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Il Toro....uno stile di vita.

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I padri della vittoria.

Post n°320 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Ieri lo stadio non era occupato da tutti i sostenitori del Toro a causa dello sciopero di una parte di essi, che invece si son recati allo stadio che non c’è: Il Filadelfia.
I motivi della ribellione, detto succintamente, sono la mancanza di un presidente che sia in grado di ricoprire tale ruolo e da questo presupposto nascono tutte le situazioni che come una reazione a catena hanno condotto la società nello stato penoso attuale.
Come detto negli articoli precedenti è valido tutto, tutto è vero, tutto è sostenibile, son validi persino i ma ed i se, solo sui tempi ed i modi ci sarebbe stato da discutere.
La contestazione, a parer mio, è venuta nel momento meno opportuno, il ribaltone nella conduzione del mercato, passato dalle mani di Foschi a quelle di Petrachi, dalle prime mosse, lasciava presagire un andamento finalmente nuovo e diverso.
La comparsa di un personaggio carismatico e di assoluta fede quale Giacomo Ferri, nell’organigramma societario, ha aperto un credito di fiducia che valeva la pena accordare.
Cairo sa benissimo che il suo comportamento non sia stato esente da macchie, lo sa perché glielo hanno urlato in faccia, perché giornali della “famiglia” non lo hanno mai risparmiato, lo sa perché monitora i forum dei tifosi su internet e lo sa soprattutto perché scemo non è.
Penso che fosse poco opportuno ribadirglielo ancora una volta con un’azione che su di lui non avrebbe pesato più di tanto ma che avrebbe potuto pesare sui bagliori di un’alba che con fatica comincia a spuntare.
La sonante vittoria di ieri oggi ha molti padri, ognuno ne rivendica il merito, chi è stato fuori dice che è la scossa della non presenza ad aver dati i frutti, chi ha tifato entrando, a ragione può pure affermare che il solo incitamento senza disapprovazioni ha resa più tranquilla la squadra.
Detto che ogni tesi può esser presa come vera è come dire che mai se ne verrà a capo, ognuno rimarrà della propria opinione nell’illusione di una verità che è affidata ad un soffio di vento.
Meglio allora resettare tutto, spegnere un fuoco che potrebbe incendiare un bosco che tutti volevamo splendente di verde, di teneri germogli ed alberi secolari, girare la chiavetta di un auto della quale si sta perdendo il controllo o peggio ancora potrebbe essere telecomandata.
Ieri la squadra ha giocato e vinto, sarà perché libera da qualche fantasma della mente, sarà perché libera di qualche presenza corporea, sarà perché ha trovato in un giorno l’essenza del Toro.
Ha vinto perché  Giorgio Ferrini si è incarnato in un giocatore arrivato il giorno prima, e questi l’ha presa per mano, l’ha guidata e spronata, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo ed è andato riprenderselo e gli altri finalmente lo hanno seguito.
Ha vinto perché ha picchiato, ha vinto perché ha avuti momenti di classe e di fortuna che ha compensata la sfiga, ha vinto perché si vince andando sulle fasce e facendo traversoni, perché si corre anche senza palla ma soprattutto si corre avendo le “palle”.
Non è una vittoria che ha risolti i problemi ma che indica la strada per risolverli, non è stato fatto nulla ancora, il margine di sicurezza è di soli dieci punti che poi sono tre partite, la permanenza in B non è ancora messa al sicuro, non si può essere tranquilli ancora, si può esser solo un po’ più fiduciosi dell’altro ieri.
Ora è venuto il momento che i padri, tutti i padri della vittoria si occupino della creatura che è venuta alla luce, è il momento di farla crescere serena, forte e sicura come sola può garantire la figura paterna.
Le rivendicazioni, le parole, arroccarsi su posizioni preconcette non serve, “Una rondine non fa primavera” dice giustamente Colantuono, non possiamo far venire la primavera fuori tempo ma possiamo certamente rendere meno pesante quest’inverno.

  

 
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La maglia rossa.

Post n°321 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da miraggiogranata
 

           

Queste righe son un appello alla società Torino Calcio F.C.
E necessario provvedere al più presto affinchè venga posto rimedio ad uno sconcertante effetto cromatico nella divisa dei giocatori.
Non è tollerabile vedere sotto la maglia granata una maglia rossa.
E' al di fuori della storia, della logica e di un minimo di eleganza e di ordine che una divisa per definizione impone.
Non dovrebbe comportare stravolgimenti né di ordine pratico né economico acquistare maglie dello stesso colore, così come non dovrebbe esser permesso far indossare una maglia a manica lunga rossa, sotto a quella granata a manica corta.
Una società si definisce seria, se attenta anche a quei piccoli dettagli che sembrano insignificanti ma che non sfuggono neppure ad una disattenta osservazione.

 

 
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Cecità isterica.

Post n°322 pubblicato il 23 Gennaio 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

La cecità isterica è una patologia più psichiatrica che oculistica, consiste in una simulazione a livello subconscio della cecità, la persona che ne soffre si comporta come se non vedesse anche se tutti gli esami oculistici non mostrano nulla la vista rimane bassa, è una diagnosi difficile da fare, passa quando si risolve la patologia psicologica.
Questa insieme ad altre patologie ha colpito l’universo Toro in questi anni, quel male oscuro di cui tutti avvertivamo la presenza e del quale in pochi riuscivano a comprenderne le cause.
Per non inoltrarci troppo ed inutilmente nella sofferenza, prendiamo in esame solo la gestione Cairo.
Il presidente in carica si è giocata la reputazione, la fiducia accordatagli, l’alone di santità del quale l’intera tifoseria granata l’aveva investito, per testardaggine, per una patologia della quale avrebbe potuto non diventare vittima.
Nuovo del mondo del calcio e nel mondo del calcio, non ha vista la realtà, non ha visto più niente al di la della proprie certezze, della propria ignorante (da ignorare, senza offesa) concezione.
E’ sempre brutto esclamare: “Ve l’avevo detto?” ma cosa si può dire di diverso quando si conoscevamo i rimedi e non si riusciva a vederli applicati, quando si aveva la soluzione a portata di mano e si vedeva cercarne altre perverse?.
Dopo l’inversione di rotta che sempre troppo tardi è arrivata, dopo la sperata risoluzione della patologia psicologica, ci si chiede perché ci abbia messo tanto a capire, perché ci abbia fatti inutilmente soffrire per quattro anni su cinque.
Cieco, isterico, pervicacemente, colpevolmente testardo, si è fidato di personaggi subdoli che lo hanno coperto di lusinghe, e non ha voluti ascoltare i consigli di chi con la volontà di aiutarlo, cercava di aprirgli orizzonti diversi.
Oggi forse, intimamente si pentirà, tra sé e sé ammetterà le sue mancanze, mancanze che in pubblico si trasformeranno in successi decisionali.
Non ci voleva molto a capire che il Toro è nato operaio e operaio doveva e dovrà restare, non ci voleva molto a capire che senza i valori che per definizione deve e dovrà incarnare, perde la propria identità e senza quella si è nulla, il nulla che prima della guarigione abbiamo dovuto subire.
Con il ritorno dalla cecità, Cairo ha visto finalmente in faccia la realtà, ha capito che su quella famosa nave, qualcuno doveva essere appeso all’albero maestro ed ha trovato l’ammiraglio adatto per farlo.
Fuori dai ranghi chi portava con sacrificio la Maglia granata, fuori coloro i quali nulla hanno capito del Suo significato, dentro invece coloro che son consci che il Toro è un traguardo, che hanno capito che è la loro ultima, grande, affascinante possibilità.
Non mi riferisco alla vittoria dell’altro giorno, ritengo ancora più importante il modo, con cui il Toro ha conseguito un punto ieri sera, sul campo di una squadra forte e determinata.
Un Toro finalmente diventato Toro, fatto di ragazzi che ce l’hanno messa tutta e forse anche un po’ di più, fatto di entusiasmo e non mollezza, di corsa, sofferenza e sudore, non di menefreghismo e prestazioni sospette.
Ragazzi che in dieci hanno lottato per dodici, che hanno saputo essere uniti, compatti, che hanno compensata l’inferiorità numerica col sacrificio e la dedizione, caratteristiche che purtroppo ultimamente eravamo solo costretti a rimpiangere.
Nulla è stato fatto ancora, lo voglio ribadire nuovamente, soprattutto per i miei compagni di fede più giovani che tendono ad esaltarsi, così come son facili a deprimersi, ma questo nuovo Toro fa sperare, non in facili vittorie o traguardi ambiziosi ma di aver ritrovata la sua anima la sua identità, il suo carattere, finalmente quel Toro che non c’era più ora c’è.

 
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Si riparte da qui.

