Creato da: miraggiogranata il 21/08/2006
Il Toro....uno stile di vita.

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Post n°331 pubblicato il 02 Maggio 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Cari tifosi del Toro,
ho deciso molto a malincuore di non salire a Superga martedì 4 maggio per partecipare alla Santa Messa in suffragio dei nostri Caduti.
E' la prima volta che accade da quando sono Presidente del Torino: mi dispiace molto, in quanto avrei voluto condividere, unito a tutti voi, questo momento di preghiera e di ricordo.
Ho scelto di non venire a Superga per evitare che, in una ricorrenza così importante, ci potessero essere polemiche e divisioni con alcuni tifosi che mi hanno invitato a non salire al Colle attraverso uno striscione allo stadio ed una campagna stampa ben orchestrata da un quotidiano sportivo torinese.
Sarò però idealmente al vostro fianco nella preghiera per i nostri grandi campioni e per tutti coloro che perirono nella tragedia.
Andrò a Superga da solo nei prossimi giorni per mettere un fiore davanti alla lapide dei nostri Caduti.
Vi abbraccio tutti,
Urbano Cairo.

Questa lettera è l’amara conferma di come una parte del popolo granata non sia più quello di un tempo.
Il tempo cambia tutto, tutto stravolge, anche le cose belle finiscono e la tifoseria più fedele, più sanguigna, più passionale d’Italia conta oggi al suo interno prepotenti e ciarlatani.
Quattro cialtroni, frustrati della vita, alla quale non riescono a dare un plausibile significato, cercano la rivalsa nel comandare gli altri arrogandosi il diritto di disporre delle persone e di farsi loro portavoce senza aver ottenuta alcuna delega.
Parlano a nome di tutti, quali soli depositari della nostra fede, si atteggiano a capipopolo senza comprendere che ormai seguito ed approvazione non hanno, sostenuti dalla sola violenza e dalla rabbia che li attanaglia.
Non un minimo pensiero, non un ragionamento, non una presa di posizione razionale, solo ignoranza e arroganza e oltraggi gratuiti.
Come possono permettersi costoro di negare l’accesso a Superga a chicchessia, quale autorità hanno per giudicare chi sia degno oppure no di ascoltare una messa in suffragio o di dire una preghiera davanti ad una lapide?
Che direbbero se i familiari dei nostri calciatori caduti vietassero loro, si proprio a loro di avvicinarsi a quel Sacro Luogo il giorno della ricorrenza?
Se io fossi un parente lo farei, sarebbe finalmente una chiara presa di distanza da chi vuole usare ogni circostanza per mettersi in mostra e offrire il peggio di sé, da coloro i quali preferiscono le manifestazioni violente a quelle della pietà.
Odiano Cairo e non capiscono che il loro odio si traduce in negatività, per la squadra, per l’ambiente, per il futuro stesso e fornisce un alibi ed un’occasione da non perdere per i nemici del Toro.
E’ comodo, troppo comodo spendere i soldi degli altri, è illogico ed anche ingiusto pretenderlo, ma che idea hanno della vita e del rispetto per l’individuo, non si può e non si deve obbligare nessuno a fare ciò che noi vorremmo, neppure chi ha in mano le redini della squadra del cuore.
Il Toro cinque anni fa costava poco più di nulla ma nessuno di questi fedeli custodi della Storia Granata si è presentato per acquisirlo, nessuno ha fatto un minimo sforzo economico in più che non sia stato quello di un abbonamento.
Comprendo l’esercizio della critica, comprendo lo sfogo e la rabbia del momento, comprendo persino la contestazione civile e le manifestazioni d’amore qual’è stata la “Marcia dei quarantamila”, non comprenderò mai né voglio comprendere le azioni atte allo sfascio all’insegna del “tanto peggio, tanto meglio”.
L’ho detto fino alla noia e lo ripeterò ogni volta che andrò sull’argomento, Cairo non è esente da colpe, ha sbagliato anche in maniera pesante ma lo ha fatto perché era l’unico che potesse sbagliare, non è mai esistito qualcuno che fosse in concorrenza con lui.
Non è affar nostro se spende poco, se spende male, se non spende affatto o se col Toro ci guadagna, noi non siamo tifosi di Cairo, noi siamo tifosi del Toro ed il nostro compito è dimostrargli amore.
Amore fa rima con dolore e non accetta né i se e né i ma, non si può amare solo quando tutto và bene, sarebbe un amore a strisce bianche e nere quello, non possiamo non amare il Toro ora perché c’è Cairo, non possiamo abbandonarlo proprio quando ha più bisogno di noi.
Invito tutti coloro che si sono accodati alla campagna in atto per defenestrare papa Urbano ad usare il cervello per capire cosa c’è dietro a tutto questo accanimento.
 
“Non c’è posto per due squadre a Torino” ricordate queste parole?
Non dimenticatele mai, tale progetto non è mai stato abbandonato, penso che sarà portato a compimento qualora Cairo fuggisse per sfinimento.
In casa granata non è vera l’affermazione che “Dopo un papa se ne fa un altro” nessun papa, nessun monarca all’orizzonte, impraticabili l’azionariato popolare od altre invenzioni estemporanee, solo un enorme buco nero nel quale la società che ha fatta la storia del calcio italiano inesorabilmente verrà inghiottita.
Cairo avrà il divieto di accesso a Superga, ci sarà chi invece glielo ha vietato, non è giusto, non è normale, è un sopruso intollerabile sempre ma specialmente se perpetrato da chi indegnamente si vanta di esser portatore di valori nobili e gloriosi.

 
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