Amore …e castità.

 

…Ma non importa. Tutte le sciagure che sono accadute non sono riuscite a far appassire i fiori, e neppure l’amore delle donne; perciò non potranno spegnere il mio desiderio di te, né la piccola luce fra te e me. L’anno venturo saremo insieme. E sebbene abbia paura, credo nella nostra unione. La sola precauzione che si può prendere contro il futuro è quella di credere in quanto si ha di meglio in se stessi e credere nella potenza che ci trascende. Perciò credo nella piccola fiamma che arde fra noi. Per me, ora, è la sola cosa che conti al mondo. La mia anima palpita con te nella fiammella di pentecoste, ed è come la pace della carne nella carne. La mia carne nella tua carne ha fatto nascere una fiamma. Anche i fiori sono creati dall’accoppiarsi del sole e della terra. Ma è una cosa delicata, che richiede pazienza e una lunga attesa. Così amo la mia castità, ora, perchè è la pace che viene dall’unione dei sessi. Mi piace essere casto, ora. Amo la castità come i bucaneve. Amo questa castità che è come un intervallo di pace dopo l’orgasmo del sesso, che è ora tra noi come un bucaneve forcuto in fiamma bianca. E quando verrà la vera primavera, quando la nostra unione verrà, allora potremo fonderci e rendere la fiammella splendente, gialla e splendente. Ma ora, non ancora! Ora è tempo di essere casti; è così bello essere casti; è come un fiume di acqua fredda nell’anima mia. Ora che scorre fra noi, amo la castità. E’ come acqua fredda e pioggia.

D. H. Lawrence – L’amante di Lady Chatterley

 

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21 Marzo, inizio di Primavera, giornata dedicata alla poesia.

 

In questa poesia la donna di Neruda è un’anonima donna amata,  ed egli elogia  l’effetto positivo , la cui sola presenza nella sua vita esprime il sentimento di amore sconvolgente che ha suscitato in lui. Già nei primi versi la descrive coi segni naturali della  primavera, e parla di lei come la bella stagione.
Un apprezzamento verso l’amata che è anche una celebrazione del valore di rinascita e di vita intrinseco nella primavera stessa, con un invito diretto a “farsi primavera”, quasi un auspicio a dedicarsi all’amore, senza più paure e incertezze.
Celebri i versi finali con cui si conclude questa dolce poesia scritta dal poeta cileno Pablo Neruda: “Voglio fare con te / ciò che la primavera fa con i ciliegi“. Una dichiarazione d’amore tenera ed esplicita, che esprime la volontà di dedicare la propria vita all’amata, a “fiorire” insieme come in Primavera.

Questa poesia è la mia scelta per l’inizio della Primavera e per la giornata dei versi poetici, che si celebra oggi.

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“Giochi ogni giorno”

Giochi ogni giorno con la luce dell’universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell’acqua.
Sei più di questa bianca testolina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.

A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.

Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire i venti, tutti.
La pioggia si denuda.

Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che iersera s’ancorarono al cielo.

Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all’ultimo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un’ombra strana nei tuoi occhi.

Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.

Quanto ti sarà costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
Abbiamo visto ardere tante volte l’astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.

Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona dell’universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.

Pablo Neruda