Post n°323 pubblicato il 15 Febbraio 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

ACQUISTI

Davide MORELLO (P, svincolato)
Rocco D'AIELLO (D, Gela – prest., diritto riscatto 50%)
Danilo D'AMBROSIO (D, Juve Stabia – comproprietà libera)
Agostino GAROFALO (D, Siena – prest., diritto riscatto 50%)
Filippo ANTONELLI AGOMERI (C, Bari – prest, diritto riscatto 100%)
Ahmed Apimah BARUSSO (C, Roma/Brescia – prestito semplice)
Gael GENEVIER (C, Siena – prestito semplice)
Manolo PESTRIN (C, Salernitana – prest., diritto riscatto 100%)
Luigi Alberto SCAGLIA (C, Brescia/Lumezzane – prest., diritto riscatto 50%)
Giuseppe STATELLA (C, Bari/Salernitana – prest., diritto riscatto 50%)
Sergiu SUCIU (C, Legnano – fine prestito)
Joao Batista Inacio PIA' (A, Napoli – prest., diritto riscatto 100%)
Mario Jimenez SALGADO (A, Foggia – comproprietà libera)

CESSIONI

Alex CALDERONI (P, Triestina – definitivo)
Riccardo COLOMBO (D, Triestina – prestito semplice)
Marco PISANO (D, Bari – prest., diritto riscatto 100%)
Francesco PRATALI (D, Siena – prestito semplice)
Massimo LOVISO (C, Lecce – prestito semplice)
Juergen SAEUMEL (C, Brescia – prestito semplice)
Paolo ZANETTI (C, Atalanta – prest., diritto riscatto 50%)
David DI MICHELE (A, Lecce – prestito semplice)
Daniele VANTAGGIATO (A, Parma – fine prestito)
Aimo DIANA (C, Bellinzona - prestito semplice)

E’ un po’ che non scrivo perché se non sento l’impulso di farlo, è preferibile lasciar perdere, buttare giù qualche riga per forza mi toglie il piacere di questa che è una passione e non una missione.          Ritrovo oggi un Toro nuovo, smontato e ricostruito da quel Petrachi che, ai tempi che furono arrivò in maglia granata al posto di Christian Vieri.
Questa strana storia divenne la barzelletta del calcio italiano, ed il Toro del poco “accorto” Calleri fece, come molto spesso capita, la figura del coglione.
Non lo è stato invece Cairo, ora che lo ha nuovamente portato in granata, stavolta però non in braghe corte ma come dirigente e stratega di mercato.
Petrachi con 600 mila Euro spesi e moltissimi risparmiati ha costruita una squadra proletaria, con pochi nomi blasonati e tanti sconosciuti che si giocano il futuro.
Sono arrivati così tutti risultati positivi, è stata fermata l’emorragia che stava dissanguando una squadra che invece avrebbe dovuto godere di florida salute.
Speravo da tempo in questa inversione di tendenza che sembrava un miraggio, un’illusione finchè non è arrivato questo giovane, conoscitore del calcio vero, al posto di personaggi troppo introdotti in un ambiente sporco di connivenze e speculazioni.
Ho la sensazione che dirigenti di mercato, procuratori di calciatori, organizzazioni e agenzie siano tutti d’accordo per guadagnare sugli spostamenti mercantili dei calciatori.
Prendimi B….. e fallo assumere dalla tua società, fregatene di come gioca io ho la mia quota, a te do la tua, lui si prende il suo stipendio milionario e siamo tutti contenti, tutti compreso quel fesso del Presidente che fidandosi si lascia infinocchiare, credendo di aver un campione in squadra.
Che vuoi che si guadagni andando a prendere un D’Ambrosio qualunque da una squadra di terza categoria che è bravo ma non ci fa incassare un Euro, lascia perdere e pensa al tuo conto in banca.
Petrachi per ora non fa parte di questo giro ed è pulito, conosce i giocatori che valgono e li prende per poco, senza creste sulla spesa, senza ingrassare nessuno della cricca dei trafficanti pallonari.
In linea teorica è un’operazione facile ma troppo onesta per essere intrapresa, c’è voluto un elemento fuori dal coro, una persona che avrà del duro in questo mondo fatto di pirati per riuscire a sopravvivere.
Ha creato scompiglio Petrachi, ha aperto gli occhi a molti, ha fatte capire tante cose col suo operato e ciò mi spaventa perché la sua linea sarà boicottata
per non risultare efficace e vincente.
Ora e se è possibile ancor più di prima il Toro sarà fatto bersaglio, di decisioni arbitrali contrarie e di giochi sporchi organizzati dalle alte sfere della cupola calcistica, deve fallire, deve essere ridicolizzato nuovamente, non deve raggiungere la sua meta perché se così fosse avrebbe creato un precedente che a troppi non farebbe piacere.          La squadra dei Di Michele perdeva da sola, si giocava contro da sola, non occorrevano fischi arbitrali telecomandati, il Toro nuovo invece difficilmente finisce una partita undici contro undici, difficilmente riesce a non vedere cartellini gialli sotto il naso, difficilmente vede arbitraggi ininfluenti sul risultato.
L’esempio Baracani è l’ultimo in ordine di tempo, prima assegna un rigore ai granata che poteva tranquillamente non essere concesso ma, dopo quella trasformazione ha attesa solo l’occasione propizia per inventarne uno totalmente inesistente agli avversari.
Son felice che lo abbia fatto per fargli virtualmente il gesto dell’ombrello, per mandare affan… lui, tutta la classe arbitrale, e tutta la porcheria che degnamente rappresenta.
Son felice che lo abbia concesso perché è stato parato da Morello, un portiere disoccupato da un anno, a causa del fallimento del Pisa, un portiere che ha giocato per una casualità, perché il destino gli ha regalato il sogno della vita, perché il destino una volta tanto è stato dalla parte degli onesti.
Mi piace questo Toro da battaglia, solo contro tutti, come
sempre, mi piace vedere degli operai del pallone, di gente che fatte le debite proporzioni, si guadagna da vivere onestamente come tutti noi che li guardiamo il sabato.
Sono soddisfatto del lavoro di Petrachi, ciò che predicavo da troppo tempo lo ha messo in opera nel migliore dei modi, siamo solo all’inizio di una grande opera, diamogli tempo, il Toro finalmente Toro è appena nato, non possiamo pensare che domani sia già adulto.
E’ l’inizio di quel tanto desiderato progetto, solo l’inizio, starà alla capacità di Cairo farlo progredire in maniera seria ed efficace.
Non dobbiamo volere tutto e subito, forse visto il punto in cui eravamo qualche mese fa, abbiamo anche di più di quanto si potesse sperare, abbiamo una squadra con i valori di un tempo, con le caratteristiche che la rendono unica, abbiamo ancora un qualcosa di cui essere orgogliosi, abbiamo ancora la dignità che ci appartiene e per ora è già sufficiente, la gloria di un tempo, se non ci annienteranno sottobanco, arriverà.

 
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Sono stanco....

Post n°324 pubblicato il 22 Febbraio 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Caro Fabio,
col terzo gol della Salernitana ho spento il televisore. Un gesto istintivo, di rabbia.  Non mi interessa il risultato finale.
Se ragiono (unica cosa che mi rimane come uomo e non come tifoso) forse il terzo gol non è tanto casuale.
Tutte le squadre di serie B (serie B!) hanno, chi più chi meno, una Società e una squadra. Il Torino no, perchè il Torino non è più Toro.
E' inutile illudersi: nella serie superiore il Torino non torna.
Speriamo di non scendere.       Mai ho assistito a tale sfacelo.
Nemmeno con l'infausta presidenza De Finis.
Sono stanco. Stanco di questa società. Stanco dei Petrachi di turno, che mi ricordano le grandi operazioni di mercato del Torino (Vieri!! con l'aggiunta di 6oo milioni di lire, per Petrachi!).
Stanco di vedere pellegrini indossare la Maglia Granata.
Stanco di presidenti prestanome che hanno nel loro curriculum fatti luttuosi (Meroni: il buon gusto avrebbe chiesto di  non ricoprire la carica indipendentemente dalle responsabilità).
Stanco di vedere il Comunale (rectius: Olimpico) terra di conquista da parte di squadre ultime in classifica della serie B.
Stanco di tutto anche di essere stanco.
A tifare Toro mi sento un "reduce" alla stregua dei combattenti della Grande Guerra.          La sede per il raduno potrebbe essere il glorioso Filadelfia.
Scusa lo sfogo. Un saluto e un abbraccio agli amici granata.

Attilio


Ciao Attilio,

comprendo il tuo stato d'animo che poi è comune a tutti noi tifosi del Toro.
E' condivisibile la tua amarezza, figlia di questo momento critico e disgraziato.

E' indiscutibile che la Società ed il Presidente Cairo nella fattispecie, lascino a desiderare, nei precedenti articoli ho elencate tutte le sue mancanze, tutti i suoi errori, tutte le colpe che, qualunque sia stata la ragione ha commesse
.
Ci siamo illusi quando festeggiammo il suo avvento, forse ci ha illusi lui con le sue promesse, forse è stata la voglia di credere che fosse arrivata la volta buona per voltare pagina e chiudere con un passato infausto che oggi ci deprime e ci scoraggia.
Però non possiamo abbandonarci alla rabbia, alla contestazione feroce, a prese di posizioni drastiche tese alla cacciata di Cairo, perchè a mio parere porterebbero ad una fine segnata, ad un punto di non ritorno.

