New York Times: il virus SARS-CoV-2 nato nel Laboratorio di Wuhan in un Progetto di “guadagno di funzione” finanziato dagli Stati Uniti

Wuhan virology

 

NEW YORK TIMES: IL VIRUS SARS-CoV-2 NATO NEL LABORATORIO Di WUHAN IN CINA CON IL FINANZIAMENTO DEGLI STATI UNITI – IL VIRUS ERA STATO MANIPOLATO ( GUADAGNO DI FUNZIONE ) PER AVERE COME TARGET GLI ESSERI UMANI ( recettore Ace )

IL VIRUS E’ ANCORA PRESENTE, SEPPUR IN VARIANTI MENO AGGRESSIVE IN ACUTO, MA FORSE RISCHIOSE NEL CRONICO

Il New York Times ha rilanciato l’ipotesi che il virus SARS-CoV-2 sia stato creato in laboratorio. E ripropone l’ipotesi che il laboratorio di Wuhan abbia creato il virus nell’ambito di un progetto di ricerca a cui hanno collaborato organizzazioni americane finanziate dal governo degli Stati Uniti. Come tre anni fa ad affermarlo è la biologa molecolare canadese Alina Chan, che lavora al Massachusetts Institute of Technology ( Mit ) e ad Harvard e ha scritto il libro Viral: The Search for the Origin of Covid-19. Chan sostiene che una mole crescente di prove fa pensare che il virus sia “fuoriuscito da un laboratorio di ricerca di Wuhan, in Cina. Se così fosse si tratterebbe dell’incidente più dannoso nella storia della scienza”.

La tesi – I punti sono sempre gli stessi: la pandemia è iniziata a Wuhan, dove si trovava il più importante laboratorio di ricerca sui virus simili a SARS; il laboratorio di Wuhan avreva una collaborazione con EcoHealth Alliance ( un’organizzazione scientifica americana che è stata finanziata con 80 milioni di dollari dal governo degli Stati Uniti ) ed era stato elaborato un progetto di ricerca in cui si progettavano virus. C’è la questione della proteina Spike – l’arpione perfetto – per infettare l’uomo. L’inedita presenza dei Furin cleavage sites, considerate le “forbici” per tagliare la proteina Spike che poi infetta le cellule. I bassi livelli di sicurezza del laboratorio di Wuhan. Dall’altra parte della barricata la mancanza di dati grezzi e certi, mai forniti dalla Cina.

Chan non è l’unica, a pensare che il coronavirus responsabile della pandemia di Covid-19 sia sfuggito dal laboratorio dell’Istituto di Virologia di Wuhan dove sarebbe stato manipolato con la tecnica del gain of function, ovvero delle modificazioni genetiche che permettono l’acquisizione di capacità che l’agente non ha o avrebbe avuto. La comunità scientifica in generale ha prima fortemente sostenuto la natura assolutamente naturale del virus, poi anche in virtù di una richiesta di indagine dell’amministrazione Biden ai servizi segreti, ha innescato la richiesta di un dibattito.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/04/covid-fauci-sentito-al-congresso-sulle-origini-del-virus-e-il-nyt-rilancia-le-accuse-della-biologa-chan-nato-in-laboratorio/7574332/

 

Le principali prove indicate da Chan, biologa molecolare che lavora al Massachusetts Institute of Technology ( Mit ) e ad Harvard:

1. La pandemia è iniziata a Wuhan, dove si trovava il più importante laboratorio di ricerca sui virus simili alla Sars. Virus simili a quello del Covid sono stati trovati in una miniera nella provincia Yunnan e in una caverna del Laos, ma mentre non ci sono prove che questi virus abbiano circolato negli esseri umani in quelle zone o in altre città cinesi prima dei contagi avvenuti a Wuhan, è noto che il laboratorio di Wuhan lavorava su campioni di questi virus prelevati nello Yunnan.

