Un silenzio assordante…

 

sola

 

Lui non ti darà più il buongiorno,
né la buonanotte.
Non ti chiederà più come stai o che fai.
Non ti dirà che gli manchi,
che ti pensa, che sei bella.
Non ti raggiungerà più là dove tu
gli avevi detto di essere.
Perché anche tu non gli scriverai più.
Non gli darai il buongiorno e il pensiero di te,
di un tuo messaggio non lo sveglierà più la mattina.
Non gli dirai che ti manca
o che stai andando a far la spesa,
né che stai facendo le pulizie
o che stai ascoltando la stessa canzone
per la ventesima volta.
Non saprà che, mai, ti abituerai alla sua assenza e che per sempre un pezzo di te rimarrà a lui.
Il silenzio è l’unica risposta che ti rimane.
Un silenzio assordante che non sai decifrare, ma a cui ti dovrai abituare…

Charles Bukowsky

…un silenzio assordante, come una matassa che attorciglia il cuore e toglie il respiro; un silenzio assordante al quale non ci si abitua mai. Ma Tu sei sempre vivo in me, ogni giorno della mia vita, ti amo come allora, quando ci facemmo le promesse sessant’anni fa, oltre la morte che ti ha portato via da me da quasi dieci anni. E oggi tu sei vivo, sei con me in quel meraviglioso giorno, e giochiamo ancora insieme sotto quella nevicata che ci salutò sposi sul sagrato ghiacciato della basilica di S. Francesco ad Assisi. (26/ gennaio/1964)

I vecchi…

 

I vecchi del paese
si alzano presto al mattino,
girano tra le stanze di casa, sorridono
aprono i cassetti, aspettano i nipoti
aspettano le voci delle campane.
I vecchi del paese
sono quasi tutti innocenti,
parlano il dialetto, sanno poco del mondo
regalano proverbi, offrono caramelle
a chiunque gli stia accanto.
Nelle belle giornate, i vecchi
si siedono davanti la porta di casa,
osservano come il tempo sfalda l’intonaco
osservano come il sole riscalda il passato.
Se stanno bene si lamentano
si lamentano ancor più di notte, al buio
quando il dolore li avvolge tra le coperte
li avvolge tra le rughe dell’infanzia.
I vecchi del paese,
sono la parte migliore che resta,
la bellezza di una fiamma, l’essenza di un fiore,
il profumo di un luogo, di un’epoca
un profumo pronto a dissolversi.

Green Eyed Vincent

i vecchi

Certe donne…

 

Certe donne sono composte.
Non complicate.
Composte.
Si compongono di tante sfumature.
Di piccoli dettagli che fanno la differenza.
E sono composte perché seguono composte.
Camminano composte.
Ti guardano con compostezza.
E talvolta si scompongono.
Lì diventano perfette.
Con le loro insicurezze.
Le loro follie.
Diventano uniche.
E lasciano il segno.
Ti scrivono dentro.
.

Angelo De Pascalis

 

compostezza

Viaggio nella Dualità tra immaginazione e realtà…

 

Sotto una piccola stella

Con uno sguardo mi ha resa più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia
Felice, ho inghiottito una stella.

Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.

Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.
Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d’amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.

Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un’invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell’abbraccio
che mi crea.

Eva dalla costola, Venere dall’onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.

Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.

Wislawa Szymborska

wisslawa

Descrizione di come  la poetessa si vede nell’illusione della immaginazione, esaltando il desiderio di migliorarsi per affascinare colui che si interessa a lei, in un incontro immaginario. Il tutto come opera di una stella  inghiottita  con la sua luce. Ma il confronto con la realtà deludente induce il lettore a riflettere profondamente sul fatto che l’essere umano tende costantemente a sminuirsi, a distruggersi nella mancanza di autostima. C’è sempre tuttavia un momento, quello dell’amore che, quando è vero, sincero , ti dà tutto quello che credi di non avere. Gli occhi dell’amore sono la miracolosa luce della stella.

Spogliati… nuda verità-

 

Spogliati
Spogliati tutta,
mostrami serena le rughe
le tue piaghe,
non temere
anch’io sono ferito
spaventato dalla vita.
Strappa con rabbia
i veli adornanti
e le maschere di ghiaccio
che occultano lividi,
mostrati fiera
nei tuoi lineamenti.
Quando sarai spoglia
come un albero d’autunno,
quando sarai nuda
ed indifesa come un bambino,
ti mostrerò le mie ricchezze
nascoste in un forziere di vetro .
Solo allora ti donerò sincero
tutta la mia fragilità
le mie insicurezze
le paure ancestrali
le impurità nascoste,
ti porgerò poi con amore,
sopra un vassoio di rose bianche
-la verginità della mia anima-

Ernesto Che Guevara

In stazione.

