1N I siti UNESCO della Campania

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1 – IL PALAZZO REALE DEL XVIII SECOLO DI CASERTA CON IL PARCO, L’ACQUEDOTTO VANVITELLIANO E IL COMPLESSO DI SAN LEUCIO

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L’eccezionale complesso monumentale di Caserta fu realizzato dall’architetto Luigi Vanvi­telli per volere di Carlo di Borbone, nella seconda metà del XVIII secolo, al fine di rivaleg­giare con Versailles e Madrid. Il sito é composto dal sontuoso Palazzo con il parco, i giar­dini, una zona boscosa, l’Acquedotto Carolino e il complesso industriale di San Leucio, de­stinato alla produzione di tessuti in seta.

La Reggia è il fulcro dell’intera composizione, impostata su un asse centrale che collega e unifica l’intero complesso. Con i quattro cortili e gli scenografici vestiboli, la Reggia è un esempio di struttura monumentale destinata agli alloggi dei sovrani e al soggiorno dell’inte­ra corte e, al tempo stesso, un centro amministrativo ispirato al modello dell’Escorial in Spagna.

Il parco è l’ultimo dei grandi giardini formali europei ispirato alle creazioni di Versailles e ai modelli cinquecenteschi delle ville romane e toscane. Il Giardino Inglese è uno dei più im­portanti, antichi e pittoreschi esempi di giardino paesaggistico realizzati in Europa.

Il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio nasce dal sogno di Re Ferdinan­do di dar vita ad una comunità autonoma di lavoratori basato su principi egualitari, merito­cratici e su una certa parità di genere.(Ferdinandopoli). L’edificio più importante del com­plesso è l’antico Casino del Belvedere, trasformato dal Re per installarvi una fabbrica della seta, intorno al quale nasce il borgo a vocazione industriale, con le abitazioni per gli ope­rai, la scuola, le botteghe:  una città ideale e una comunità produttiva e autonoma per la quale la Corona emanò uno statuto speciale (1789).

Eccezionale elemento fisico di connessione tra la Reggia e “Reale Colonia di san Leucio” è l’Acquedotto Carolino, che costituisce una vera e propria infrastruttura a servizio non solo del palazzo e dei giardini ma anche delle ferriere, dei mulini e delle industrie manifat­turiere disposte lungo il percorso.

2 – CENTRO STORICO DI NAPOLI

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Napoli, fondata dai Greci nel 470 a.C., è sempre stata una delle città portuali più importanti del mediterraneo ed ha giocato un ruolo fondamentale nella trasmissione della cultura gre­ca alla società romana. Già nel VI secolo a.C. alcuni coloni greci avevano fondato sull’iso­lotto di Megaride, dove oggi sorge Castel dell’Ovo, la città di Partenope, richiamando il nome di una sirena che, secondo la leggenda, si era suicidata non sopportando che Ulisse fosse riuscito a sfuggire al suo canto,.

Nei secoli Napoli subisce il dominio dell’Impero Bizantino, dei Normanni, e con la dinastia Angioina (1265-1442) si espande fino ai sobborghi, divenendo il simbolo del prestigio e del potere della famiglia.

Nei due secoli di dominio spagnolo, sotto gli Aragonesi, vengono realizzati numerosi inter­venti volti a razionalizzare l’impianto urbanistico e a costruire edifici grandiosi, tra i quali il bellissimo Palazzo Reale, oltre alla costruzione di mura che rendono Napoli una compatta struttura difensiva rafforzata da quattro castelli.

Dopo una breve parentesi asburgica (1707-1734), Napoli diventa capitale di un regno indi­pendente sotto la dinastia borbonica e rivaleggia con le altre capitali europee esercitando rilevanti influssi in molti campi della cultura, legati soprattutto all’arte e architettura, e rag­giungendo vari primati nel campo dell’innovazione scientifica e tecnologica.

Sempre durante il governo dei Borbone, l’aspetto della città cambia con un ingrandimento del porto e il risanamento di alcuni borghi che, con i successivi interventi ottocenteschi, ca­ratterizzano ancora oggi il tessuto urbano di Napoli.

3 – AREE ARCHEOLOGICHE DI POMPEI, ERCOLANO E TORRE ANNUNZIATA

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Il sito del Patrimonio Universale include tre aree archeologiche distinte: le antiche città di Pompei ed Ercolano con la Villa dei Misteri e la Villa dei Papiri, in esse comprese, e la villa A (villa di Poppea) e villa B (villa di L. Crasso Terzio) a Torre Annunziata (Oplontis). La va­sta estensione della città commerciale di Pompei contrasta con i resti, più ridotti ma meglio conservati, di Ercolano, località di villeggiatura, mentre gli splendidi affreschi della Villa Oplontis a Torre Annunziata donano una vivida raffigurazione dell’opulento stile di vita di cui godevano i ceti più facoltosi agli inizi dell’impero romano.

L’eruzione del Vesuvio del 24 agosto 79 D.C. travolse le due prospere città romane di Pompei ed Ercolano, e numerose altre ville di lusso della zona.

Pompei è l’unico sito archeologico al mondo a fornire un quadro completo dell’antica città romana. Il forum principale è affiancato da diversi edifici pubblici imponenti, come il Capi­tolium, la Basilica ed i templi, e la città è anche attrezzata con bagni pubblici, due teatri ed un anfiteatro. Ma Pompei è famosa soprattutto per il suo unico insieme di edifici domestici, allineati lungo strade ben pavimentate. Fra tutti, l’edificio più importante di Pompei è forse la Villa dei Misteri, un’enorme costruzione che prende il nome dagli splendidi affreschi del triclinium, raffiguranti i riti di iniziazione (‘misteri’) del culto di Dioniso. Una delle caratteristi­che peculiari di Pompei sono i numerosi graffiti sui muri. Numerosi edifici pubblici straordi­nari sono ben preservati ad Ercolano, tra cui una spaziosa palaestra, e due bagni pubblici. La Villa dei Papiri, appena fuori le mura, è una costruzione opulente: progettata con una serie di ‘cuniculi’ nel XVIII secolo, solo una piccola parte rimane accessibile. Nella città è anche degna di nota la gamma completa di botteghe, che tuttora contengono attrezzature tipiche, come delle enormi damigiane da vino.

RAI Cultura ha dedicato un bel video alle cosiddette “Ville dell’ozio” iscritte nella lista del Patrimonio Mondiale: ville e residenze costruite fuori dai centri urbani e dedicate ai cosid­detti ‘ozii’, alle arti, alla letteratura o al riposo lontano dai luoghi del potere. Questi edifici hanno spesso raggiunto forme architettoniche e artistiche tra le più alte e innovative, di­ventando espressioni di un’epoca. Tra le Ville dell’ozio rientra Villa Oplontis di Torre Annun­ziata.

4 – PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E VALLO DI DIANO, CON I SITI ARCHEOLOGICI DI PAESTUM, VELIA E LA CERTOSA DI PADULA

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Il Cilento, che si affaccia sulla costa tirrenica a sud di Napoli, tra il Golfo di Salerno e il Gol­fo di Policastro, è un paesaggio culturale di straordinario valore con testimonianze di inse­diamenti risalenti a 250.000 anni fa. Nei millenni il Cilento è stato ininterrottamente abitato, prima dagli agricoltori del Neolitico e dalle comunità dell’Età del Bronzo e del Ferro, suc­cessivamente da Etruschi, colonizzatori greci, Lucani, Romani. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e il conseguente disfacimento politico e sociale, il Medio Evo vide la rinascita dei centri abitate e delle vie di comunicazione.

Il sito rappresenta un’area molto vasta che comprende il Parco Nazionale Cilento e Vallo di Diano, i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula.

Il Parco Nazionale, una zona montuosa solcata da vallate in cui scorrono fiumi che scen­dono nel Mar Tirreno, e il Vallo di Diano, un vasto e fertile altopiano, sono un’area Riserva della Biosfera MAB dell’UNESCO dal 1997. La stessa zona è stata Iscritta nella rete dei Geoparchi UNESCO nel 2010, grazie alla bellezza delle numerosissime grotte create dalla natura carsica del terreno, sia nell’entroterra che sulla costa, e alla natura geologica delle rocce che costituiscono il «Flysch del Cilento», caratterizzato da una fitta stratificazione delle rocce che talora assumono forme e colori particolari.

Paestum, l’antica città greca di Poiseidonia, fondata alla fine del VII secolo a.C. e dedicata a Poseidone, dio del mare, conserva ancora oggi alcuni eccezionali templi dorici. La città, che ebbe un grande sviluppo commerciale, fu fondata dai coloni di Sibari, provenienti dalla città sulla costa ionica della Calabria non dal mare ma per le vie ancestrali che attraversa­vano i crinali delle montagne.

Velia, in greco Elea, nacque nel 540 a.C., quando una spedizione di coloni focesi, esuli dalla città di Focea (in Turchia), giunse sulla costa tirrenica della Lucania e sviluppò una città su un promontorio affacciato sul mare. La parte bassa della città fu in seguito abban­donata, mentre la parte alta fu abitata fino al Seicento. Nell’area dell’acropoli sono visibili i resti di un Tempio ionico, del teatro risalente al III secolo a.C. e delle Terme Adrianee (II secolo d.C.). Elea vide il fiorire di una scuola filosofica presocratica: la scuola eleatica. