L’egoismo umano potrà mai essere sconfitto? In esso sta tutto il male del mondo..

 

Come esseri umani che viviamo in questo mondo mostruosamente brutto, chiediamoci come potrà mai questa società, basata sulla competizione, sulla brutalità e la paura giungere ad un fine? Non come un concetto spirituale ,non come una speranza, ma come un reale risultato, tale che la mente sia rinfrescata, nuova e innocente da concepire un mondo diverso e rinnovato? Questo può succedere soltanto, io credo, se ognuno di noi riconosce il fatto più importante, che noi, come individui, come esseri umani, in qualunque parte del mondo ci capiti di vivere e  a qualunque cultura  facciamo riferimento, siamo completamente responsabili del mondo intero-

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“Peste e Corna” di Massimo Roscia. Un viaggio tra i luoghi comuni italiani.

 

Chi ama l’italiano, la nostra meravigliosa lingua non dovrebbe perdere l’ultimo della trilogia sul maltrattamento della nostra lingua, dedicato al cattivo uso delle banalità dei luoghi comuni e delle frasi fatte. Dopo i romanzi ” La strage dei congiuntivi” e”Di  grammatica non si muore, Massimo Roscia è riuscito a scrivere il suo terzo “Peste e corna” usando esclusivamente frasi fatte di comune uso quotidiano nel nostro paese. Ne è venuto fuori un romanzo ironico, disincantato fatto di frasi idiomatiche, metafore e modi di dire a suo viso usati da troppi ed abusato- E così, tra un “ammesso e non concesso” e un “non esistono più le mezze stagioni”, un’allegra risata e una seria riflessione, viene fuori un libro lontano da ogni schema tradizionale, agile, divertente, saporito, godibilissimo, colmo di citazioni, aneddoti e riferimenti culturali tanto curiosi quanto stimolanti, un libro da leggere “senza se e senza ma”.

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Buon Compleanno, amore mio…

 

Tanti auguri amore mio. Anche se sei in quel mondo dopo da otto anni, il pensiero di te ,che non mi abbandona ogni momento della mia vita, la tua costante presenza spirituale reale in ogni mia azione, rendono sopportabile questa vita mia, inutile, triste, rallegrata soltanto dai ricordi di quella vita meravigliosa vissuta con te. Tu sei in ognuno dei tuoi luoghi, in ogni momento della giornata, sei con me colle immagini più belle della nostra lunga vita insieme, sento la tua voce e mi piace chiudere gli occhi in un tuo abbraccio… sento le tue mani morbide sulla mia pelle, mi perdo nel tuo sorriso e nel tuo profondo sguardo azzurro col quale scrivevi le più belle parole d’amore. Buon compleanno (102),amore per sempre!

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Come fermare i pensieri?

 

Qualche volta il fiume scorre
più veloce di quanto io possa correre,
inseguendo i cumuli di nuvole
nei riflessi blu cobalto, mentre
trasforma i grigi tronchi catturati
in un ribollire di schiuma gommosa
che pare cercare quiete
come le urla silenziate di un pazzo ,
che  cercano risposta nella nebbia.

 

fiume in piena

Dove il cuore batte forte forte…

 

C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato, per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età; quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare… Da lì fuggir non potrò poiché la fantasia d’incanto risente il nostro calore e non permetterò mai ch’io possa rinunciare a chi d’amor mi sa far volare.

Alda Merini

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Dalla politica all’amministrazione. Dalle bandiere ai disegni di legge. Sarà dura per la Destra se Giorgia Meloni dovesse perdere la grinta.