2. Nel 2018 il laboratorio di Wuhan, in collaborazione con EcoHealth Alliance (un’organizzazione scientifica americana che è stata finanziata con 80 milioni di dollari dal governo degli Stati Uniti) e l’epidemiologo dell’Università del North Carolina Ralph Baric, aveva elaborato un progetto di ricerca, chiamato Defuse, in cui progettava di creare virus simili al Sars-Cov-2. In particolare suggeriva di costruire in laboratorio virus con un tipo di proteina spike (l’«arpione» che permette al virus di entrare nel corpo umano e di risultare particolarmente infettivo) molto rara che viene tagliata dall’enzima cellulare furina e finora è stata riscontrata solo nel virus del Covid (e in nessun altro virus in natura).

Chan sottolinea la peculiarità che: «Un virus simile alla Sars mai visto prima, con un sito di scissione della furina di recente introduzione, corrispondente alla descrizione contenuta nella proposta Defuse dell’istituto di Wuhan, ha causato un’epidemia a Wuhan meno di due anni dopo la stesura della proposta». Per altro non è noto su quali virus abbia effettivamente lavorato il laboratorio di Wuhan: il database con 22 mila campioni di questi tipi di virus pubblicato nel 2019 è stato chiuso nell’autunno di quell’anno senza che i collaboratori statunitensi di Wuhan potessero accedervi. Non solo: quando gli scienziati di Wuhan hanno pubblicato il loro fondamentale documento sul Covid all’inizio della pandemia non hanno fatto menzione della sua particolare proteina spike con il taglio della furina, nonostante fosse una caratteristica che stavano già studiando da tempo: una circostanza anomala per la scienza e particolarmente sospetta secondo Chan.

3. I livelli di sicurezza del laboratorio di Wuhan (cioè le misure per evitare il rilascio accidentale di virus) erano molto più bassi di quelli richiesti dagli standard di sicurezza delle strutture di ricerca americane. Anche da quelle che collaboravano con Wuhan. Il professor Baric aveva commentato una delle prime bozze del progetto Defuse specificando che i livelli di sicurezza previsti per le sperimentazioni erano troppo basse.

4. Non ci sono prove sostanziali per dire che lo spill-over, cioè il contagio da un’altra specie animale all’uomo, sia avvenuto in un mercato di Wuhan, come sostenuto dai cinesi. «Questo pregiudizio nella ricerca dei primi casi ha fatto sì che i casi non collegati al mercato o situati lontano da esso siano stati molto probabilmente ignorati. A peggiorare le cose, le autorità cinesi hanno bloccato la segnalazione dei primi casi non collegati al mercato e, adducendo precauzioni di biosicurezza, hanno ordinato la distruzione dei campioni dei pazienti il 3 gennaio 2020, rendendo quasi impossibile avere un quadro completo dei primi casi di Covid-19. Le informazioni su decine di primi casi di novembre e dicembre 2019 rimangono inaccessibili» scrive Chan, secondo cui l’epidemia al mercato di Wuhan è arrivata dopo che il virus era sfuggito dal laboratorio. Anche perché tutti gli animali contagiati dal Covid di cui si ha notizia lo hanno preso da esseri umani, e non viceversa.

Tutto questo fa pensare che l’ipotesi di un virus costruito in laboratorio sia la più probabile. Chan chiede che gli Stati Uniti la indaghino in maniera approfondita. E sottolinea un aspetto particolarmente inquietante: «Che la pandemia sia iniziata su un banco di laboratorio o in una bancarella del mercato, è innegabile che i finanziamenti federali statunitensi abbiano contribuito a creare una collezione senza precedenti di virus simili alla Sars presso l’istituto di Wuhan, oltre a contribuire alla ricerca che li ha potenziati». Di fatto è una circostanza riconosciuta anche dal governo americano, visto che l’amministrazione Biden a maggio ha annullato tutti i finanziamenti presenti e futuri a EcoHealth, proprio per gli esperimenti troppo rischiosi condotti a Wuhan. Ora è essenziale, conclude Chan, che gli Stati Uniti si impegnino per evitare che venga fatta ricerca — anche all’estero — in modo così pericoloso e che vengano riconosciute le eventuali responsabilità all’origine della pandemia. Solo così è possibile evitare che si ripeta.

