il trattamento con bifosfonati. I risultati dello studio TEAM-IIB hanno indicato che l’Ibandronato giornaliero per 3 anni non è la strategia raccomandata.

Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2022

 

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Clomid

In molti Paesi, il Clomifene citrato ( Clomid ) è il trattamento di …

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Donne con carcinoma dell’utero: impatto dei tempi di attesa sulla …

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Efficacia e sicurezza di Palbociclib in combinazione con Letrozolo …

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Due donne morte per sepsi dopo aborto medico. L’FDA ( Food …

Rischio di parto cesareo dopo …

Rischio di parto cesareo dopo procedura di escissione …

 

Impatto del tumore e del tipo di trattamento sulla risposta al vaccino COVID

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Aggiornamento in Medicina

Risposte ai vaccini COVID-19 nei pazienti oncologici: impatto del tumore e del tipo di trattamento

I pazienti con cancro sono stati sottorappresentati negli studi clinici sui vaccini COVID-19, quindi non è ben definito quanto i vaccini siano in grado di proteggere questi pazienti.
Pertanto, sono stati condotti diversi studi che hanno misurato gli indicatori della protezione da COVID-19 nei pazienti oncologici, compresa la produzione di anticorpi anti-SARS-CoV-2 e i livelli di cellule B e cellule T della memoria dopo la vaccinazione.
Gli studi hanno indicato che la maggior parte dei pazienti con tumori solidi produce anticorpi e attiva risposte cellulari.
Tuttavia, c’è un sottoinsieme di pazienti che non rispondono e la forza della loro risposta appare complessivamente inferiore a quella degli individui sani.
Inoltre, i pazienti con neoplasie ematologiche sembrano avere meno probabilità di quelli con tumori solidi di avere risposte immunitarie rilevabili.
Gli studi hanno anche mostrato che i pazienti che ricevono determinate terapie antitumorali, in particolare la chemioterapia, possono avere un rischio maggiore di risposta alterata alla vaccinazione. ……

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Farmaci

Sotorasib ( Lumakras ) ha mostrato attività antitumorale nei pazienti …

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Le pazienti con tumore mammario HER2-positivo che hanno …

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Trebananib ( AMG 386 ) è una proteina ricombinante …

L’Olanda in grave difficoltà nonostante l’alto tasso di vaccinazione anti-COVID. Molti interventi chirurgici rinviati. Si cerca di aumentare la capienza delle Unità di terapia intensiva

COVID.Ospedale

Olanda, a causa della nuova ondata di COVID, sono state ritardate le operazioni chirurgiche per i pazienti affetti da tumore o con malattia cardiaca

In Olanda gli operatori sanitari hanno dichiarato di aver iniziato a ritardare gli interventi chirurgici per alcuni malati oncologici e per cardiopatici per liberare spazio nelle Unità di terapia intensiva ( UTI ) durante un’ondata record di infezioni da COVID-19.

Il National Institute for Public Health and Environment ( RIVM ) ha registrato giovedì un record di oltre 23.000 nuovi casi nelle 24 ore precedenti, rispetto al precedente massimo giornaliero di circa 13.000 raggiunto nel dicembre 2020.

Con l’85% della popolazione adulta vaccinata, i tassi di ricovero sia in ospedale che in Unità di terapia intensiva sono rimasti finora inferiori rispetto al picco dell’ondata iniziale nell’aprile 2020, sebbene vi sia un ritardo tra la data dell’infezione e la data di ricovero in ospedale.

In Olanda, con meno di 200 posti letto rimasti in Terapia intensiva a partire da giovedì, gli ospedali stanno cercando di aumentare la capienza dei Reparti UTI.

Il Governo olandese all’inizio di novembre aveva reintrodotto l’uso della mascherina nei negozi e lo scorso fine settimana aveva reintrodotto un blocco parziale, compresa la chiusura di bar e ristoranti dopo le ore 20:00.