 

La stazione

 

Il mio arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire
all’ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.
E’ scesa molta gente.

L’assenza della mia persona
si avviava verso l’uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.

A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.

Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.

La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.

L’insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.

E’ avvenuto perfino
l’incontro fissato.

Fuori dalla portata
della nostra presenza.

Nel paradiso perduto
della probabilità.

Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole

Wislawa Szymborska

 

in stazione

Quando si dice “ti amo” ad un’ombra.

 

Ti amo
come una frase inutile
che scappa fuori
maldestra
e fa un’aria nuova
aria di mani
intorno alla vita
aria di ballo.
Ti presento alla notte
come un custode assoluto
una promessa grandiosa
che colma ogni buco
ogni fessura tutta la perdita.
Ti porto con me
in questo tempo spinato
e le ore pulsano
come vene che scombinano
il senno del tempo
e fanno subito,
in piena notte,
incontro,
mani
che stringono mani
una festa
di pomodori sulla tavola.

Chandra Candiani

 

donna allo specchio

Nulla torna…

 

La luna non si ripete
Non si ripete due volte la luna, né il fiume.
Due volte non si ripete il tuo sguardo,
né il pane si moltiplica benché esclami
mille scongiuri, innalzi altari,
appoggi una pietra sull’altra,
affini la gola
o strappi le radici del tuo ultimo morto.
Potrai metterti in ginocchio
su ciottoli,
sotto il sole o sulla sabbia
dal luogo dove vedesti la prima volta il giorno
fino al punto esatto
del primo ed unico miracolo.
Ma non vedrai due volte la stessa alba.
Nulla torna. Nemmeno tu sei lo stesso.
Soltanto il tuo canto si ripete,
lo ascolterò sempre nelle mie orecchie,
ricordandomi due volte
che il luogo dove una volta sola te ne andasti
è lo stesso dal quale nemmeno una volta
tornerai.

Mori Ponsowy

 

aldilà

 

Sempre lei al primo posto…

 

Prima c’è la solitudine,
nelle viscere e nel centro dell’anima:
questa è l’essenza,
il dato di base, l’unica certezza;
che soltanto ti accompagna il tuo respiro,
che sempre ballerai con la tua ombra,
che quella tenebra sei tu.
Il tuo cuore, quel frutto titubante
non deve amareggiarsi con il tuo fato solitario;
lascialo che aspetti senza sperare
ché l’amore è un regalo
che un giorno arriva da solo.
Ma prima c’è la solitudine,
e tu sei solo,
tu sei solo con il tuo peccato originale
– con te stesso –.
Forse una sera, alle nove,
compare l’amore e tutto scoppia
e qualcosa s’illumina dentro di te,
e ne diventi un altro, meno amaro, più felice;
ma non dimenticarti, specialmente allora,
quando l’amore sarà arrivato e brucerai,
che prima e sempre c’è la tua solitudine
e dopo niente
e dopo, se deve arrivare,
c’è l’amore.
Darío  Jaramillo  Agudelo

 

solitudine

Quando arriva la notte e si svegliano certi pensieri…

 

Buonanotte a te che in questo momento
dovresti essere qui e non chissà dove.
Buonanotte a chi anche stanotte
si perderà tra le lacrime e i pensieri.
Buonanotte a chi ha sperato, lottato
a chi ha tirato fuori le unghie ma comunque ha perso.
Buonanotte a me, che ti aspetto e prego ogni sera per vederti tornare.
Buonanotte ai codardi, ai “lo faccio per te”,
a chi ha deposto i sogni nel cassetto,
a chi è caduto ma ha avuto la forza e il coraggio di rialzarsi.
A chi non vuole occhi diversi.
A chi non ci riesce, a chi ci prova ma è dura,
a chi soffre in silenzio, a chi ride ma sta male,
a chi non riesce a camminare,
a chi è stato lasciato,
a chi ha il cuore spezzato.
Buonanotte, che poi questa notte di buono non ha nulla.
E resterò sveglia a pensarti, a immaginarti
a chiedermi come stai, cosa fai, se sorridi, se sei felice, se ti manco, se stai bene anche senza di me.
Chi ti scalda la notte, chi ti guarda dormire,
chi ti sorride così dal nulla.
E non so, ma ho paura.
Perché la notte diventiamo più deboli,
perché la notte cadiamo, i pensieri vanno veloci e le lacrime scendono.
Dove sei, con chi sei, mi manchi.

Charles Bukowski

mi manchi