Oggi purtroppo l'attuale presidenza è il male minore, è la medicina amara che dobbiamo mandare giù, anche se con gli occhi chiusi ed il naso tappato.
Non c'è nessuno di credibile all'orizzonte, avrai sentito anche tu le voci che riguardano l'interessamento di Gaucci, se fossero vere e fosse questa l'alternativa a Cairo, non penso che potremmo esserne felici e men che meno fiduciosi.
Come ho scritto negli articoli precedenti io son favorevole all'operato di Petrachi e felice del ruolo che gli è stato affidato, ben sapendo che la sua campagna acquisti e vendite non ci avrebbe garantita la promozione.
Allora perchè esser favorevoli, ti starai chiedendo, se la cura Petrachi non servirà a ridarci la serie A?
Per spiegare il mio pensiero vorrei usare una metafora, l'amato Filadelfia.
La squadra Toro era, con le gestione Foschi e quelle precedenti, come il mitico campo, distrutto, un ammasso di detriti ed immondizia, deturpato e svilito defraudato della sua stessa anima.
Petrachi ha tentato di ricostruire, ha posto la prima pietra per la rinascita, ha cercato di ripulire, di togliere il marcio, di ridare la dignità perduta e un'identità che non può essere dimenticata mai.
I frutti di quest'opera non si vedranno subito, non sarebbe possibile e non sarebbe neppure giusto pretenderli, siamo oltre la metà del campionato, sarebbe un miracolo se i giovani reclutati si inserissero perfettamente in un meccanismo che peraltro non c'è mai stato, sarebbe un miracolo se giostrassero come dei vetereani, sarebbe un miracolo se non pagassero il salto di due categorie, ma come ben sai i miracoli al Toro avvengono assai di rado.
Tu comprensibilmente hai spento il televisore dopo l'ennesima prestazione scadente della squadra ma se se analizziamo l'operato dei singoli ci accorgiamo che siano stati penosi proprio gli anziani, coloro che non sono stati portati da Petrachi.
Rivalta, Loria, Zoboli e Bianchi stesso, non arriverebbero a prendere neppure un quattro in un'ipotetica pagella e Colantuono li ha emulati con decisioni cervellotiche, incomprensibili e che son certo nessuno di noi avrebbe prese.
La sconfitta non è imputabile ai ragazzi di Petrachi, D'Ambrosio ha dato tutto ciò che aveva nonostante la febbre ed è stato ammirevole, tra l'altro sono certo che la sua valutazione sia già triplicata, so di non sbagliare se ipotizzo un'interesse, per questo ragazzo, da parte di squadre della massima serie già alla riapertura del mercato.
Per quanto servano i se ed i ma, asserisco che se avessero giocato Pestrin, magari D'Aiello, e perchè no l'infortunato Salgado oggi saremmo qui a commentare un risultato diverso.
Hai mille volte ragione ad essere stanco, ad essere stufo di questa sofferenza, di questo eterno limbo al quale siamo condannati noi granata, di questo massacro dell'anima che mai sembra avere fine, ma tu sei, noi siano, tifosi del Toro ed abbiamo qualcosa in più, siamo diversi proprio perchè conviviamo da sempre con il patimento, l'accettiamo come un destino ineluttabile.
Siamo fieri, orgogliosi della nostra fede, della nostra forza di sopportazione, si anche del nostro dolore e, sono sicuro che nemmeno tu li baratteresti con vittorie poco pulite o trofei che sanno di regali elargiti.
Non mollare ora, come non hai mai mollato in passato, resistiamo ancora, vivremo probabilmente un ulteriore anno di serie B ma son sicuro che questa intrapresa dal direttore di mercato sia l'unica strada percorribile per il Toro.

Condivido la tua definizione siamo dei reduci di una guerra combattuta contro i potenti cittadini, contro chi togliendoci la nostra casa voleva toglierci l'anima e l'identità, contro il fato, contro tutto e tutti, ma la guerra non è ancora finita e dobbiamo tornare in prima linea anche se gli anni di militanza sono tanti e siamo stanchi anche di essere stanchi.

 

 
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La trappola.

Post n°325 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

 Mi chiedo come il popolo granata sia così ingenuo da non vedere, da non capire che sta cadendo nell’ennesima trappola che gli stanno tendendo.
Diciamo tutti di non leggere, di non dare neppure uno sguardo alla stampa di regime ed invece siamo li a darle credito a berci tutto ciò che secondo un piano ben congegnato servirà per farci annegare.
La trappola, come tutte le trappole è astutamente occultata, mascherata, sapientemente posizionata e pronta a scattare.
Ci siamo già quasi dentro interamente, solo la testa è fuori, la testa che ormai non ha più la lucidità per pensare, che sta per essere anch’essa inghiottita decretando la fine della preda.
Una fine da sempre perseguita, una fine segnata che solamente abbiamo saputo rimandare, illudendoci che ormai fosse scongiurata.
Siamo dentro ad una tagliola che ha origini lontane, da quando parlavano di fusione, da quando dichiaravano che son troppe due squadre a Torino, da quando hanno distrutto il Filadelfia, da quando hanno messo un liquidatore al Toro, da quando hanno pilotato il fallimento.
Siamo riusciti a non cadere nel tranello perché abbiamo letto l’odio contro di noi nei loro gesti, ora ci stiamo cadendo perché quell’odio di prima, che mai è cessato lo hanno travestito da amore.             Ogni giorno scrivono sulle pagine dei loro giornali, parole affettuose e di commiserazione per noi, popolo deriso e bistrattato dal mondo intero, offeso dal malgoverno di Cairo, e ci invitano a liberarcene.
E’ di qualche giorno fa la pubblicazione dell’invocazione della nostra tifoseria al presidente affinché porti i libri in tribunale e lasci il Toro nelle mani del governo cittadino.
E tutto per amore, tutto per noi, per non farci soffrire più, per regalarci un futuro migliore, per farci felici, e noi poveri allocchi ci stiamo credendo, drogati dall’illusione e dalla dolce menzogna.
I libri in tribunale per il nostro bene, ci siamo già passati cinque anni fa, ce la siamo cavata solo per un miracolo che come tutti i miracoli son impossibili da spiegare, oggi ci stanno riprovando sperando in un soluzione diversa, nella soluzione definitiva.
Abbiamo dimenticato il loro obiettivo, ingenuamente, li crediamo diversi, scioccamente pensiamo che abbiano mollato l’osso, in maniera sciagurata ci fidiamo di chi è pagato per farci ragionare a comando e non diamo credito a chi per vero amore ci dice cose opposte.
Da un po’ di tempo La Stampa e Tuttosport son diventate le sacre scritture, scrivono contro di noi fingendo di esser al nostro fianco, astutamente spargono zizzania per dissanguarci in una guerra fratricida, per annientarci con le nostre stesse mani, senza che abbiano bisogno di sparare un solo colpo.
Ma come si fa non vedere il tranello?    Basterebbe pensare
un attimo solo, fare un ragionamento, chiedersi a chi possa giovare una simile situazione.
Se gli odennini, gli scribacchini mantenuti dalla famiglia scrivono certe cose, secondo voi qual è il loro vero scopo?
Non vi pare strano che siano passati dalla nostra parte con tanta irrisoria facilità?      Come mai odiano così tanto Cairo e vogliono così tanto bene a noi?
Valanghe di letame su di lui, sul Toro che dicono solo suo e non nostro, sul Toro che gli vogliono togliere per darlo a uno che si scrive Chiamparino e si legge Fiat, per scrivere finalmente per loro la parola fine nel libro che mai avrebbero voluto fosse stato scritto.
Sterco da noi e oro di la, stadio stellare da una parte e macerie dall’altra, soldi e opulenza contrapposta a miseria e accattonaggio, mercati di giocatori milionari paragonati a parametri zero, non possiamo esistere così, ci dobbiamo solo vergognare, possiamo solo sparire.
Così il Toro non darà più fastidio con le sue idee fuori moda, col calcio all’antica, con l’etica sportiva opposta al guadagno, con quel c…. di stile di vita da sempre opposto allo stile “rubentus”
Si sono già appropriati del toro mettendolo sullo stemma al posto della zebra, si sono appropriati della storia, facendola dimenticare, nascondendone le tracce, si prenderanno anche Superga abbattendo una lapide ormai abbandonata, si prenderanno le nuove generazioni che mai sapranno di una squadra che era l’orgoglio d’Italia ma che vivranno senza mai sapere che quella per cui tifano ne è stata e ne sarà per sempre la vergogna.
La trappola ora sappiamo che c’è dipende solo da noi se farla scattare a vuoto o morirci dentro, non possiamo sbagliare quando c’è la sopravvivenza in palio, non cediamo alle lusinghe, non c’è da scegliere tra Cairo o Lavazza o Ferrero o Bertarelli o qualsivoglia fantomatico miliardario, da una parte c’è la sopravvivenza dall’altra la morte certa, io ho già scelto, ora tocca voi.

 
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Cocciante e Colantuono.