Fonte: https://www.corriere.it/esteri/24_giugno_04/il-covid-il-laboratorio-di-wuhan-e-le-accuse-del-new-york-times-sulle-responsabilita-americane-4787f526-142f-45d1-9126-be4f9c0ddxlk.shtml?refresh_ce

Aggiornamento in Infettivologia: Infezione ricorrente da Clostridioides difficile

Newsletter Xagena

Aggiornamento in Medicina

SER-109, una terapia del microbioma orale per l’infezione ricorrente da Clostridioides difficile

Le attuali terapie per l’infezione ricorrente da Clostridioides difficile non affrontano il microbioma perturbato, che supporta la germinazione delle spore di Clostridioides difficile in batteri produttori di tossine.
SER-109 è un microbioma terapeutico sperimentale composto da spore di Firmicutes purificate per il trattamento dell’infezione ricorrente da Clostridioides difficile.
È stato condotto uno studio di fase 3, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo in cui i pazienti che avevano avuto tre o più episodi di infezione da Clostridioides difficile ( incluso l’episodio acuto qualificante ) hanno ricevuto SER-109 o placebo ( 4 capsule al giorno per 3 giorni ) dopo il trattamento antibiotico standard.
L’obiettivo primario di efficacia era mostrare la superiorità di SER-109 rispetto al placebo nel ridurre il rischio di recidiva dell’infezione da Clostridioides difficile fino a 8 settimane dopo il trattamento.
La diagnosi mediante test delle tossine è stata eseguita all’ingresso dello studio e la randomizzazione è stata stratificata in base all’età e all’agente antibiotico ricevuto.  
CONTINUA SU MEDIEXPLORER.IT 

Xagena Infettivologia

AidsOnline.it Infettivologia.it Infettivologia.net Micosi.net Virologia.net |

Aggiornamento in Psichiatria: Antibiotici & Rischio di suicidio

Newsletter Xagena

Aggiornamento in Medicina

Associazione tra inizio di assunzione di fluorochinoloni e ricovero ospedaliero o visita al Pronto soccorso per suicidio

È stata valutata l’associazione tra l’inizio di assunzione dei fluorochinoloni e il ricovero in ospedale o la visita al Pronto soccorso per suicidalità in uno studio di coorte basato sulla popolazione del database IBM MarketScan, USA.
Hanno partecipato 2.756.268 adulti ( età maggiore o uguale a 18 anni ) che hanno iniziato ad assumere un fluorochinolone orale ( Ciprofloxacina, Levofloxacina, Moxifloxacina, Gemifloxacina, Ofloxacina, Gatifloxacina, Norfloxacina, Lomefloxacina, Besifloxacina ) o un antibiotico di confronto nel periodo 2003-2015, e hanno trascorso almeno 6 mesi di iscrizione continua al Piano sanitario e una diagnosi di polmonite o infezione del tratto urinario ( UTI ) 3 giorni o meno prima della data di inizio del farmaco.
Gli antibiotici di confronto erano Azitromicina nella coorte di polmonite e Trimetoprim-Sulfametossazolo nella coorte di infezione del tratto urinario.
I partecipanti sono stati abbinati all’interno di ciascuna coorte per punteggio di propensione, calcolato da un modello di regressione logistica multivariabile che includeva 57 covariate di base.
L’esito primario era il ricovero in ospedale o la visita al Pronto soccorso per ideazione suicidaria o autolesionismo entro 60 giorni dall’inizio del trattamento.
I modelli di rischio proporzionale di Cox sono stati utilizzati per stimare i rapporti di rischio.
CONTINUA SU MEDIEXPLORER.IT – LINK

ISCRIZIONE GRATUITA ALLE NEWSLETTER XAGENA MEDICINA

XagenaNewsletter

AIFA – L’uso elevato di antibiotici può favorire la multi-resistenza batterica, ed è correlato ad esiti anche fatali

