Creato da: miraggiogranata il 21/08/2006
Il Toro....uno stile di vita.

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4 Maggio 1949
Inutile sofferenza.
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Confusione o malafede?

 

 

 
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Dopo Siena.

Ho attesa la partita di Coppa Italia, voi chiamatela come volete, io mantengo la definizione originale, per

parlare di questo nuovo Toro targato Ventura.

Che Toro è quello che si appresta all’ennesima scalata alla serie A?  

Prima di esprimermi sulla squadra e sul suo potenziale, vorrei soffermarmi su di un aspetto che a molti è sfuggito: l’aspetto psicologico.

C’è un’aria nuova intorno al Toro, si vede, si respira, si capta con le doti animalesche della nostra mente, è istinto, forse, forse speranza travestiva da presentimento, forse lucida follia, non lo so, ma io l’annuso come si annusa l’aria inconfondibile di primavera.

Non ho dubbio alcuno che tutto ciò sia da attribuire al nuovo tecnico, il quattordicesimo, tra andate e ritorni, se non ho persi i conti, dell’era Cairo.

Per carità, non dico che il mio corregionale sia il miglior tecnico al mondo, non credo affatto che le sue squadre giochino il calcio più bello, non considero neppure l’ipotesi del calcio-libidine ma, è fuori da ogni dubbio che il buon Giampiero, sia riuscito a riportare serenità e fiducia in tutto l’ambiente.

Un ambiente ancor più prostrato dopo l’ulteriore delusione patita, un ambiente al collasso, in preda ad una crisi depressiva che si andava a sommare a quelle patite negli anni precedenti.

Ventura è intelligente e ha compreso che doveva dare una sferzata di energia, di identità, di vita a chi, dentro e fuori il campo, era attaccato solo alla flebo della fede.

C’era tutto da ricostruire: solo qualche mese fa abbiamo assistito allo sfacelo contro il Padova, tutto distrutto alla fine di quei 90’ disastrosi, di un campionato disastroso.

Ora le macerie sono state rimosse, il cantiere è tornato operoso, la costruzione, che poggia su fondamenta solide, prende forma, un piano è già terminato, la fase più difficile è stata ultimata.
Non sarà l’edificio più bello che sia mai stato costruito ma, si vede che viene eretto con perizia e non crollerà alla prima scossa di terremoto.

Al di la della metafora, la squadra ora ha un gioco, bello o brutto, che piaccia oppure no, ha poca importanza, un’idea di come stare in campo però c’è e si vede.

Dopo anni di un calcio basato sul colpo di fortuna, sulla giornata storta degli avversari per racimolare un punticino, su quello che sapevamo bene il nostro destino mai ci avrebbe potuto concedere, ora, al contrario, si vede un progetto.
Come detto prima e voglio ancora ribadirlo, non è il più bel progetto possibile ma, oggi come oggi, è già tanto vedere i calciatori granata muoversi senza palla, secondo un copione prestabilito e logico, cosa che era impensabile solo fino a tre mesi fa.

Se non vogliamo tener conto di questo e vogliamo solo parlare di una partita persa malamente, possiamo anche farlo, anzi, voi potrete farlo ma io non vi seguirò su questo terreno.

Lascio questi argomenti a chi sa poco di aspetti psicologi, a tutti coloro credono che basti far spendere dei gran soldi al presidente di turno per ottenere dei risultati, a chi è così ottuso da pensare che, ogni giocatore acquistato sia un bidone mentre quelli acquistati dalle rivali siano campionissimi.

No, non si costruisce nulla solo criticando, solo con l’ironia di pessimo gusto e con il narcisismo presenzialista di sgrammaticati autori di articoletti sui forum.

Penso si debba essere onesti, giudicare serenamente senza essere accecati dall’odio verso Cairo, lasciandolo stare per una volta, senza metterlo sempre nel mirino perché fa figo e alternativo.

Vogliono essere alternativi e lo sono davvero costoro, alternativi all’intelligenza, alternativi all’educazione e alla democrazia, alternativi a tutto ciò che il Toro è sempre stato e di cui loro nulla sanno.

Per fortuna questa frangia di disperati conta solo qualche migliaia di individui, sono sempre di meno come numero e sempre più isolati dall’universo civile, finalmente non più coperti dall’ipocrisia di chi mentiva sapendo di mentire.

Il Toro, come l’araba fenice sta rinascendo ancora una volta, non sò se sia quella buona o no ma non ha senso abbatterlo senza neppure vedere se riuscirà a volare.

Ieri è venuta la prima sconfitta, non mi fa piacere ma era preventivabile, in fondo, tanto per guardare in casa d’altri, neppure le più osannate e “già promosse in serie A”, hanno superato questo turno.

Era preventivabile perché la squadra sta piano piano assimilando gli schemi, sta studiando per diventare una compagine coesa ed organizzata, e si sa, quando la cifra tecnica non è quella di Junior o Claudio Sala, l’organizzazione tattica diventa fondamentale.

Crescerà giornata dopo giornata, i meccanismi e i movimenti sul campo verranno maggiormente affinati, l’intesa sarà perfezionata, non si può che migliorare con lo studio e il Toro sta studiando per superare anche questo esame, e, come dice Ventura: “Se vogliamo, possiamo”.

 
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