Post n°326 pubblicato il 14 Marzo 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Cos’hanno in comune Riccardo Cocciante e Stefano Colantuono?
Nulla assolutamente nulla mi è venuto in mente questo parallelismo perché mentre scrivo, ascolto della musica e tra le mie preferite ci sono quelle appunto di Cocciante.
Uno è un genio della musica e della poesia, l’altro è uno che se non facesse delle genialate saremmo tutti più contenti, avversari a parte naturalmente.
Di certo non scrive in maniera sublime come Cocciante, non so se sappia cantare o no ma non esiste gara comunque, però il cantautore non saprà di calcio quanto lui, si obietterà.
E chi lo ha detto?     Siamo certi che anche un profano riesca a fare peggio di Colantuono nella partita contro l’Ancona?
Io invece son certo del contrario, nessuno riuscirebbe a sbagliare la formazione, nessuno riuscirebbe a capirci di meno del titolare della panchina granata nella trasferta marchigiana, neppure Cocciante.
I due sono agli antipodi ma alcune canzoni scritte dal primo hanno nei loro titoli la storia della partita di sabato giocata dal secondo.
Ascolto una meravigliosa poesia: “La morte di una rosa” ed è proprio ciò che ha fatto Colantuono nella sfortunata trasferta al Del Conero, ha uccisa la rosa dei granata già al momento delle convocazioni.
Mi chiedo come si possa andare a riesumare un giocatore ai margini del gruppo, uno che ha giocata l’ultima partita ad inizio campionato, uno che non ha mai brillato neppure nelle partitelle amichevoli, come Belinghieri, il giorno in cui non c’è bisogno neppure della sua presenza in panchina.
Coppola pronto al rientro dopo l’incidente subito, Barusso che ha giocato alla grande ogni volta è stato chiamato in causa, Gorobsov dirottato in primavera a causa della troppa concorrenza, a che serve Belinghieri, che senso ha metterlo in campo pur sapendo che non avrebbe potuto far bene neppure per intervento divino?.
Infatti “Era già tutto previsto” ma Colantuono non ha saputo prevedere che un fantasma in più ed un uomo in meno a centrocampo avrebbe permesso all’Ancona una superiorità a centrocampo che ha messa in crisi la difesa del Toro che si può definire come si vuole ma mai impeccabile.
Con la sconfitta del Brescia nell’anticipo del venerdi era doveroso prendere punti, non perdere e magari tentare di vincere anche con un’unica giocata fortunata, ma invece di approntare una tattica equilibrata, Colantuono regala un giocatore agli avversari inconcepibile!
Così “A mano a mano” la squadra è andata alla deriva, Pestrin non poteva fare l’impossibile da solo, Genevier faceva appena il possibile, e l’Ancona lo ha capito e ne ha astutamente approfittato.
Non pago della stupidaggine iniziale, Colantuono fa anche quella di togliere Pestrin con la scusa di un giallo che avrebbe potuto eventualmente cambiare colore, e così come “Quando finisce un amore” anche la speranza si affievolisce per morire del tutto quando inserisce uno Zoboli sempre più ex giocatore per ovviare all’espulsione di Loria.
 Ma con Toro in svantaggio a che serviva un difensore che tra l’altro è stato disastroso, perché non inserire Arma che poteva esser almeno utile nell’arrembaggio finale con palloni sparacchiati in avanti?   
E adesso è come sfogliare una “Margherita” riuscirà il genio della panchina a capire che dispone di un centrocampo di categoria superiore se è formato da Pestrin, Coppola e Genevier assieme?
Riuscirà il Toro ad arrivare ad una promozione che visto il cammino delle concorrenti non è così illogica?
Mah forse la Margherita ce lo dirà più avanti, quando altri petali verranno sfogliati ma noi ci speriamo perché “Quando si vuole bene” nulla è impossibile.

 
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Pasqua di resurrezione.

Post n°327 pubblicato il 03 Aprile 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

E’ Pasqua ed il Toro è risorto, è tornato a vivere, il suo cuore pulsa ancora e fa pulsare quello della sua gente.
La partita di ieri con la Triestina ha suggellato il ritorno alla vita, il ritorno alle originali caratteristiche di un squadra che da anni le aveva perse in un sonno che pareva senza risveglio.
Son felice per le quattro vittorie di fila ma non mi illudo che siano un’assicurazione per la promozione, sono invece certo che la squadra abbia fatte attecchire le sue radici nel suo passato, nei suoi valori, nella sua Storia.
Come ormai accade spesso ha dovuta giocare una larga parte della partita in inferiorità numerica e l’ha vinta con un gol all’ultimo secondo disponibile.
Un gol cercato, anche se in maniera poco lineare, dal primo minuto, un gol che è arrivato perché i granata non hanno mai abbandonata la speranza, se non la certezza di poterlo realizzare.
La grinta mostrata e la feroce determinazione è stata pari a quella del miglior Toro, la combattività e l’impegno sono stati apprezzati dalla gente che avrebbe applauditi i combattenti anche se il risultato non fosse stato quello ottenuto ieri.
Un Toro da sogno, non certo perché sia la squadra che gioca meglio, non certo perché abbia gli interpreti migliori, ma perché ha lottato anche quando le forze fisiche erano esaurite.
Ha fatta fatica e tanta, a battere una squadra che con un uomo in più ha avuta paura di vincere, ne ha fatta oltre il dovuto per l’irrazionalità comportamentale del suo uomo migliore, quel Pestrin che se il suo carattere gli permettesse di essere meno impulsivo sarebbe stato da nazionale.
La rivoluzione fatta da Petrachi è stata un miracolo ed ora la squadra è diventata una squadra, unita e compatta, può vincere o perdere ma combatte, è viva, un miracolo si è compiuto, che sia stato proprio nei giorni della Pasqua, forse non è solo un caso.

 
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Bicchiere.... mezzo o vuoto o mezzo pieno?

Post n°328 pubblicato il 16 Aprile 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Caro Fabio,
per natura sono propenso a vedere il bicchiere mezzo pieno. Quando penso e vedo il Torino giocare (sic!), il principio è rovesciato.
L'ultima partita del Torino, col Piacenza, ha confermato la tendenza.
Potrà essere raggiunto l'obiettivo della promozione?
Diretta o play off che sia?.
Me lo auguro.
Analizziamo la partita che a ben vedere non si è discostata dalle precedenti, anche se alcune vittoriose.
Nell'arco di 90 minuti, due tiri in porta: una rete e un palo (quelli fuori non li considero).
Un pò poco se consideriamo l'avversario del Torino.
Una squadra modesta che sta cercando, con dignità, di non retrocedere.
Se Ti ricordi ho già avuto modo di rappresentare le mie perplessità sulla conduzione tecnica della squadra, premettendo, peraltro, di non atteggiarmi ad allenatore.
Come è possibile togliere un attaccante, pur confusionario, (Leon) e sostituirlo con un difensore (Coppola).
E' concepibile sostituire Pià, pur con tutti i suoi limiti, con Scaglia?
Chi è?                           Ciò denota assenza di mentalità vincente.
Almeno in B, il Torino la dovrebbe possedere: autostima, fiducia in sè e nelle proprie capacità.
Questo è compito dell'allenatore!
Il Torino aveva un certo Malonga, ma ha ritenuto utile cederlo in prestito al Cesena. Ora lo stesso contribuisce alle fortune della squadra romagnola.
Non oso pensare alla promozione del Cesena grazie a Malonga.
Nel Torino se non segna Bianchi è notte fonda.
Il Brescia vince senza Caracciolo.
Una parola sul Filadelfia: rinasce? Lo spero e con esso il Toro.
In attesa di leggere la Tua gradita e puntuale "sgridata" porgo a Te e agli Amici granata del Club Tigullio un saluto e un forte abbraccio.
Ad maiora!
Attilio
P.S.: Certamente non Ti sarà sfuggito che non ho mai parlato di Toro, ma di Torino..........   



L’intelligente commento del nostro socio Attilio non può che trovarmi d’accordo, per cui nessuna sgridata, semmai una calorosa stretta di mano di consenso.

Neppure  a mio parere Colantuono è un attento allenatore né un abile stratega della panchina, è vero, quando dice che noi non dovremmo parlare di cose tecniche perché non siamo stati a Coverciano mentre lui si, ma mi chiedo cosa a Coverciano gli abbiano insegnato.           Detto che il Toro, o Torino come giustamente mi fa notare Attilio, è debole in difesa e ultra debole in attacco, a mio parere, non resta che mettere in campo un centrocampo forte sia di idee che di muscoli.

Una linea centrale formata da Pestrin, Coppola, Barusso e Genevier garantirebbe un ottimo filtro, per cui una buona copertura della balbettante retroguardia, inserimenti degli stessi e dei due uomini migliori: D’Ambrosio e Garofalo.

In attacco ci sarebbero così maggiori soluzioni ed un costante rifornimento per le punte, invece Colantuono persiste nel tragico errore di regalare due uomini agli avversari, leggansi Gasbarroni e Leon.

Il primo sa usare quasi esclusivamente il piede destro, è normale vederlo sulla fascia sinistra, non arrivare mai sul fondo per effettuare il traversone, per rientrare all’interno e calciare col piede preferito, da una posizione molto meno pericolosa?
Ma un allenatore esperto, non capisce che sulla fascia opposta sarebbe molto più redditizio?

Si potrà obiettare che sono solo i passaggi di Gasbarroni ad innescare l’attacco, vero, ma se come avviene sempre se ne conta uno solo in novanta minuti, tanto vale farlo entrare nell’ultima fase della partita, con la squadra avversaria in debito di ossigeno.

Leon è un fantasista che se imbrocca la giornata può causare danni agli avversari, ma se non è in vena serve solo per giocate fini a se stesse, errori grossolani e falli inutili, genio ma soprattutto sregolatezza che all’equilibrio della squadra non serve.

E’ vero che Coppola è rientrato da poco e Pestrin è squalificato per cui Colantuono non ha potuto giocare come io vorrei ma inserire Gorobsov al posto di uno dei due non sarebbe stato impossibile.

Come giustamente fa notare Attilio, i cambi effettuati nella partita col Piacenza sono inspiegabili sotto ogni punto di vista, fare uscire Pià che stava facendo bene e creava spazi per inserire l’inesperto Scaglia non ha senso, Coppola sarebbe dovuto entrare prima, per dare manforte ad un centrocampo di soli due uomini e D’Ambrosio sulla fascia avrebbe fatto certamente meglio di Gasbarroni.

A mio parere il Toro, oggi non può permettersi il 4-2-4 neppure in casa perché non ha gli interpreti giusti e le squadre avversarie lo hanno capito, con un bel centrocampo nutrito hanno il sopravvento e ci schiacciano in difesa, intanto sanno benissimo che l’errore difensivo da parte nostra non manca mai.

A questo punto devo aggiungere, e so che molti non saranno d’accordo con me, che Bianchi continua a non piacermi, mi rendo conto che sia di difficile comprensione criticare un attaccante che ha segnato 23 reti sulle 45 della squadra, ma vederlo costantemente lamentarsi con le mani nei capelli per non tenere in vita un pallone, per esser in perenne fuorigioco, per i falli fischiati contro causa le braccia appoggiate sugli avversari, per non riuscire a scartare un difensore che sia uno, mi fa riflettere sulla sua caratura tecnica.