 

È dura per Giorgia Meloni e i suoi fratelli d’Italia passare dalla politica all’amministrazione .Chi ha fatto politica all’opposizione per una vita, e trent’anni sono una vita, sa che quando raggiunge l’apice della politica, deve guidare un Paese, occuparsi di governance, mediare tra poteri, partecipare a vertici internazionali su tutt’altre questioni. Far politica significa adottare provvedimenti tecnici e amministrativi, imbarcarsi nella burocrazia e nella selva di leggi, negoziare direttive in cui la politica è solo come residuo, cornice, o vago orientamento di fondo, che diventa sempre più di sottofondo. Le idee vengono bandite per far posto ai fondi, il terreno è quello dei tecnici; si entra nella dragosfera. È questa la Mutazione in corso per Fratelli d’Italia. Dopo anni di politica, si trova a dover lavorare coi fascicoli, l’alta burocrazia e le sue insidie, patteggiare con i poteri forti, rapportarsi alle istituzioni sovranazionali e alle loro direttive. C’è da perdere smalto, c’è da spegnersi e mutarsi in Merkel; anche se dall’altra parte, il comando, il piacere di decidere e dettare l’agenda del paese, compensa la frustrazione politica di chi passa delle saghe eroiche alla realtà ingrata delle carte bollate. Non ci si deve squilibrare tra due spinte contrarie, ma queste devono essere  sempre  in discussione, essere prudenti e coraggiosi quando serve ,ma capire qual’è  il momento giusto in entrambi i casi. C’è da augurarsi che il premier non si lasci intimidire dalla pressione mediatica, che continua a improvvisare spettacoli miserandi tra ridicolaggini sul fascismo alle disquisizioni boldriniane sulla grammatica, dalle frasi più ridicole di un femminismo esausto all’avvelenamento del political correct. Letta si mette in ridicolo minacciando prima che il governo agisca, Conte sembra un rivoluzionario napoletano, mentre Calenda pare essere l’unico a fare un’opposizione sensata, degna di quel nome, fatti e non pregiudizi, come pure Renzi e i centristi. Tutto sommato sono avversari allo sbando o di poco conto questi, che non dovrebbero spaventare la Meloni più delle contrapposizioni interne e soprattutto i” padroni esterni”. Qualcosa non va nei suoi programmi, rivedibili spero, spaventa la sua inesperienza di governo, bisognerebbe che avesse sempre qualcuno alle spalle a ricordarle quanto sia sempre stata battagliera, fiera e limpida come i suoi occhi azzurri, uno sguardo niente male sul quadro cupo della nostra politica.

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Ecco Mindy, l’uomo del futuro creato in laboratorio. L’evoluzione dell’uomo in questi anni di tecnologia sfrenata, che ormai è diventata irreversibile.

Una compagnia americana ha creato un modello in 3D per prevedere l’evoluzione dell’essere umano deformato dell’uso eccessivo di smartphone e computer

Gobbi, con un cervello da «primitivi» e gli «artigli da texting». Così saremo tra meno di mille anni, deformati dall’eccessivo uso degli smartphone e dei computer. A immaginarci nel 3000 è una ricerca commissionata dalla compagnia americana TollFreeForwarding, che ha creato Mindy, una riproduzione in 3D che può sembrare una creatura aliena, ma in realtà altro non è che l’uomo del futuro, la cui struttura ossea e muscolare è deformata dall’utilizzo di questi device e adattata al loro impiego.

Secondo la ricerca, la schiena progressivamente perderà la sua linea a “s” per consentirci una notevole elasticità nei movimenti e assumere una curvatura che spingerà la parte alta del busto, le spalle e la testa più avanti rispetto all’asse del bacino: una gobba o una curva a “c”, la si potrebbe definire, frutto della inevitabile tendenza a piegarsi verso i dispositivi di lavoro e svago.

Un’altra delle deformità immaginate più evidenti sarà quello che è stato definito l’«artiglio da texting», che descrive la posizione che assume per ore ogni giorno la nostra mano: la forma di un artiglio per sorreggere lo smartphone. Gli umani del futuro potrebbero anche avere gomiti stabilmente flessi per effetto della posa che il nostro arto assume nel sorreggere un telefono per una chiamata o per navigare sul web.

E più «primitivo» sarà anche il cervello, le cui dimensioni si ridurranno per effetto di uno stile di vita sempre più sedentario: che il suo funzionamento sia connesso all’attività fisica lo dimostrano già oggi diversi studi, come quello condotto dall’Università dell’Illinois, secondo cui i bambini di due anni che spendono meno di un’ora al giorno davanti ad apparecchiature elettroniche e fanno esercizio quotidiano mostrano capacità cognitive superiori rispetto agli altri.

Allo stesso tempo, l’uomo del futuro potrebbe ritrovarsi con una calotta cranica più spessa della nostra, come autodifesa  dalle onde elettromagnetiche provenienti dallo smartphone, che la maggior parte delle persone, non utilizzando le tanto raccomandate cuffie bluetooth, sorregge a pochi millimetri dall’orecchio e quindi dalla testa.

Anche l’occhio vorrà la sua parte: tra 800 anni, infatti, sviluppando meccanismi di difesa alla prolungata esposizione alla luce blu prodotta dai device digitali, che è nociva, come hanno provato studi recenti, per la qualità del sonno ed è frequentemente causa di disturbi come cefalee e indebolimento della vista. Così, fra qualche secolo, potremmo ritrovarci con «la palpebra interna più estesa per prevenire l’esposizione a una luce eccessiva, o la lente dell’occhio potrebbe evolversi così da bloccare la luce blu ma non altre ad alta lunghezza d’onda, come la verde, la gialla e la rossa», ha spiegato Kasun Ratnayake dell’Università dell’Illinois. Ma i «creatori» di Mindy si sono spinti oltre, dotandola di una impressionante seconda palpebra.

Se «perle modificazioni antropologiche conseguenti all’uso delle apparecchiature digitali ci vorranno secoli, le problematiche funzionali sono già da diversi anni sotto i nostri occhi» ha aggiunto Andrea Camilli, osteopata milanese iscritto al Registro degli osteopati d’Italia. «Già l’uso sempre più intensivo del pc nei luoghi di lavoro aveva determinato l’insorgere di patologie riguardanti collo, spalle e arti come la cosiddetta “triade del mouse”, ossia tendinite alla spalla, al gomito e tunnel carpale».

«Ma i soggetti trattati sono 40-50enni con diversi anni di lavoro alla scrivania – ha spiegato –, mentre oggi abbiamo pazienti in età adolescenziale, dai 14-16 anni, che già lamentano problemi di cervicale. Da questo punto di vista – ha concluso Camilli – l’utilizzo degli smartphone ha effetti persino peggiori del pc, perché induce a una postura inclinata in avanti e a una progressiva perdita di curva della parte alta della spina dorsale».

Quando si è appagati consapevolmente si diventa saggi…

Paulo Coelho  ha incontrato come altri questi bellissimi versi, li ha inseriti in un suo libro ed ora sono quasi sempre attribuiti alla sua penna, che avrebbe potuto benissimo scriverli. Tuttavia l’autore non è lui ma Octavian Paler, uno  scrittore Romeno, giornalista,e anche attivista politico, che patì  molto sotto il regime comunista-
Le cose che ho imparato

– Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
– Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
– Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
– Che le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
– Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
– Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
– Che la pazienza richiede molta pratica.
– Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
– Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
– Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
– Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
– Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
– Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
– Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
– Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
– La miglior specie d’amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
– E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
– Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
– Non cercare le apparenze, possono ingannare.
– Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
– Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
– Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
– Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
– Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
– Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
– Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
– Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
– Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
– Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l’unico che sorride e ognuno intorno a te piange.

Octavian Paler

appagato

Dove il cuore batte forte…

C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato, per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età; quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare… Da lì fuggir non potrò poiché la fantasia d’incanto risente il nostro calore e non permetterò mai ch’io possa rinunciare a chi d’amor mi sa far volare.
 
Alda Merini
abbraccio

Un arcobaleno di nebbia…

 

Un ripetersi di attimi sempre uguali,
colorati di emozioni sgargianti,
questo mondo che va per andare,
blandizie impigliate su promesse bugiarde,
che  non si cancellano, tatuate sul cuore.
E l’aria è pesante di umido, di grigio fumoso,
vorrei andare, percorrere sterrati lontano,
bagnarmi di pioggia  e di fango,
senza scarpe, senza bagaglio…
pesano troppo i pensieri, l’acqua non disseta..
Tra la polvere delle ragnatele
un vecchio mangiadischi  sputa
un frammento di vinile, un’etichetta sbiadita,
il cielo in una stanza, col suo soffitto viola,
alberi infiniti, pareti di cielo..
trascina di graffi una musica,
in un altro giorno, in un altro tempo
e si dissolve in note
il mio arcobaleno di nebbia.