AIFA

Antibiotici, l’Agenzia italiana del farmaco AIFA: “ Scende il consumo in Italia ma siamo sempre sopra la media europea. 1 antibiotico su 4 è acquistato privatamente. Forte rischio inappropriatezza ” – RISCHIO DI INSORGENZA DI RESISTENZE

IN PRESENZA DI BATTERI MULTI-RESISTENTI, LE INFEZIONI, POSSONO ANCHE AVERE UN ESITO FATALE, SOPRATTUTTO IN AMBITO OSPEDALIERO

Diminuisce l’uso degli antibiotici in Italia, soprattutto al Nord, ma le prescrizioni sono sempre troppe rispetto a quelle di molti Paesi europei. Nel confronto internazionale emerge nel nostro paese un maggior ricorso ad antibiotici ad ampio spettro, che hanno un impatto più elevato sullo sviluppo delle resistenze antibiotiche. E cresce in ospedale il ricorso all’utilizzo di antibiotici indicati per la terapia di infezioni causate da microrganismi multi-resistenti. Nel 2021 la metà degli anziani è stata sottoposta ad una terapia antibiotica ed un antibiotico su 4 è comprato privatamente.

I dati del Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia 2021”, dell’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali ( OsMed ) dell’AIFA, evidenziano che continua il trend in riduzione del consumo di antibiotici in Italia: -3,3% nel 2021 rispetto al 2020.

Nel 2021 circa 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% negli over 85. Fra i bambini i maggiori consumi si concentrano tra i 2 e i 5 anni, fascia in cui circa 4 bambini su 10 hanno ricevuto nell’anno almeno una prescrizione di antibiotici.

Più di un quarto dei consumi a livello territoriale ( 26,3% ) corrisponde ad acquisti privati di antibiotici rimborsabili dal Ssn ( classe A ). Nel 2021 il consumo medio giornaliero di antibiotici di classe A acquistati privatamente dai cittadini è stato pari infatti a 4,1 dosi ogni 1000 abitanti, ovvero il 24% del consumo totale di antibiotici, mentre la spesa pro capite è stata di 2,25 euro ( 134 milioni di euro ), rappresentando il 17% della spesa complessiva degli antibiotici e l’8,8% dell’intera spesa privata dei farmaci di classe A.

Le penicilline in associazione agli inibitori delle beta-lattamasi si confermano la classe a maggior consumo ( 36%dei consumi totali) , seguita dai macrolidi e dai fluorochinoloni. Resta la grande variabilità regionale nei consumi a carico del Ssn, che sono maggiori al Sud rispetto al Nord e al Centro. Nelle regioni del Nord si registrano inoltre le riduzioni maggiori ( -6,1% ), mentre al Sud sono più contenute ( -2,2% ). ( Fonte: RAI News )

USARE GLI ANTIBIOTICI IN MODO APPROPRIATO, E SOLO SU CONSIGLIO DEL MEDICO

 

Xagena in Infettivologia

AidsOnline.it Infettivologia.it Infettivologia.net Micosi.net Virologia.net |

 

Infettivologia.net

 

Resistenza agli antibiotici – Uno studio italiano ha dimostrato che la mortalità per sepsi in ospedale arriva anche al 45%

Antibiotico-Resistenza

Molte persone fanno uso di antibiotici in modo irrazionale. Ad aggravare la situazione le iperprescrizioni di antibiotici da parte di molti medici. La conseguenza ? … quando un paziente viene ricoverato in ospedale per qualsiasi patologia può contrarre un’infezione da un batterio multiresistente e morire per sepsi

La resistenza agli antibiotici è tra le priorità dell’Organizzazione mondiale della sanità ( Oms ): uno studio coordinato dall’Italia e pubblicato sulla rivista Lancet parla di una mortalità da infezioni ospedaliere per batteri che resistono agli antibiotici che può arrivare anche al 45%.