E ora come possiamo vedere questo Toro/bicchiere?
Pieno di un buon Barbera di colore granata, forte di sostanza e vigore o pieno di un vinello annacquato tipo quello delle confezioni di cartone?

Nell’articolo precedente ho parlato della Pasqua di resurrezione del Toro e ci credo ancora.
A mio parere il Torino, se sapientemente aggiustato tatticamente, potrà essere Toro, il “se” che condiziona la frase, non mi permette di dire se ce la farà a raggiungere la promozione, né quando, né come ma, nonostante le lacune di cui sopra mi fa sperare soprattutto in ottica futura.
E’ di qualche ora la fa l’annuncio del prolungamento del contratto di Petrachi fino al 2012, questa è la notizia che attendevo con ansia, con questo dirigente son certo che anche il nostro amico Attilio, riuscirà a colmare l’altra metà del bicchiere e soprattutto della sostanza migliore.

Per quanto riguarda il Filadelfia sarebbe il coronamento del progetto, vederlo rinascere significherebbe gettare le fondamenta per dare un futuro alla società, alla squadra stessa, a noi tifosi, ad un sogno che, lasciate le illusioni del sogno, magicamente diventerebbe realtà.  

 
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De profundis granata.

Post n°329 pubblicato il 25 Aprile 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Ciao Fabio,
un altro sabato amaro. 
In tutta sincerità mai e poi mai avrei immaginato una così amara conclusione dil campionato.
Come è triste vedere il Torino maltrattato in tal modo.
Ad essere onesti ci sarebbe da essere meravigliati se il Torino con tali giocatori (se così possono essere classificati) raccimolasse buoni risultati.
M'è parso di capire che tu sei un estimatore di Petrachi.
Forse nel Torino attuale falliscono tutti. Compreso Petrachi.
L'attuale D.S. del Palermo è un certo Sabatini. Il primo D.S. del Torino.
Poi cacciato. 
A Palermo è arrivato un certo Hernandez (anni 17) che continua a meravigliare.
Ma siamo sicuri che Petrachi sappia di calcio? Genevier, doveva essere la testa  pensante del centrocampo; tutti a sperare che il Pisa lo liberasse!             L'avesse tenuto! Di Scaglia e Barusso (oggi non c'era) abbiamo già avuto modo di parlare. Arma, è un povero diavolo che potrebbe, forse, giocare in Promozione. Gasbarroni, non merita alcun commento. Idem Leon.
Leggo su televideo la dichiarazione di Colantuono: "Ci ha penalizzato il gol a freddo" (sic!). Il Torino e i suoi tifosi sono penalizzati dall'avere un simile allenatore.
Non mi rimane che chiudere con le stesse parole in oggetto: de profundis.
Sempre con stima.
Un abbraccio e un saluto
Attilio     

Devo ringraziare pubblicamente il Nostro Socio Attilio che mi dà lo spunto per scrivere di questo momento del Toro, da solo non saprei che dire perché lo scoramento mi lascia senza parole.
Comprendo la Sua amarezza e la Sua delusione perchè è ciò che ho provato pure io assistendo alla partita col Crotone.
E' esatto ciò che dice, io sono un estimatore di Petrachi, sono contento della sua venuta e del suo lavoro perchè oggi il Toro è salvo.
Sembra una battuta o una presa di posizione folle la mia ma la salvezza oggi acquisita era in forte dubbio a gennaio.
Ricorderete di una squadra e di una società allo sbando in quel periodo, spogliatoio lacerato, sospetti di scommesse clandestine, cambi di allenatori e sconfitte a raffica.
Con la gestione Petrachi è cambiato molto, dal clima alla classifica e se oggi speriamo ancora negli spareggi, siamo certi che non saranno quelli per non andare in serie C.
Attilio fa giustamente cenno al colpaccio del d.s, Sabatini attualmente al Palermo, non conosco la sua carriera perchè non è mai stato al Toro, da noi era tal Salvatori che inspiegabilmente licenziato da Cairo si accasò al Bologna.
Ebbene quell' Hernandez che ha scovato Sabatini potrebbe esser accostato al D'Ambrosio di Petrachi, senza dimenticare i colpi Garofalo o Pestrin o Morello che giovani non sono ma stanno dimostrando di essere bravi, così come son certo dimostrerà di esserlo D'Aiello quando finalmente giocherà al posto di Rivalta o Zoboli o Loria voluti da Foschi.
Dice altrettanto bene Attilio, quando afferma che nel Toro falliscono tutti, e ciò è successo soprattutto a Foschi quando ha fortemente voluto Colantuono, allenatore testardo e limitato, che mette in campo formazioni illogiche e del tutto prive sia di schemi che di idee.
In questo contesto sta fallendo Genevier che ha indegnamente occupato il posto di Gorobsov, ma siamo certi che il francese inserito in un reparto centrale  più folto e meglio assortito non possa dare un apporto più significativo?
Ieri tutti i giocatori sono stati penosi, presi a pallonate da un avversario solo volenteroso e nulla più ma non è colpa loro se chi li mette in campo sembra incapace di intendere e di volere.
Come più volte ripetuto, le colpe di questo fallimento sono di tutti, di Cairo in particolare maniera, che non ha brillato per intelligenza calcistica e gestionale, per non aver compreso che la promozione era da raggiungere ad ogni costo, considerate le entrate che avrebbe assicurate e per una disorganizzazione senza eguali.
Degli allenatori di passaggio e non, dei giocatori e dello stesso Petrachi che non ha saputo reperire una punta che desse qualche certezza realizzativa, ma soprattutto è colpa del nostro glorioso passato che non ci consente di prender atto del nostro presente.
Basta dare un'occhiata alle formazioni delle squadre che ci precedono in classifica per trovare una moltitudine di signor "nessuno", giocatori che percepiscono un terzo dello stipendio di alcuni dei nostri, sconosciuti ai più ma che non sono mai sotto esame nè sotto la scure della critica.
Da noi Arma che gioca la sua prima partita da titolare, deve essere il nuovo Graziani, Scaglia deve trasformarsi in Pulici e Antonelli in Claudio Sala, è difficile in queste condizioni esprimersi al meglio per chi non sarà mai neppure l'ombra di Graziani, nè di Pulici, nè di Claudio Sala ma che potrebbe tranquillamente giocare nel Cittadella nel Grosseto o nel Sassuolo.
Non sono felice, provo amarezza ad accostare il Toro e la sua Storia a realtà di provincia ma questo è e dobbiamo prenderne atto, con l'analisi pietosa non risolveremo nulla, è inutile illuderci e far finta di non vedere.
La squadra vista ieri non merita la A, non merita neppure la prova d'appello degli spareggi, merita il dileggio degli avversari e persino l'arrogante persecuzione arbitrale, perchè il Toro deve esser sempre ed obbligatoriamente più forte anche di questa.
Sarà, il prossimo, un altro campionato di B, cambierà finalmente l'allenatore, saranno messi altri tasselli per comporre un mosaico forte che permetta di salire immediatamente e possa dare garanzie per il futuro, allo stato attuale non possiamo sperare di più.
Non c'è un attimo da perdere il Presidente e tutti i dirigenti devono cominciare a progettare tal futuro, dimenticare in fretta questo campionato maledetto e pensare alla rinascita.
Ci sono all'estero altri Hernandez, non Messi e in Italia altri Ardemagni o Antenucci, se li hanno scovati squadre della serie cadetta, li può scovare anche il Toro.
Dobbiamo avere pazienza, mandar giù un’altra delusione, e riporre in un cassetto i fasti del passato ancora per un po’, stiamo arrancando in salita come dei gregari al giro d’Italia che lottano per non arrivare fuori tempo massimo.
Ma la salita prima o poi finirà e il gregario che avrà tenuto, non avrà mollato, avrà dato tutto sui pedali domani si scoprirà campione, proprio grazie all’insegnamento di quella sofferenza patita.

 
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Auguri, grande uomo!

Post n°330 pubblicato il 27 Aprile 2010 da miraggiogranata
 
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Oggi è il compleanno di un campione ma soprattutto di un uomo, di un simbolo, di una persona unica che rimarrà eterna.
Ho già scritto di Lui e non saprei cosa aggiungere se non
Auguri Paolino e grazie per tutto ciò che ci hai dato ed ancora ci stai dando.

 
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Divieto d'accesso.

Post n°331 pubblicato il 02 Maggio 2010 da miraggiogranata
 
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Cari tifosi del Toro,
ho deciso molto a malincuore di non salire a Superga martedì 4 maggio per partecipare alla Santa Messa in suffragio dei nostri Caduti.
E' la prima volta che accade da quando sono Presidente del Torino: mi dispiace molto, in quanto avrei voluto condividere, unito a tutti voi, questo momento di preghiera e di ricordo.
Ho scelto di non venire a Superga per evitare che, in una ricorrenza così importante, ci potessero essere polemiche e divisioni con alcuni tifosi che mi hanno invitato a non salire al Colle attraverso uno striscione allo stadio ed una campagna stampa ben orchestrata da un quotidiano sportivo torinese.
Sarò però idealmente al vostro fianco nella preghiera per i nostri grandi campioni e per tutti coloro che perirono nella tragedia.
Andrò a Superga da solo nei prossimi giorni per mettere un fiore davanti alla lapide dei nostri Caduti.
Vi abbraccio tutti,
Urbano Cairo.

