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Inno all'ipocrisia.

Post n°236 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

SOFIA - Arrivano gli ultras italiani a Sofia, e sale la tensione attorno a Bulgaria-Italia.                         Prima una rissa appena sfiorata in un bar del centro, poi il tentativo di scontro con i tifosi locali all'interno dello stadio frenato dall'ingresso delle forze di polizia bulgare in assetto antisommossa.                        Il tutto tra canti del ventennio fascista e un corteo nelle strade che conducono al Levski Stadium scandito da "Duce Duce".                          E soprattutto lo stupore dei bulgari, che avevano accolto con calore la nazionale campione del mondo.                            Il gruppo di oltre cento tifosi organizzati al seguito della nazionale è parte dello stesso che segue gli azzurri da due anni, ovvero da dopo la fine del Mondiale.
Il Viminale li conosce bene, si tratta di ultras della destra provenienti da diverse città, specie del nord-est.                    Questa volta si sono aggiunti anche tifosi provenienti da Napoli.                E a provocare le tensioni della giornata sono stati anche il gemellaggio di questo gruppo con la tifoseria del Levski Sofia, tradizionalmente collocata a destra, e il confronto con i "rivali" del Cska, tifoseria di sinistra.
Sarebbe questo, secondo alcuni testimoni, il motivo che ha fatto scattare la rissa all'interno del bar del centro di Sofia: italiani e sostenitori del Levski contro ultras del Cska.                        Rapido l'intervento della polizia locale, così si è evitato il peggio: nessun ferito e nessun fermo.                                   Poi, il plotone italiano è andato allo stadio a piedi, scortato da una moto della polizia e alcuni agenti: e durante il percorso è stato un miscuglio di cori calcistici, di ricordi per Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un colpo di pistola di un agente di polizia italiano, e soprattuto di "Faccetta Nera", "Duce Duce" e altri cori fascisti.

A chiudere, all'arrivo allo stadio, l'ingresso nel settore loro riservato e subito il tentativo d'assalto agli spettatori bulgari.
Un gruppo di italiani ha percorso tutti i gradoni cinghie dei pantaloni in mano, è arrivato fino alla cancellata che delimita il settore e ha cominciato a menar fendenti e a tirare oggetti dall'altra parte.
La tensione è stata molto alta per alcuni secondi, prima che una trentina di poliziotti con caschi, corpetti e manganelli entrasse e riportasse con calma indietro i sostenitori italiani.
Uno striscione degli italiani sarebbe stato sottratto dai bulgari, di certo quando la calma è stata ristabilita gli ultras Italia hanno tolto i loro tricolori con i nomi di diverse città di provenienza, alcuni in caratteri celtici.                                   La Federcalcio ha poi precisato di aver venduto 144 biglietti a tifosi italiani per quel settore, dopo aver girato al ministero dell'Interno nomi e dati anagrafici dei titolari della richiesta e dopo averne ricevuto indietro il nulla osta.
Da quel momento, gli Ultras Italia sono passati sotto il controllo della polizia locale.                          Domenico Mazzilli, responsabile della sicurezza della nazionale azzurra, e Roberto Massucci, suo vice, hanno offerto il loro supporo alla polizia bulgara.
La trasferta italiana, iniziata sotto i migliori auspici, con i locali ben disposti sia rispetto alla squadra che alla tifoseria, ha preso tutta un'altra piega.                            A cominciare dagli inni nazionali, con i tifosi di casa pronti a fischiare "Fratelli d'Italia".
(11 ottobre 2008) da: repubblica.it

                                                               
*****

«Quello che è successo in Bulgaria è gravissimo e allarmante e rappresenta un colpo duro all'immagine stessa dell'Italia», afferma Marco Minniti.                              «Per la prima volta al seguito della nazionale fanno la loro comparsa gli ultrà fascisti - sottolinea - è necessario che davanti a quello che è avvenuto vi sia una risposta esemplare.                       È necessario che i responsabili, gruppetti ben conosciuti, vengano identificati e duramente puniti con la collaborazione della Federazione gioco calcio e con l'impegno delle forze dell'ordine».                                 
Per Pina Picierno, ministro delle politiche giovanili del governo ombra del Pd, «le scene a cui abbiamo assistito sono inquietanti.                  Svastiche e braccia tese al seguito della nazionale, scontri dentro e fuori lo stadio animati da estremisti nazifascisti italiani e bulgari: uno scenario veramente preoccupante». «Sabato sera - prosegue - abbiamo avuto la chiara evidenza che non si tratta solo della presenza di frange o di gruppuscoli politicizzati ma che il tifo calcistico, per sue peculiarità, presenta in maniera lampante dinamiche in atto nella nostra società.
Ci troviamo di fronte ad una internazionale nera degli ultrà, un fenomeno - prosegue Picierno - davanti al quale non si può fare finta di nulla, e che richiede interventi decisi a cominciare dal divieto di accesso agli stadi.                      Qui non si parla di singoli tifosi ma di persone e gruppi organizzati che sfruttano il calcio per dar sfogo alla violenza politica e xenofoba che anima i loro atti».                     
«Bisogna porre rimedio a quanto è avvenuto e lo si può fare con l'impegno di tutti, cominciando dalla Federazione gioco calcio e dalle forze dell'ordine- afferma Raffaele Ranucci, senatore del Partito Democratico -: bisogna non minimizzare quanto è avvenuto e colpire duramente i responsabili degli incidenti di Sofia». «Vanno identificati, puniti, tenuti lontani dagli stadi e dalla nazionale -continua- E insieme va fatta una seria campagna contro il tifo ultrà che si collega all'estremismo politico specie di tipo fascista.                            Una campagna che faccia leva sull'impegno civile dei cittadini e insieme sulla passione sportiva dei tifosi della nazionale che sono i primi a condannare quanto compiuto da gruppetti ben identificati che si sono 'alleatì agli ultrà fascisti della Bulgaria nelle loro disprezzabili gesta».
Fonte: L'Unità
                               
                                        *****

Ho scritto più volte circa questo argomento, non mi son certo mancate le occasioni per farlo, praticamente ogni domenica ci sarebbero motivi per parlare della violenza e di coloro che la mettono in opera.                      Non mi ripeterò questa volta, vorrei invece soffermarmi su di un altro tipo di violenza, quella dell'ipocrisia e dell'opportunismo.                 Mi riferisco alle dichiarazioni dei politici di sinistra qui sopra riportate.               Preciso per l'ennesima volta che non ho nessuna colorazione politica, che mi ritengo libero di giudicare e giudicarli senza nessun vincolo nè di simpatia o servilismo.                      Un "anarchico nella legalità" quale mi definisco, non può avere nè apparentamenti nè idee politiche radicate, diciamo che ho un odio equo ed unanime per questa casta che ci infinocchia dai tempi di Giulio Cesare.
Da sempre sostengo che i violenti in generale, lo stadio e il calcio non c'entrano nulla, debbano essere colpiti duramente, da sempre auspico che vadano a riempire degli angusti spazi dietro a delle sbarre di ferro, ma da sempre assisto a prese di posizione politiche colluse e di parte.                        Difesi a spada tratta dei delinquenti abituali, dei personaggi che della violenza fanno il loro unico credo, perchè a volte tornano comodi, perchè si vogliono certi tipi di manifestazioni, perchè è opportuno creare delle vittime per poi gridare al sopruso e alla mancanza di libertà.
E' sempre andata così perchè se fanno casino quelli di una parte politica và tutto bene, se lo fanno quelli della concorrenza scatta la disapprovazione e la protesta.
Patetici, ridicoli, falsi, bugiardi, esseri schifosi che ci prendono per la parte che tengono ben attaccata alla loro poltrona, con la scusa che intanto lì ce li abbiamo messi noi.                    E' vero ce li avete messi voi li (io no) ma non certo per fare quello che fanno o se volete quello che non fanno, lì a prendere stipendi d'oro per governarci in maniera insensata e partigiana.                      Un Paese da secoli allo sbando, alla mercè dell'antistato, prova tangibile che uno stato non esiste, vittima di paure e di ricatti morali, messo in ginocchio e alla berlina da chiunque voglia passare di qui.   
Il Paese del bengodi per chi vuole l'impunità, vieni trasgredisci e vinci potrebbe essere il motto, di quest'Italia, sempre più debole e spernacchiata.                                 Eppure non ci vorrebbe molto a prendere delle decisioni serie, eque e razionali senza divisioni di bandiera, senza giocare al tanto peggio, tanto meglio, senza disfare ciò che si sta costruendo, per salvare ancora il salvabile.
In galera i violenti di destra, quelli di sinistra, i bianchi, i rossi, i neri o i gialli, tutti coloro che si mettono fuori del vivere civile, tutti coloro i quali con le loro azioni destabilizzano la parte sana del Paese che, a ragione, stabilità e sicurezza esige.



 
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