Il Parlamento è diviso su un piano proposto dal Governo del primo ministro Mark Rutte per limitare l’accesso ai luoghi pubblici al coperto alle persone che hanno un ” Corona Pass 2G”, che mostra che sono stati vaccinati o già guariti da un’infezione. I critici hanno sottolineato che la mossa sarebbe divisiva e discriminatoria.

Le scuole rimangono aperte e i virologi hanno proposto di estendere le vacanze di Natale per rallentare le infezioni, che stanno aumentando più rapidamente tra i bambini. ( Fonte: Reuters )

QUALI LE POSSIBILI CAUSE ?

A) Eccessivo allentamento delle misure anti-COVID ( distanziamento, mascherine )

B) Ridotta efficacia dei vaccini di prima generazione

C) 15% di non-vaccinati tra la popolazione adulta

I pazienti con cancro presentano una maggiore incidenza di tromboembolia venosa

Il tromboembolismo venoso ( TEV ) associato al cancro è una condizione comune e pericolosa per la vita nei pazienti adulti con tumore.
I pazienti con cancro hanno da quattro a sette volte più probabilità di sviluppare tromboembolismo venoso rispetto ai pazienti non-oncologici

I fattori responsabili dell’aumento dell’incidenza di tromboembolismo venoso associata al cancro includono fondamentalmente il tipo di cancro e il trattamento associato al cancro.

I dati statistici hanno mostrato che il tromboembolismo venoso è stato osservato nell’8.4% di quasi 6 milioni di ricoveri che hanno riguardato 3.146.388 singoli pazienti con cancro negli Stati Uniti in un periodo di quasi due decenni.
L’incidenza del tromboembolismo venoso associato al cancro è in continuo aumento in tutto il mondo.

Il tromboembolismo venoso associato al cancro è un’importante causa di morbilità per i pazienti oncologici.
L’embolia polmonare è una delle complicanze che può portare al ricovero in Unità di terapia intensiva ( UTI ) per i pazienti affetti da cancro.
Il tromboembolismo venoso è la seconda causa di mortalità tra i pazienti con cancro dopo la progressione della malattia.
Un’indagine su larga scala negli Stati Uniti ha rivelato che la mortalità intraospedaliera è stata osservata nel 5.5% dei pazienti oncologici senza diagnosi di tromboembolismo venoso, mentre nel 15.0% di quelli con tromboembolismo venoso, incluso il 19.4% con embolia polmonare.

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La durata fissa di Venetoclax – Rituximab nella leucemia …

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Aggiornamenti in Oncologia by Xagena

 

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Olaparib adiuvante per pazienti con tumore mammario BRCA1-mutato o BRCA2-mutato

Gli inibitori della poli-adenosina difosfato-ribosio polimerasi ( PARP ) sono mirati ai tumori con difetti nella riparazione della ricombinazione omologa mediante letalità sintetica. Sono necessarie …


 

Sotorasib per il cancro al polmone con mutazione KRAS p.G12C

Sotorasib ( Lumakras ) ha mostrato attività antitumorale nei pazienti con tumori solidi avanzati con mutazione KRAS p.G12C in uno studio di fase 1, ed è stata osservata un’attività antitumorale partic …


 

Pembrolizumab più Cetuximab nei pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo ricorrente o metastatico

Pembrolizumab ( Keytruda ), un inibitore di PD-1, e Cetuximab ( Erbitux ), un inibitore di EGFR, sono attivi come agenti singoli e in combinazione con chemioterapia citotossica per il carcinoma a cell …


 

Enfortumab vedotin dopo inibitori PD-1 o PD-L1 nei pazienti non-idonei al Cisplatino con carcinoma uroteliale avanzato: studio EV‑201

Il carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico è generalmente incurabile e ha scarse opzioni di trattamento, specialmente per i pazienti non-idonei al Cisplatino precedentemente trattati co …


 