Questa lettera è l’amara conferma di come una parte del popolo granata non sia più quello di un tempo.
Il tempo cambia tutto, tutto stravolge, anche le cose belle finiscono e la tifoseria più fedele, più sanguigna, più passionale d’Italia conta oggi al suo interno prepotenti e ciarlatani.
Quattro cialtroni, frustrati della vita, alla quale non riescono a dare un plausibile significato, cercano la rivalsa nel comandare gli altri arrogandosi il diritto di disporre delle persone e di farsi loro portavoce senza aver ottenuta alcuna delega.
Parlano a nome di tutti, quali soli depositari della nostra fede, si atteggiano a capipopolo senza comprendere che ormai seguito ed approvazione non hanno, sostenuti dalla sola violenza e dalla rabbia che li attanaglia.
Non un minimo pensiero, non un ragionamento, non una presa di posizione razionale, solo ignoranza e arroganza e oltraggi gratuiti.
Come possono permettersi costoro di negare l’accesso a Superga a chicchessia, quale autorità hanno per giudicare chi sia degno oppure no di ascoltare una messa in suffragio o di dire una preghiera davanti ad una lapide?
Che direbbero se i familiari dei nostri calciatori caduti vietassero loro, si proprio a loro di avvicinarsi a quel Sacro Luogo il giorno della ricorrenza?
Se io fossi un parente lo farei, sarebbe finalmente una chiara presa di distanza da chi vuole usare ogni circostanza per mettersi in mostra e offrire il peggio di sé, da coloro i quali preferiscono le manifestazioni violente a quelle della pietà.
Odiano Cairo e non capiscono che il loro odio si traduce in negatività, per la squadra, per l’ambiente, per il futuro stesso e fornisce un alibi ed un’occasione da non perdere per i nemici del Toro.
E’ comodo, troppo comodo spendere i soldi degli altri, è illogico ed anche ingiusto pretenderlo, ma che idea hanno della vita e del rispetto per l’individuo, non si può e non si deve obbligare nessuno a fare ciò che noi vorremmo, neppure chi ha in mano le redini della squadra del cuore.
Il Toro cinque anni fa costava poco più di nulla ma nessuno di questi fedeli custodi della Storia Granata si è presentato per acquisirlo, nessuno ha fatto un minimo sforzo economico in più che non sia stato quello di un abbonamento.
Comprendo l’esercizio della critica, comprendo lo sfogo e la rabbia del momento, comprendo persino la contestazione civile e le manifestazioni d’amore qual’è stata la “Marcia dei quarantamila”, non comprenderò mai né voglio comprendere le azioni atte allo sfascio all’insegna del “tanto peggio, tanto meglio”.
L’ho detto fino alla noia e lo ripeterò ogni volta che andrò sull’argomento, Cairo non è esente da colpe, ha sbagliato anche in maniera pesante ma lo ha fatto perché era l’unico che potesse sbagliare, non è mai esistito qualcuno che fosse in concorrenza con lui.
Non è affar nostro se spende poco, se spende male, se non spende affatto o se col Toro ci guadagna, noi non siamo tifosi di Cairo, noi siamo tifosi del Toro ed il nostro compito è dimostrargli amore.
Amore fa rima con dolore e non accetta né i se e né i ma, non si può amare solo quando tutto và bene, sarebbe un amore a strisce bianche e nere quello, non possiamo non amare il Toro ora perché c’è Cairo, non possiamo abbandonarlo proprio quando ha più bisogno di noi.
Invito tutti coloro che si sono accodati alla campagna in atto per defenestrare papa Urbano ad usare il cervello per capire cosa c’è dietro a tutto questo accanimento.
 
“Non c’è posto per due squadre a Torino” ricordate queste parole?
Non dimenticatele mai, tale progetto non è mai stato abbandonato, penso che sarà portato a compimento qualora Cairo fuggisse per sfinimento.
In casa granata non è vera l’affermazione che “Dopo un papa se ne fa un altro” nessun papa, nessun monarca all’orizzonte, impraticabili l’azionariato popolare od altre invenzioni estemporanee, solo un enorme buco nero nel quale la società che ha fatta la storia del calcio italiano inesorabilmente verrà inghiottita.
Cairo avrà il divieto di accesso a Superga, ci sarà chi invece glielo ha vietato, non è giusto, non è normale, è un sopruso intollerabile sempre ma specialmente se perpetrato da chi indegnamente si vanta di esser portatore di valori nobili e gloriosi.

 
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4 Maggio 1949

Post n°332 pubblicato il 03 Maggio 2010 da miraggiogranata
 
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4 Maggio 1949, ore 17.05

                               http://www.cultor.it/Fila/Fila.html
            

 
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Inutile sofferenza.

Post n°333 pubblicato il 03 Giugno 2010 da miraggiogranata
 
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La sofferenza è sempre inutile, soffrire non serve a nulla, se non a soffrire, ma al Toro la mia teoria non è di casa.

E allora si soffre anche quando non si dovrebbe o al limite se ne potrebbe fare a meno, avanti con una sofferenza gratuita ed evitabile.

Colantuono non ha fatto tesoro di un mezzo campionato buttato in errori o orrori tattici, e poco mi importano i 41 punti conquistati da gennaio in poi, sarebbero stati molti di più se il tecnico non ci avesse messo del suo nello sperperarli.

Continua a sbagliare e la squadra fatica, come più volte ho avuto modo di scrivere, quindi inutile parlarne ancora, e come se non bastasse, come l’allenatore ha sbagliato anche Simone Loria, facendo una delle sue frequenti “Simonate”.

Quindi ci sarà da soffrire ulteriormente perché il Sassuolo ora può sperare, visto che mai avrebbe pensato di uscire da campo con un punto pesantissimo.

Domenica è una partita da vincere per continuare a tentare l’impresa, il pareggio sarà utile solo alla squadra emiliana che per la prima volta nella sua storia si giocherà la promozione.

In fondo è giusto così, occorre vincere, è inutile girarci intorno, se il Toro non vince contro squadre di serie B è giusto che anche lui lì debba restare, se non si dimostra la propria forza con concorrenti di livello mediocre è inutile sperare di salire in A per poi incontrarne altre di ben altra caratura.

Aspettiamo domenica e sapremo, non faccio previsioni così come non mi faccio delle illusioni, rimango col mio rammarico per una simile situazione perché son certo che questo campionato potesse avere un epilogo molto più lusinghiero.

 
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Alla baionetta!

Post n°334 pubblicato il 10 Giugno 2010 da miraggiogranata
 
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Ieri sera è stata una battaglia, cruda, aspra, anche sleale, un attacco portato con poca lucidità ma veemente e continuo che, è vero, non ha creati grossi problemi ad un Brescia ordinato ma che alla fine è ugualmente capitolato, per cui la partita è finita 0-0.
Certo, è contro la logica ma è andata esattamente così, il Toro ha segnato un gol a pochi minuti dalla fine ma non è servito a nulla perché una lieve tirata per la maglia lo ha vanificato, facendo capire tante cose.
Fin dai primi secondi di gioco i giocatori bresciani hanno massacrato Bianchi rompendogli le labbra e cercando di fargli saltare i nervi con le provocazioni ma, per la terna arbitrale questo conta poco, le maglie tirate sono più importanti e solo queste vanno sanzionate.
E’ finita così in parità, proprio come il Brescia avrebbe desiderato, dato che col un altro pareggio sarebbe favorita, così come i suoi dirigenti desidererebbero che Bianchi non partecipasse alla prossima partita.
E tutto hanno fatto sul campo i loro giocatori, così come tutto faranno loro fuori dal campo, per arrivare a questo scopo, infatti ieri si son subito attivati per portare a conoscenza di tutti di aver visto il centravanti tirare giù qualche improperio.
A questo proposito mi limito a dire che questa regola è forse apprezzabile nelle intenzioni ma come sempre intollerabile nell’applicazione.
La bestemmia è da sanzionare, sono d’accordo, ma perché solo quella che va in diretta in tv e non anche quella non inquadrata?
E’ una cattiva ma quasi unanime abitudine, i santi li tirano giù in tanti, perché non ci sono raffiche di squalifiche ogni settimana?
E’ affidata al caso, all’ottimo udito dei direttori di gara o alla solerzia dell’addetto alla telecamera l’individuazione del misfatto?
Possibile che ci sia sempre come nella vita chi se la cava e chi paga per tutti?
A questo punto le cose son messe così, è possibile che Bianchi sia squalificato per aver cristonato per un labbro spaccato mentre l’autore del gesto è a piede libero, il Toro ha vinto ma non ha vinto e deve per forza vincere domenica, tutto è come sempre contro, la storia anche questa volta si ripete.
E allora tutto è perduto?     Ci dobbiamo arrendere all’evidenza di un misero 20% di possibilità e speranze?
Ma certo che no, come sempre chissenefrega del destino,  chissenefrega della logica e dei numeri, è il momento della lotta contro di lui, contro chi trama e slealmente si comporta, contro tutto e tutti, come perennemente accade e perennemente sarà.
Domenica si innestino le baionette e si vada all’assalto, da subito senza aspettare un solo secondo, con la mente libera da tatticismi e paure, non importa come ma quel maledetto pallone deve infilarsi nella porta avversaria.
Non ci sarà Bianchi?    E chissenefrega di chi lo sostituirà, che sia Salgado o un giovane della primavera o Loria spostato in attacco, chiunque, non importa chi, ma quel maledetto pallone entrerà.
Il Toro è il Toro e non deve aver paura di nessuno mai, e poi nulla ha da perdere, il Brescia invece ne avrà e tanta, paura di gettare alle ortiche quell’80% di possibilità che il destino e non solo lui gli hanno porto su di un piatto d’argento e paura dell’anima del Toro.
In fondo si deve solo vincere, non è un’impresa titanica, basta un gol più dell’avversario, un solo gol senza subirne è sufficiente per partecipare al prossimo campionato di serie A, che, solo con il Toro diventerà degno di questo nome.
E’ l’ultimo assalto, l’ultima partita, la vincerà chi lo vorrà con più forza, chi avrà più voglia di farlo, chi ci crederà di più, chi non mollerà mai, chi avrà il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo ed andarselo a riprendere, chi mai potrebbe riuscire in una tale impresa se non il Toro?