Secondo l’infettivologo Emanuele Pontali, direttore Malattie infettive dell’ospedale Galliera di Genova:

” L’antibiotico resistenza è tra le priorità dell’Oms e degli Enti europei per la salute perché è da qui che avremo i maggiori problemi in futuro. Ci siamo giocati molti degli antibiotici che abbiamo usato per anni e ci troviamo a dover gestire infezioni dovute a germi sempre più resistenti, soprattutto in ambiente ospedaliero. Non si tratta più di una nicchia di persone ma questi ceppi dagli ospedali si sono diffusi nella popolazione generale.

Sono ceppi più o meno resistenti e più o meno diffusi. Alcuni di questi viaggiano da tempo nell’ambiente, dovuti a scarichi industriali soprattutto in Paesi in via di sviluppo, a errato utilizzo degli antibiotici. Tutto ciò ha un grosso impatto in termini di costi per nuovi farmaci che devono essere sviluppati ma anche costi per l’aumento della durata dei ricoveri e l’elevata mortalità. ”

L’antibiotico-resistenza non è una minaccia astratta alla nostra salute. I suoi effetti sono già ben presenti e non possono essere ignorati. (…)

È stata troppo spesso vista come una potenziale causa di malattia e di morte in futuro. Ma questo nuovo studio ha dimostrato che la resistenza agli antibiotici è già letale per un gran numero di persone. ( The Lancet )

E’ necessario somministrare gli antibiotici con giudizio. Molti medici iperprescrivono antibiotici, inoltre gli antibiotici vengono impiegato nell’allevamento.

Secondo le stime di The Lancet, la resistenza agli antibiotici sarebbe più letale dell’Aids e della malaria, responsabili rispettivamente di 860.000 e 640.000 decessi ( anno 2019 ). Le stime precedenti avevano predetto che si sarebbero raggiunti i 10 milioni di morti annuali causati dall’antibiotico-resistenza nel 2050, ma le cifre pubblicate da The Lancet sembrano indicare che questa soglia simbolica potrebbe essere raggiunta prima del previsto.

VIDEO

https://www.primocanale.it/sanit%C3%A0/22272-pontali-antibiotico-resistenza.html

Xagena in Infettivologia

AidsOnline.it Infettivologia.it Infettivologia.net Micosi.net Virologia.net |

Infettivologia.net

Raddoppiati i casi di infezione da Candida auris con alta incidenza di resistenza agli antifungini echinocandine

Infettivologia.net

I casi di infezione fungina negli Stati Uniti post-COVID sono in aumento. Un report pubblicato sugli Annals of Internal Medicine ha mostrato che i casi di Candida auris, infezione fungina altamente contagiosa, sono quasi raddoppiati ( +95% ) tra il 2019 e il 2021

Sono triplicati i casi di infezione resistenti alle echinocandine ( nuova classe di farmaci antifungini; Anidulafungina, Caspofungina, e Micafungina ); questo è preoccupante perché le echinocandine sono la terapia di prima linea per le infezioni invasive da Candida, compresa la Candida auris.

Da quando è stato segnalato negli Stati Uniti nel 2016, il fungo emergente Candida auris ha continuato a causare malattie e decessi in tutto il Paese.

Il CDC ( Centers for Disease Control and Prevention ) hanno classificato la Candida auris come minaccia urgente, ovvero il livello più alto di preoccupazione, perché spesso il fungo è multiresistente ai farmaci, si diffonde facilmente nelle strutture sanitarie e può causare infezioni gravi e invasive con alti tassi di mortalità.

La maggior parte della trasmissione avviene nelle strutture sanitarie, soprattutto tra i residenti delle strutture di assistenza a lungo termine ( RSA ) o tra le persone con dispositivi impiantati o ventilatori meccanici.

L’Oms ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) ha inserito la Candida auris nella categoria dei funghi patogeni a priorità critica.

Candida auris

La Candida auris è un fungo lievitiforme, resistente a molti antifungini, altamente contagioso e con una mortalità tra il 20 e il 70% con i valori più alti che riguardano ovviamente persone anziane ( ma anche bambini ) in condizioni pregresse di fragilità.