Pembrolizumab in monoterapia per il trattamento del tumore della vescica non-muscolo-invasivo ad alto rischio che non risponde a BCG: studio KEYNOTE-057

Il trattamento standard per il tumore della vescica non-muscolo-invasivo ad alto rischio è la resezione transuretrale del tumore della vescica seguita dall’immunoterapia intravescicale con BCG ( Bacil …


 

Lenvatinib più Pembrolizumab nei pazienti con carcinoma renale metastatico naive al trattamento o precedentemente trattato: studio 111/KEYNOTE-146

Nonostante i progressi nel trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali metastatico ( RCC ), esiste una necessità insoddisfatta di opzioni per affrontare la progressione della malattia du …


 

Nivolumab adiuvante versus placebo nel carcinoma uroteliale muscolo-invasivo

Il ruolo del trattamento adiuvante nel carcinoma uroteliale muscolo-invasivo ad alto rischio dopo chirurgia radicale non è ben definito. In uno studio di fase 3, multicentrico, in doppio cieco, ran …


 

Rucaparib nei pazienti con mesotelioma con deficit di BAP1 o BRCA1: studio MiST1

Il mesotelioma maligno rimane un tumore incurabile, senza trattamenti efficaci nel contesto della malattia recidivante. Il deficit di ricombinazione omologa ( HRD ) predice la sensibilità agli inibi …


 

Tipifarnib nel carcinoma a cellule squamose della testa e del collo con mutazioni HRAS

Mutazioni nel proto-oncogene HRAS ( mHRAS ) si verificano nel 4-8% dei pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo ( HNSCC ) ricorrente e/o metastatico ( R/M ). Tipifarnib è un …


 

Lenvatinib più Pembrolizumab o Everolimus per il carcinoma a cellule renali avanzato

Lenvatinib ( Lenvima ) in combinazione con Pembrolizumab ( Keytruda ) o Everolimus ( Afinitor ) ha attività contro il carcinoma a cellule renali avanzato. L’efficacia di questi regimi rispetto a que …


 

Efficacia e sicurezza di Entrectinib nel cancro al polmone non-a piccole cellule positivo alla fusione ROS1 localmente avanzato o metastatico

I riarrangiamenti genetici del proto-oncogene 1 recettore della tirosina chinasi ROS ( ROS1 ) sono driver oncogeni nel tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ). Sono stati riportati i risultat …


 

Atezolizumab adiuvante rispetto all’osservazione nel carcinoma uroteliale muscolo-invasivo: studio IMvigor010

Nonostante il trattamento con intento curativo standard con chemioterapia neoadiuvante a base di Cisplatino, seguito da chirurgia radicale nei pazienti idonei, il carcinoma uroteliale muscolo-invasivo …


 

Tumore al polmone non-a-piccole cellule EGFR T790M-mutato precedentemente trattato con inibitore della tirosin chinasi di EGFR: efficacia di Osimertinib più Bevacizumab rispetto a Osimertinib

Anche se il trattamento con un inibitore della tirosin chinasi ( TKI ) del recettore del fattore di crescita dell’epidermide ( EGFR ) di prima generazione più inibitore dell’angiogenesi ha mostrato pr …


 

Nivolumab più Cabozantinib rispetto a Sunitinib per il carcinoma a cellule renali avanzato

L’efficacia e la sicurezza di Nivolumab ( Opdivo ) più Cabozantinib ( Cabometyx ) rispetto a quelle di Sunitinib ( Sutent ) nel trattamento del carcinoma a cellule renali avanzato non-trattato in prec …


 

177-Lu-PSMA-617 versus Cabazitaxel pazienti con tumore alla prostata metastatico resistente alla castrazione: studio TheraP

Lutezio-177 ( 177-Lu-PSMA-617 ) è una piccola molecola radiomarcata che emette radiazioni beta alle cellule che esprimono l’antigene di membrana specifico della prostata ( PSMA ), con attività e sicur …

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