 
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Resistere ancora!

Post n°335 pubblicato il 14 Giugno 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Ciao Fabio,
il 16 maggio così scrivevi: "........tre punti vitali per andare a giocarci gli spareggi. Però a questo punto mi chiedo a che serva andarci per essere eliminati subito?" Sei stato profeta.
Non ho nemmeno la voglia di commentare la partita di questa sera.
E' andata come doveva andare.        E' giusto così.
Il grande uomo di mercato, Foschi, dopo aver fatto guadagnare quattrini a Zamparini, approfittando dell'incapacità di Cairo, ha continuato a far male al Torino: penso al "prestito" di Malonga al Cesena.         Prestito che equivale ad un grande affare per la squadra cesenatica e una grande beffa per il Torino, il quale si consolerà con Arma!!!
Non voglio continuare.
Una volta ti dissi: sono stanco di essere stanco. 
Spero tu mi possa comprendere.
Un saluto agli amici granata del Club. A te un abbraccio.
Attilio.   

Lo sfogo del nostro caro socio Attilio è la voce di gran parte del nostro Popolo, la delusione, l’amarezza, il rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
E’ comprensibile, logico anche bello per l’umana passione che esprime ma dobbiamo voltare subito questa dolorosa pagina del libro del campionato Granata ma, non chiuderlo.
Ogni considerazione negativa oggi, alla luce dell’infelice risultato ottenuto è vincente, Cairo ha sbagliato perché sempre nella sconfitta è il vertice che sbaglia, ed i motivi li abbiamo ampiamente elencati.
Foschi, il cui arrivo, io ingenuamente salutai come un grande passo avanti della società, si è dimostrato deleterio, la metastasi che ha prodotto la morte sportiva della squadra.
Sono un ingenuo, lo so, ma capisco presto l’andamento delle cose, ho compreso che costui altri non è che un intrallazzatore un subdolo affarista che fa il bene proprio alle spalle di chi di lui si fida.
Ha fregato Cairo e tutti noi, ha piazzato al Toro giocatori più dannosi che inutili , ha guadagnato soldi dai loro procuratori per questi arruolamenti e chissenefrega del rendimento, intanto il Toro coprirà coi suoi congeniti malumori interni l’astuto giochetto.
Altro colpevole è l’allenatore che si è dimostrato incapace di dare una logica ad una squadra che, se messa in campo in maniera tale da non interessare la dottrina psichiatrica, avrebbe permesso di ottenere nel girone di ritorno quei punticini in più che avrebbero persino consentito una promozione diretta.
Possiamo continuare a prendercela con loro, con i mercenari che ci hanno rappresentati nella prima metà del campionato, con chi comanda questo calcio corrotto e che ci odia perché ci sentiamo diversi, con chi impone la propria dittatura a Torino e che sta facendo di tutto per farci sparire, coi loro mezzi di comunicazione atti a questo, con il mondo intero, col destino che da sempre ci è avverso, ma tutto questo cambierà la situazione o ci farà stare meno male?
Dicevo, voltiamo pagina ma non chiudiamo il libro, alcune pagine importanti sono state comunque scritte, da quelle dobbiamo ripartire oggi per scriverne altre ancora più importanti per il futuro.
Son qui a digitare parole di conforto e di speranza per l’amico Attilio come per tutti i nostri tifosi, per me stesso, ma pure per tutti coloro che leggeranno questa pagina di blog ed ai quali del Torino non gliene può fregar di meno.
E le dedico anche a loro perché il calcio, ed il Toro in particolare, è la metafora della vita e, la sconfitta, il dolore, i calci in faccia ricevuti mentre si è già prostrati a terra son cose che questa non ci risparmia.
Quando giungono questi momenti, asciugandoci le lacrime e con il magone che ci stringe la gola fino a soffocarci, dobbiamo rialzarci e continuare a batterci per uscirne e ridare un senso alla nostra vita.
Non dobbiamo mai arrenderci, rinunciare a lottare, il non crederci arreca più danni che il male stesso, la nostra mente, la nostra volontà, il nostro sogno possono compiere quelli che, chi non crede alle immense possibilità umane chiama miracoli.
Il voler con determinazione cercare una luce lontana in fondo ad un tunnel oscuro, il voler guarire a tutti i costi da una malattia che ci sta attanagliando, sono i presupposti essenziali per la riuscita o la guarigione, chi pensa di non farcela, chi si fa prendere dallo sconforto e abbandona la speranza arrendendosi senza neppure combattere andrà incontro ad un’inevitabile fine.
Oggi tutto sembra perduto ma lo sarà solo se lo permetteremo, se ci faremo del male da soli, se come in un tiro alla fune ci divideremo per tirare chi da una parte e chi da quella opposta, anziché unire le forze e riuscire nell’intento comune.
Lo ribadisco ancora una volta, e lo farò fino allo sfinimento, non è importante in questo momento la categoria nella quale giocherà il Toro, ma la sua esistenza.
La nostra non è una normale squadra di calcio per cui interessa solo l’aspetto meramente sportivo, un’Atalanta o un Udinese a caso, non danno alcun fastidio, dove giocano giocano e tutto finisce lì.
Per il Toro no, il Toro non deve esistere, il Toro è uno stile di vita, un modo di pensare, un fenomeno unico nel panorama calcistico italiano, è un’entità che da noia e che non si può accettare.
Ancora una volta stanno mettendo in opera il piano per riuscirci, Cairo deve andarsene, non ci son santi, è una delle tante battaglie finali alle quali abbiamo assistito, per quanto tempo ancora potrà durare la resistenza?
Ci stanno dividendo, l’auspicata, se non vogliamo dire voluta sconfitta, è il grimaldello giusto per scardinare la ormai tenue opposizione di una porta troppo consunta.
Da questa mattina in poi gli sciacalli, gli avvoltoi le specie peggiori della rappresentanza umana si affanneranno ad azzannare la preda indifesa, gli untori spargeranno i virus della sfiducia, della zizzania, il morbo che se non isolato prontamente ci porterà alla distruzione.
Datemi ascolto, non cadiamo nel tranello, pensiamo con il nostro cervello, non dobbiamo farci condurre ad occhi bendati sull’orlo di un precipizio, è serie B con pochi soldi, ci vogliono prendere per fame ma chissenefrega i soldi non sono tutto a questo mondo, anche se è una tesi, questa mia che in ogni maniera si tenta di smentire.
Parlerò in articoli successivi dei fatti prettamente calcistici ed economici, ciò che mi preme oggi è alleviare la sofferenza di chi ha la nostra Squadra nel cuore, di tutti coloro che devono subire ancora una volta una sorte grama, di chi sarà tentato di arrendersi ma che neppure stavolta si arrenderà!
Spero di esserci riuscito.

 
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Scelto il nuovo allenatore.

Post n°336 pubblicato il 16 Giugno 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Ci sarebbe da scherzare e fare mille giochi di parole a livello di assonanze e rime sul nuovo tecnico, sintetizzando un po’ la storia recente potremmo dire: Dopo tanti giorni d m…. è arrivato il giorno d Lerda, non è molto elegante, lo capisco, ma non è certo distante dal vero.
Il successore di Colantuono è stato scelto con largo anticipo ma ne è stato dato l’annuncio ieri ad un solo giorno di distanza dall’infausta serata di Brescia.
Ciò è un chiaro segnale di buona progettualità, di impegno e professionalità, son persuaso che Petrachi di concerto col Presidente abbiano veramente tracciate le linee guida per la prossima stagione, come più volte ribadito settimane orsono dal Direttore.
Non mi sbilancio su Lerda, così come non lo feci per i tecnici che lo hanno preceduto, non mi piace fare il mago né dare giudizi a preventivo, vediamo la rosa che avrà a disposizione per capire se l’avrà utilizzata al meglio oppure no.
Questo sarà un campionato molto più difficile del precedente, Livorno, Siena e soprattutto Atalanta saranno le favorite, ci sarà da sudare fin dalla prima giornata, cosa mi fa ben sperare è la capacità dimostrata da Petrachi nell’allestire l’organico in poco tempo, ora ne avrà di più a disposizione, son certo che non ci deluderà.
                             

 
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Confusione o malafede?