La Candida auris è parente della più conosciuta e meno letale specie Candida albicans, che è causa di candidosi cutanea.

Sintomi – I sintomi dell’infezione sono piuttosto generici e includono dolori muscolari, difficoltà a deglutire, febbre, affaticamento e bruciori ma può essere anche completamente asintomatica. L’infezione grave è un’infezione sistemica. La presenza del patogeno può essere stabilita solo attraverso specifiche analisi microbiologiche.

Trasmissione – La Candida auris può infettare per contatto con superfici infette o con altre persone che hanno già contratto l’infezione. Inoltre, questo lievito è in grado di generare un biofilm capace di resistere ai più comuni disinfettanti e prodotti detergenti usati in ambiente ospedaliero, inclusi Perossido di idrogeno e Clorexidina, oltre ovviamente a quelli tipicamente a uso domestico. Il che significa, in sostanza, che una volta che il fungo ha colonizzato un’area ospedaliera ( o una casa privata ) diventa particolarmente complesso da eradicare completamente.

Terapia – La maggior parte delle infezioni da Candida auris sono trattabili con una classe di antimicotici, le echinocandine. Alcune infezioni risultano particolarmente difficili da trattare a causa della multi-resistenza a diversi agenti antifungini, inclusi Fluconazolo ( e altri azoli ), Amfotericina B e echinocandine. Questo comporta una terapia con più farmaci e a dosi più elevate. Anche dopo il trattamento per le infezioni invasive, i pazienti rimangono generalmente colonizzati per lunghi periodi, pertanto, tutte le misure di controllo delle infezioni devono essere seguite durante e dopo il trattamento dell’infezione da Candida auris. In particolare, i pazienti che vengono colonizzati con Candida auris sono a rischio di sviluppare infezioni invasive in qualunque momento.  

CONTINUA SU: Infettivologia Xagena

 

NELL’INFEZIONE DA CANDIDA AURIS IMPIEGARE SOLO ANTIFUNGINI ( NO ANTIBIOTICI )

Salute & Medicina Newsletter by Xagena

MedicinaNews.it
Salute & Medicina
Top News / Aterosclerosi – Le controversie dello studio REDUCE-IT Biomarkers

Icosapent etile: i nuovi dati sui biomarcatori aumentano i timori sui risultati dello studio REDUCE-IT

Una nuova analisi dello studio REDUCE-IT ha riacceso i timori che il beneficio mostrato dall’Olio di pesce ad alto dosaggio, Icosapent etile ( Vazkepa ), potrebbe essere stato correlato ai danni causa …

Ginecologia

Rischio meningioma. Limitata dall’EMA la prescrizione di farmaci ginecologici con Nomegestrolo o Clormadinone

Il Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza ( PRAC ) dell’EMA ( European Medicine Agency ) ha raccomandato nuove misure per minimizzare il rischio di meningioma con medicinali co …

Infettivologia

La probabilità di causare Long COVID è maggiore con la variante Delta rispetto alla variante Omicron

Uno studio di ricercatori del King’s College London ha rilevato che la probabilità di sperimentare il Long COVID era tra il 20-50% in meno durante il periodo Omicron rispetto al periodo Delta. I ri …

APhA: iperprescrizione dei fluorochinoloni nonostante il rischio di gravi reazioni avverse

L’Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ), ha ricevuto segnalazioni di centinaia di migliaia di eventi avversi gravi associati ai fluorochinoloni da oltre 60.000 pa …

Obesiologia

Tirzepatide, un farmaco antidiabetico, riduce il peso corporeo fino al 20% nelle persone con obesità

L’obesità è una malattia cronica che si traduce in una sostanziale morbilità e mortalità globale. Uno studio ha valutato l’efficacia della Tirzepatide nel trattamento dell’obesità. La Tirzepatide è …

Psichiatria

Clozapina, un antipsicotico, associato a rischio di tumori ematologici

Un nuovo studio ha evidenziato che il trattamento a lungo termine con Clozapina ( Clozaril, Leponex ) è associato a un piccolo, ma significativo, rischio di neoplasie ematologiche negli individui con … 

