Io sono il destino, dipende da come mi comporto con te.
Ti plasmo, ti illudo con sorriso beffardo,
ti guardo maligno e sono un bastardo.puoi dir tutto di me,
Ti premio, anche senza tuo merito alcuno,
ti rendo importante, mentre sei un nessuno.
A te dono tutto, agli altri mai niente,
allora mi dici generoso e clemente.
Son quello che fece, un giorno di primavera,
ritornare l'inverno, con furiosa maniera.
Son io che ho deciso chi c'era o non c'era,
son io che ho distrutto la Squadra più vera.
Li mandai a giocare, lontano da casa,
un bel viaggio premio, per chi meritava.
Me li presi tutti, ed eran trentuno,
a quell'ultimo appello non mancava nessuno.
Eran tutti felici su quel trimotore
tornavano a casa, i ragazzi del cuore.
Avevan vinto tutto con dignità e onore,
le invincibili maglie dal granata colore.
In fondo li ammiravo, ma mi avevan sfidato!
I più forti di tutti! Ma…. pure del fato?
Non potevo più così sopportare
in qualche maniera li dovevo fermare.
Sarei stato il primo ad averli sconfitti,
in un giorno di maggio, li avrei presi tutti.
Tra fulmini e tuoni, in una notte precoce,
persi contro la nebbia, in maniera veloce.
Un boato, uno schianto, contro quel muraglione
e tu che oggi li pensi, con in gola il magone,
maledirai tutto, me compreso;….. il destino
l'unico al mondo che sconfisse il Torino.
Ma ora mi pento, forse ho vinto per niente,
li ho sconfitti una volta, Loro han vinto per sempre.
Mi sentivo il più forte, ma non avevo capito
che sarei stato vinto dalla Squadra del mito.
Maggio 2006
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