Post n°337 pubblicato il 25 Luglio 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Mi ero riproposto di scrivere alla fine della campagna acquisti/vendite, per dire qualcosa circa la squadra che a quel punto sarebbe stata definitivamente completata.
Mi trovo costretto a farlo già ora perché mi sono stufato di leggere e sentire cose irragionevoli, strampalate, nella migliore delle ipotesi confuse o peggio in malafede.
Ancora attacchi a Cairo, non smettono, anzi riprendono con maggior vigore ora, momento in cui sono ancora meno utili e sempre più deleteri e masochistici.
Volantini con la foto del presidente attaccati in città e dovunque sia possibile arrivare, volantini con il solito invito ad andarsene, volantini di odio contro una persona nello specifico ma contro il Toro e chi lo ama davvero.
Ci sono entità che danno a Cairo ogni colpa, per la situazione in cui versa la Società, per la mancata promozione in serie A, per il supposto immobilismo nella campagna rafforzamento, per il poco impegno economico, per non aver ancora trovato un successore, per la tessera del tifoso, per il caldo, per il salario che non cresce, per tutto insomma.
Tutto è valido per sparare su quest’uomo che, come sostengo da sempre, ha commessi errori anche gravi, ma che non può essere sempre vilipeso per ogni cosa faccia o non faccia, che dica o non dica.
E’ inutile continuare su questa strada senza ritorno, Cairo sta facendo tesoro dei suoi sbagli, ne paga anche le conseguenze, si sta ravvedendo e sta facendo delle cose giuste, perché allora non lasciarlo lavorare in pace e con lui lasciare in pace tutto l’ambiente che è saturo di strategia della tensione.
Abbruscato in un’intervista ha detto chiaramente che a Torino è tutto più difficile per le ansie e le troppe tensioni che si creano, non c’è pazienza per nulla, non c’è calma e serenità per lavorare in maniera proficua.
Ora hanno trovato un ulteriore motivo per creare malumore, il “Caso Benedetti”.                        Per chi non conosce i dettagli della vicenda vedrò di illustrarlo in poche righe.
Simone Benedetti, figlio di Silvano, stopper del Toro dal 87’ al 92’, ha seguite le orme del padre militando nelle giovanili per poi esordire l’anno scorso nella partita col Cittadella.
Benedetti è un giovane promettente ed ha ancora un anno di contratto, l’Inter lo nota e gli fa una proposta contrattuale, il ragazzo rifiuta il rinnovo che Cairo gli propone e veste la casacca nerazzurra.
Questo fatto ha dato motivo ai detrattori del presidente per innescare nuove polemiche, per farlo ulteriormente a pezzetti, per trasformarlo nel male assoluto, non solo del Toro, ma del mondo intero.
Proviamo per una volta però a ragionare, se Cairo fa contratti pluriennali è un fesso perché in caso di fallimento sportivo del giocatore (vedi Di Michele) deve continuare a pagarlo lo stesso, è un bastardo se lo propone solo alla scadenza del preesistente, come dovrebbe essere logico, e come lo è nella vita di tutti i giorni.
Insomma sbaglia sempre e comunque, non si fa però notare che il buon fine di un’intesa dipende anche dalla controparte.
Chi si strappa le vesti perché un giovane della Primavera, un cuore granata se ne và per indossare un’altra maglia, dovrebbe pensare che forse, il cuore tanto granata non lo ha, ma questo è vigliaccamente sottaciuto.
Per alcuni fenomeni del pensiero, il Toro nell’operazione in questione si è suicidato, invece l’Inter è stata furba avendo ceduto un suo giocatore con la stessa formula, permettetemi allora di sottolineare che la contropartita nerazzurra sia molto più valida di ciò che ha avuto in cambio.
Mi sento di affermare che sarà molto più utile Stevanovich al Toro che Benedetti all’Inter, ed aggiungo che il giovane Simone ha voluto così, ha fatta la sua scelta, era libero di farlo, penso che si possa essere tutti d’accordo sul fatto di non trattenere a forza chi non vuole restare in granata, per cui va’ bene così e non sia diano colpe a chi ne ha meno di altri.
E cosa dire poi delle colpe che gli vengon mosse per la “Tessera del tifoso”, mica l’ha inventata lui, non sarà che dietro questa, come ogni altra contestazione di cui è oggetto, ci saranno affari poco leciti circa i biglietti omaggio, circa concessioni o complicità o patti segreti ai quali Cairo si è sottratto?
I suoi oppositori si dicono contro il calcio moderno, ma a che titolo posso definirsi tali se esigono le storture del calcio moderno?
Vogliono la squadra fatta spendendo soldi, molti soldi, sempre più soldi, e questo modo di agire di che mondo fa parte?
Vogliono investimenti finanziati dalle tv, contro le quali dicono di battersi, vogliono un presidente straricco, dei cui soldi poco importa, puliti, da ripulire, sporchi che rimangono tali, che importa, l’importante è che arrivi e spenda, per vincere subito, e chissenefrega se poi rimarranno solo debiti e un nuovo fallimento.
Bisogna che questi signori si chiariscano le idee che lascino a casa l’ipocrisia ed i loro interessi privati, che vadano a lavorare invece di speculare sul Toro e trarne fonte di reddito.
Che la smettano di firmarsi quali portavoce del tifo granata, devono comprendere che a malapena riescono a rappresentare loro stessi e lo fanno in maniera ridicola, non sono nessuno e a capo di nessuno, perché mai nessuno darà loro fiducia.
Il Toro è una fede non un affare, è di tutti e non solo cosa loro, se vogliono possono sostenerlo, se non se la sentono, c’è la seconda squadra della città pronta ad accoglierli, li saranno staranno benone, avranno trovata finalmente la loro casa e la meta dei loro sogni dorati.

 
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Calendario 2010/11

Post n°338 pubblicato il 05 Agosto 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

1a giornata:
Torino-Varese
2a giornata:
Cittadella-Torino
3a giornata:
Torino-Crotone
4a giornata:
Sassuolo-Torino
5a giornata:
Torino-Novara
6a giornata:
Pescara-Torino
7a giornata:
Torino-Portogruaro
8a giornata:
Atalanta-Torino
9a giornata:
Torino-Vicenza
10a giornata:
Livorno-Torino
11a giornata:
Torino-Frosinone
12a giornata:
Torino-Ascoli
13a giornata:
Grosseto-Torino
14a giornata:
Torino-Albinoleffe
15a giornata:
Reggina-Torino
16a giornata:
Torino-Modena
17a giornata:
Piacenza-Torino
18a giornata:
Torino-Siena
19a giornata:
Triestina-Torino
20a giornata:
Torino-Empoli
21a giornata:
Padova-Torino

                                   

 
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Post n°339 pubblicato il 24 Agosto 2010 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

Appena partito il campionato e siamo già a – 3.
Questa è la quota di un conto statistico basato sulla comparazione della classifica del Toro di quest’anno con quella dell’anno scorso, stilata giornata dopo giornata.
Brevemente, il mio ragionamento è il seguente:
Se l’anno scorso il Cesena ha occupato il secondo posto libero per la promozione diretta con 74 punti ed il Toro ne ha totalizzati 68, significa che con 6 punti in più avrebbe potuto essere promosso, (non considero una parità col Cesena, tanto per praticità).
Ipotizzando la stessa quota promozione potremmo seguire dopo ogni turno giocato l’andamento della classifica comparata avendo così un miglior riferimento su base statistica.
Speravo oggi di poter scrivere un bel = o pari visto che la prima partita della passata stagione aveva fruttati i 3 punti invece di quel triste segno meno davanti al 3, ma purtroppo è stata sfatata pure quest’ultima positività cabalistica.
E’ continuata al contrario la nefasta abitudine granata di fare del proprio stadio, terreno di conquista per le squadre avversarie, siano esse matricole, o squadre più blasonate non fa nessuna differenza.
Ciò che ho visto ieri sera è l’esatta continuazione del Toro visto l’anno scorso, son cambiati l’allenatore, i giocatori, lo schema tattico ma nulla è cambiato in realtà, le stesse follie, gli stessi errori, la stessa timidezza caratteriale e la stessa pochezza atletica.
E’ un’analisi severa questa mia ma è ciò che ho visto, sono più che convinto che il Toro sia molto più forte di quello dello scorso anno, più forte delle concorrenti, e che sarà promosso senza ricorrere a spareggi, ma ciò avverrà solamente se Lerda si dimostrerà più accorto, più intelligente e più capace del suo predecessore.
Ieri sera ha commessi gli stessi suoi sbagli, ha voluto giocare con un centrocampo in inferiorità numerica per cui in costante affanno, ha regalata in tal modo la zona nevralgica del campo, cosa che ha consentito al Varese di gettare le basi per una vittoria che è persino stata più facile di quanto il suo allenatore avesse mai pensato.
Come detto la squadra è forte ma sente drammaticamente la mancanza dei pilastri del centrocampo dell’anno scorso, Pestrin e Barusso che non sono stati, inspiegabilmente, confermato il primo e mai cercato il secondo.
Sono arrivati attaccanti quali Iunco e Sgrigna, uno dei migliori calciatori della categoria quest’ultimo, uno che può veramente far fare il salto di qualità ai granata se messo nelle condizioni di giocare il calcio che sa e come sa.
In questo campionato non tutto sarà ancora affidato a Bianchi, l’allenatore ha la possibilità di scegliere tra una rosa ampia di punte con caratteristiche diverse, e che se, sapientemente gestite, potranno dare il loro cospicuo contributo di realizzazioni.
Lerda è una persona intelligente, ieri sera ha letta la difficoltà della squadra e le sostituzioni effettuate dimostrano che ha capiti i suoi sbagli iniziali, penso che stia già lavorando per dare alla prossima formazione più equilibrio ed un maggior peso a centrocampo.
La difesa godrà di maggior copertura e non sarà continuamente sotto scacco, irrisa da giocatori semisconosciuti che si infilano in varchi sempre maggiori.
Le punte potranno usufruire di palloni più giocabili senza doversi dannare in copertura perdendo poi la lucidità sotto porta, perennemente con le spalle ad essa e vittime di raddoppi asfissianti.
E’ ancora calcio d’agosto, è vero, e comprendo che la squadra non sia ancora al completo.
Capisco altresì che la preparazione fisica sia stata fatta in maniera da rimanere in forma il maggior tempo possibile, per cui improbabile esserlo alla prima di campionato, ma non vorrei che tutti questi giusti alibi oscurassero i problemi che ho evidenziati e che, se affrontati e risolti per tempo, potranno portare il Toro ad avere nella mia personale classifica comparata quel segno + seguito da un numero, anche a due cifre, che è nelle reali possibilità della squadra e nel nostro desiderio di tifosi.

 
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