Vaccini

Confermato l’aumento di trombosi venosa cerebrale con il vaccino COVID di AstraZeneca

Un nuovo studio scandinavo ha confermato i dati precedenti che avevano mostrato tassi aumentati di trombosi venosa cerebrale e trombocitopenia dopo il vaccino COVID-19 di AstraZeneca. Lo studio ha …

ISCRIZIONE GRATUITA ALLE NEWSLETTER XAGENA MEDICINA

XagenaNewsletter

Infettivologia Newsletter by Xagena

Infettivologia.net
Infettivologia ALERT
Top News: Il Paradigna Paracetamolo & Vigile Attesa

Farmaci antinfiammatori per il trattamento domiciliare del COVID-19

Sono state proposte diverse raccomandazioni su come trattare al proprio domicilio le persone con COVID-19 con sintomi da lievi a moderati, a partire dall’uso di farmaci antinfiammatori ( FANS ). I …

Long COVID & Varianti

La probabilità di causare Long COVID è maggiore con la variante Delta rispetto alla variante Omicron

Uno studio di ricercatori del King’s College London ha rilevato che la probabilità di sperimentare il Long COVID era tra il 20-50% in meno durante il periodo Omicron rispetto al periodo Delta. I ri … 

Antibiotici

APhA: iperprescrizione dei fluorochinoloni nonostante il rischio di gravi reazioni avverse

L’Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ), ha ricevuto segnalazioni di centinaia di migliaia di eventi avversi gravi associati ai fluorochinoloni da oltre 60.000 pa …

COVID

Corticosteroidi per la fase iniziale del COVID-19

I corticosteroidi sintetici sono farmaci ampiamente disponibili, impiegati nel trattamento di malattie infiammatorie croniche e autoimmuni. Corticosteroidi sistemici per la gestione del COVID-19 …

Vaccini anti-COVID

Confermato l’aumento di trombosi venosa cerebrale con il vaccino COVID di AstraZeneca

Un nuovo studio scandinavo ha confermato i dati precedenti che avevano mostrato tassi aumentati di trombosi venosa cerebrale e trombocitopenia dopo il vaccino COVID-19 di AstraZeneca. Lo studio ha …

Unione Europea: i primi vaccini di richiamo COVID-19 adattati per Omicron Ba.1

Il Comitato per i medicinali per uso umano ( CHMP ) dell’EMA ( European Medicines Agency ) ha raccomandato l’autorizzazione di due vaccini adattati per fornire una protezione più ampia contro COVID-19 …

ISCRIZIONE GRATUITA ALLE NEWSLETTER XAGENA MEDICINA

XagenaNewsletter

Medicina Newsletter by Xagena

MedicinaNews.it

AIFA: Sintomi della Trombosi con Vaccini a vettore virale

In soggetti recentemente sottoposti a vaccinazione anti-SARS-CoV-2 con i vaccini a vettore virale Vaxzevria ( AstraZeneca ) e con COVID-19 Vaccine Janssen ( Johnson & Johnson ) sono state riportate diverse segnalazioni di eventi trombotici in sedi atipiche ( trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancnico ), associati a piastrinopenia, e con decorsi clinici di particolare gravità. E’ stato elaborato un documento, strutturato in domande e risposte, che rappresenta le conclusioni del Gruppo di Lavoro Emostasi e Trombosi

AIFA: Quali complicanze tromboemboliche sono state osservate nei soggetti vaccinati con Vaxzevria e COVID-19 Vaccine Janssen, e qual è la loro frequenza ?

In linea generale, gli eventi tromboembolici venosi occorsi in soggetti vaccinati con Vaxzevria e con il vaccino Janssen non sono risultati più frequenti rispetto a quelli attesi nella popolazione non …

AIFA: Sono stati identificati dei fattori in grado di individuare i soggetti a maggior rischio di sviluppare le manifestazioni tromboemboliche con i vaccini Vaxzevria e Janssen ?

