Creato da: miraggiogranata il 21/08/2006
Il Toro....uno stile di vita.

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E' serie B.

Post n°273 pubblicato il 25 Maggio 2009 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Non lo dice ancora la matematica ma lo dice la logica, soprattutto la logica italiana, il Toro è da questo pomeriggio in serie B.
Essere a pari punti col Bologna che però è in vantaggio nei confronti diretti è una condizione determinante, se poi diciamo che l’ultima partita il Toro la giocherà nella capitale con la Roma, mentre i felsinei la giocheranno in casa con il Catania, beh neppure i sognatori come me, possono nutrire speranze.
Però il discorso non sarebbe così scontato se ci trovassimo in un Paese onesto, pulito, non mafioso, disonesto in maniera tanto sfacciata e intollerabile.
Qui i risultati sono già scritti, le conclusioni già tratte, i giochi chiusi ancor prima del loro inizio.
Era deciso che il Toro dovesse retrocedere, le innumerevoli “sviste” arbitrali, la disparità di trattamento che lo ha penalizzato al di là dei propri demeriti, non lasciavano possibilità di scampo.
Non so la causa di quest’antipatia, di questa persecuzione mirata ma è un dato di fatto, né vittimismo né piagnisteo.
Gli aiuti alle squadre avversarie, tra le quali la diretta concorrente Bologna, hanno portato all’amara conclusione di oggi, una conclusione preconfezionata e da chissà chi voluta.
E’ sensato sperare in una prova onesta del Catania in Emilia?.
Era plausibile pensare che la partita di oggi del Chievo col Bologna vedesse un risultato diverso dal pareggio?
No, infatti solo io lo avevo pronosticato, ma io sono un inguaribile utopista, uno che vive in un mondo tutto suo, fatto di lealtà, onestà ed onore.                         Quindi non avverrà e la conclusione logica oggi sarà matematica domenica prossima.
Detto della tesi a discolpa, non posso tacere delle grosse colpe della società, degli allenatori, dei giocatori del Toro.
Son stati questi ultimi con i loro due ammutinamenti a precludersi una salvezza il cui conseguimento sarebbe stato più facile di una retrocessione.                         Sarebbe stato impossibile andare in B  se la squadra non avesse perse partite per dispetto, per far esonerare gli allenatori creando una situazione di invivibilità nello spogliatoio.
Ed è questa la fonte della mia rabbia, capisco esser battuti dall’avversario, capisco esser fatti retrocedere scientificamente, ma non ammetto che ciò avvenga per una faida interna.
Lo dissi in tempi non sospetti che un’accurata pulizia andasse fatta, non è stato così e questi sono i frutti raccolti.
I due allenatori ci hanno messo del proprio, la preparazione atletica è stata scadente, quella tattica inesistente, e la società non ha saputo intervenire né sull’uno, né sull’altro fronte.
Ora siamo in B, ci siamo noi che non la meritiamo, noi che possiamo esser colpevoli solo di troppo amore, noi che vestiremo per sempre questa seconda pelle, mentre coloro che vanno in campo stanno già cercando un’altra sistemazione e un’altra maglia da baciare il giorno della presentazione.                            Oggi è stata persa la seconda possibilità di riparazione ad un campionato tanto scellerato quanto insensato, punti buttati come quelli dello spareggio salvezza di quindici giorni fa.
Era una cosa difficile ma possibile, esser più forti di una squadra cattiva e subdola come il suo pubblico, più forti di un arbitraggio sempre a sfavore, più forti di un destino da tempo segnato e degli accomodamenti sugli altri campi.
A proposito cosa voleva dire la presidentessa del Bologna alla fine della gara di Verona, dicendo: “Non ci siamo pestati i piedi”?
Probabilmente di un accordo preventivo sulla spartizione dei punti, ma questo gli ispettori non lo scopriranno mai, anche perché forse erano tutti a Torino a controllare il Toro che giocando con un Genoa avvezzo agli intrallazzi poteva creare sospetti.
Nessun sospetto, non hanno regalato nulla, e sinceramente mai lo avrei digerito, avrei gradito invece se il loro pubblico al seguito avesse regalato un po’ di buongusto e un po’ meno odio nei nostri confronti.
E’ questione di classe, d'intelligenza, di sensibilità tutte doti che se non si hanno, non si possono mostrare, ciò che hanno mostrato è il meglio del loro repertorio, maleducazione, arroganza e alterigia.
Finisce così questa farsa fatta di trentotto partite dalla quale non sappiamo staccarci, siamo degli sciocchi come coloro che puntano su una delle tre carte, abilmente mosse su di un tavolinetto di fortuna, sperando di vincere ma con la certezza di perdere.
La fortuna non sorride mai allo sciocco credulone che gioca, ma sempre a chi manovra e manovrando bara, noi abbiamo la certezza di perdere, di soffrire, di esser sempre tagliati fuori, di esser sempre fregati ma non possiamo farci nulla, è preferibile stare dalla parte di chi è fregato piuttosto che da quella di chi frega, e se questo è il prezzo da pagare, cominceremo già da domani.     

 
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