Creato da: miraggiogranata il 21/08/2006
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Post n°97 pubblicato il 21 Febbraio 2007 da miraggiogranata
Foto di miraggiogranata

Ci sono notizie che i media riescon a far passare inosservate...


ecco un classico esempio di come i media manipolano le notizie, non tutto ciò che sappiamo lo sappiamo per caso, mentre è un caso se, per caso, sappiamo qualcosa, nel qual caso ci pensa il governo a emanare una legge che ti proibisce di sapere...

La Consob ha multato per 16 milioni di euro il gruppo di potere Fiat, e decretato la sospensione del top-management IFI, IFIL e «Giovanni Agnelli Spa».
Sospeso per sei mesi il presidente IFIL Gianluigi Gabetti (5 milioni di euro di multa); per quattro mesi Franzo Grande Stevens, consigliere d’amministrazione e legale della Casa (3 milioni di multa); sospeso per due mesi l’amministratore delegati IFI Virgilio Marrone, con 500 mila euro da pagare.
Altri 4,5 milioni di multa alla IFIL Investment Spa, e 3 milioni alla «Giovanni Agnelli & C.».
Ma perché lorsignori sono stati multati?
A leggere Il Corriere del 13 febbraio non si capisce.
Pare un fulmine caduto dal cielo su teste innocenti.
Infatti si cita il noto John Elkann che annuncia ricorso e «conferma la fiducia» della Casa ai maggiordomi sospesi dalle cariche.
Ecco quanto è utile possedere un giornale, anzi il più grosso giornale italiano, il più «autorevole», commenta l’Imprenditore dai pensieri in libertà nel suo blog.
Vengono in mente le vecchie vignette di Guareschi, dove dei trinariciuti negavano verità evidenti e comprovate (come la rotazione terrestre) con la frase: «L’Unità non lo dice».
Ora, è Il Corriere che non lo dice.
Cosa hanno fatto i Gabetti, i Franzo e gli Elkann?
Non lo abbiamo scoperto dai grandi giornali.
L’abbiamo trovato ben spiegato nel sito «Simplicissimus» di Antonio Tombolini, a noi sconosciuto ma che ringraziamo.
A riprova che le informazioni ormai si trovano solo su internet.
Da lui prendiamo la scala degli eventi:

Aprile 2005. Il titolo FIAT precipita sotto i 5 Euro. L’amministratore delegato della FIAT Marchionne compra 1 milione di euro di FIAT per dimostrare che lui ci crede, e tutti si scappellano e gli fanno i complimenti
Commento: Marchionne compra tutte quelle FIAT a quattro soldi, sapendo già che le banche convertiranno il prestito in azioni, e che dunque dovranno far salire il titolo. Si chiama insider trading, reato penale gravissimo. In un altro Paese sarebbe sufficiente questo per la galera.
Nell’aprile 2005 la FIAT crolla sotto i 5 euro. I giornali scrivono che tutti vendono, senza notare che se molti vendono, ci sarà pure qualcuno che compra.
Nell’aprile 2005, una società lussemburghese, la Exor, compra il 10 % di tutta la FIAT a prezzi stracciati (attraverso una cosa complicata che si chiama equity swap, ma quello è). Per acquisti di questa entità c’è obbligo di comunicazione alla CONSOB, e invece nessuno comunica niente e nessuno ne parla. In un altro Paese sarebbe di nuovo galera.
Ma chi è ‘sta Exor? O meglio: di chi è ‘sta Exor, società con sede in Lussemburgo? La Exor appartiene per il 70 % alla Giovanni Agnelli & Co., e per il rimanente 30 % alla IFI. Che a sua volta appartiene alla Giovanni Agnelli & Co.

Il seguito: E’ il 16 settembre 2005 . IFIL, l’azionista di controllo della FIAT che fa capo alla famiglia Agnelli, comunica che procederà all’acquisto dell’8 % di tutta la FIAT per mantenere la sua quota al 30 % anche dopo l’ingresso delle banche in seguito al convertendo. Dice che lo farà perché la famiglia crede  nell’azienda, e si impegna investendo ancora le sue risorse.
Indovinate da chi compra tutte quelle azioni la IFIL? Da Exor (vedi sopra). Le compra a 6,50 euro, mentre in Borsa, per gli idioti, sono a 7,50 - 8,00. Del resto Exor può venderle a un prezzo così basso, perché le aveva comprate ad aprile, ricordate?, a meno di 5 euro.
Il tutto può essere dunque tradotto così: la famiglia Agnelli con la faccia da Exor ad aprile compra il 10 % della FIAT a meno di 5 euro senza dire niente a nessuno. Il 16 settembre la famiglia Agnelli con la faccia da IFIL compra dalla famiglia Agnelli con la faccia da Exor l’8 % di FIAT a 6,50 euro, ad un prezzo cioè del 13 % inferiore a quello di mercato.
La famiglia Agnelli dichiara che con questa operazione vuole dire al mercato che è tutta impegnata e concentrata sul rilancio dell’azienda.
La famiglia Agnelli con la faccia da IFIL rivenderà queste azioni agli idioti a prezzi di mercato, guadagnandoci, mentre la famiglia Agnelli con la faccia da Exor ha già messo in tasca un sacco di soldi vendendo alla famiglia Agnelli con la faccia da IFIL le azioni che aveva comprato (naturalmente con soldi prestati dalle banche) ad aprile.

Capito l’essenziale?
Qui siamo di fronte a un gruppo criminale che si macchia di aggiotaggio, insider trading e chissà quali altre gravissime frodi a danno dei soliti risparmiatori e cittadini - e ciò a detta della Consob, che è l’organo competente.
Altro che multe: questi signori del salotto buono dovrebbero stare in galera.
Ma no, niente, Il Corriere non lo dice.
L’Unità non lo spiega.
La Repubblica di De Benedetti glissa, e anche i giornali berlusconiani tacciono: sarà che questo modus operandi fra lorsignori è comune e non va troppo divulgato?
Anche il governo Prodi non fa una piega.
Anche le «sionistre» no-global.
Una vasta complicità.
Vastissima.
Meno male che c’è un blog «Simplicissimus», ossia «la finanza spiegata agli idioti».
Grazie, Tombolini, grazie di esistere.
http://www.simplicissimus.it/2005/09/il_caso_fiat_lequity_swap_ovve.html.
E non basta.

Un lettore ci segnala che i suddetti signori sono recidivi.
Anche l’Antitrust ha multato la Fiat, stavolta per pubblicità ingannevole.
Una pubblicità trasmessa per radio nel giugno scorso, dove quel tale Fiorello esaltava una speciale offerta Fiat: «Fino a 2500 euro di supervalutazione del tuo usato con cinque anni di finanziamento, cinque anni di garanzia e cinque di assicurazione furto e incendio su tutta la gamma FIAT».
Nel provvedimento dell’Antitrust si legge testualmente: «Il messaggio attraverso l’esplicito riferimento all’estensione della promozione a ‘tutta la gamma’ lascia intendere che qualsiasi modello di autoveicolo Fiat possa essere acquistato alle condizioni indicate nella pubblicità stessa».

Invece, naturalmente, non era vero.
L’offerta valeva solo per i fondi di magazzino e il ricco parco di catorci Fiat, ed escludeva i modelli che tirano.
Stavolta la multa è però di soli 36 mila euro. 
L’antitrust è piena di riguardi con la Casa.
Draghi, Prodi e Padoa Schioppa lamentano periodicamente che in Italia non vengano ad investire i capitali stranieri, che l’innovazione segna il passo, che la ricerca e sviluppo sono inesistenti, che l’economia arretra: ora capite perché.
Non è poi tutta colpa dei tassisti e dei parrucchieri.

Maurizio Blondet



 
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