La mancata definizione di un meccanismo fisiopatologico unitario alla base dei rari casi di trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancnico associata a vaccinazione da Vaxzevria rend …

AIFA: Quali possono essere i meccanismi fisiopatologici alla base delle manifestazioni tromboemboliche più gravi ( trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancnico associate con trombocitopenia ) ?

La trombosi dei seni venosi cerebrali (TSVC) è una manifestazione rara, con una incidenza annuale che oscilla tra 0.2 e 1.5 casi per 100.000 abitanti per anno e una prevalenza nel sesso femminile. Ti …

AIFA: Come si trattano le trombosi dei seni venosi cerebrali o del distretto splancnico con piastrinopenia ?

L’incompleta conoscenza dei meccanismi patogenetici permette di esprimere solo dei suggerimenti, in buona parte derivati dall’esperienza generale e non-validati in questa situazione specifica. E’ …

Cardiologia

La parodontite può essere correlata a elevati livelli di pressione arteriosa

La parodontite può essere associata a elevata pressione sistolica in individui sani. I pazienti con malattie gengivali spesso presentano una pressione sanguigna elevata, specialmente quando è prese …

Infettivologia

I FANS non peggiorano il COVID-19 nei pazienti ospedalizzati

I farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) non aumentano il rischio di forma grave di malattia o di decesso nei pazienti ospedalizzati per COVID-19. Queste le conclusioni di uno studio prospett …

ISCRIZIONE GRATUITA ALLE NEWSLETTER XAGENA MEDICINA

XagenaNewsletter

 

Aggiornamento in Infettivologia: Infezioni fungine nei pazienti COVID

Newsletter Xagena

Aggiornamento in Medicina

Infezioni fungine nei pazienti ventilati meccanicamente con COVID-19 durante la prima ondata: studio MYCOVID

I pazienti con forma grave di COVID-19 sono emersi come una popolazione ad alto rischio di infezioni fungine invasive.
Tuttavia, la prevalenza delle infezioni fungine invasive non è stata ancora valutata in ampie popolazioni di pazienti ventilati meccanicamente.
Sono stati identificati prevalenza, fattori di rischio e mortalità associati alle infezioni fungine invasive nei pazienti ventilati meccanicamente con COVID-19 in terapia intensiva.
È stato condotto uno studio di coorte osservazionale nazionale multicentrico in 18 Unità di terapia intensiva francesi.
Sono stati arruolati retrospettivamente e prospetticamente pazienti adulti di età maggiore o uguale a 18 anni con infezione da SARS-CoV-2 confermata da RT-PCR e che richiedono ventilazione meccanica per sindrome da distress respiratorio acuto, con tutti i dati di follow-up demografici, clinici e biologici anonimizzati e raccolti.
I pazienti sono stati sistematicamente sottoposti a screening per i microrganismi fungini respiratori una o due volte a settimana durante il periodo di ventilazione meccanica fino alla dimissione dalla terapia intensiva.
L’esito primario era la prevalenza di infezioni fungine invasive in tutti i partecipanti idonei con un minimo di tre campioni microbiologici sottoposti a screening durante il ricovero in terapia intensiva, con aspergillosi polmonare associata a COVID-19 ( CAPA ) accertata o probabile ( pr/pb ) classificata secondo le recenti definizioni ECMM/ISHAM.
Gli esiti secondari erano fattori di rischio di aspergillosi CAPA accertata o probabile, mortalità in terapia intensiva tra i gruppi aspergillosi CAPA accertata o probabile e CAPA non-accertata o non-probabile e associazioni di aspergillosi CAPA accertata o probabile e variabili correlate con la mortalità in terapia intensiva, identificate dai modelli di regressione.

CONTINUA SU MediExplorer.it – LINK:  https://mediexplorer.it/articolo/infezioni-fungine-nei-pazienti-ventilati-meccanicamente-con-covid-19-durante-la-prima-ondata-studio-mycovid

1 2 3 5