Il valore delle nostre scelte…

“Generale, il tuo carro armato è una macchina potente” è un breve componimento in cui Bertolt Brecht in prima persona si rivolge a un generale, oggetto dell’anafora ripetuta in tutte e tre le strofe che compongono la poesia. Le tre quartine sono un dialogo in cui il generale è il destinatario di una verità per lui scomoda: il carro armato della prima quartina, tanto quanto il “bombardiere” della seconda, sono armi potenti, capaci di distruggere tutto ciò che si trova dinanzi ad essi. C’è un però: entrambi hanno bisogno dell’essere umano per essere manovrati e adoperati.

Né la quantità sillabica, né le rime, vengono attenzionate da Bertolt Brecht nella versione originale del componimento non bada alle rime, crea unicamente assonanze e armonia, senza rendere i versi troppo ridondanti o studiati. Il risultato è una poesia molto semplice e scorrevole. Il messaggio si srotola come un gomitolo, che nell’ultima quartina giunge alla meta finale: non importa quante armi distruttive possegga l’uomo. La guerra non dipende da esse. Dipende dalla volontà degli uomini, dalle loro scelte, perché: “Generale, l’uomo fa di tutto./Può volare e può uccidere./Ma ha un difetto:/può pensare”. Una poesia che costituisce un autentico inno all’umanità, che ha il potere di decidere le sorti del mondo discernendo ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

Generale, il tuo carro armato è una macchina potente

Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.

Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.

Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

 

carro armato

Il valore delle nostre scelte…ultima modifica: 2022-04-07T15:38:24+02:00da g1b9

Un pensiero riguardo “Il valore delle nostre scelte…”

  1. Sai cosa mi rattrista fortemente e mi svuota anima e cervello? Che non saranno questi componimenti, queste sublimi poesie allegoriche, queste proposte retoriche ma pregnanti di saggezza, che potranno scatenare la pace. Perdona il mio cinismo, non mi sono mai trovato in una condizione simile eppure nella mia vita ne ho passate tante, ma sono stato sempre pronto a battermi e a credere nell’umanità. Oggi mi sento debole, passivamente subisco e soffro perché…non sono il Carlo che conoscevo!
    Buona serata carissima Giovanna.
    P.S. Bello il pensiero su “Sentimentale”.

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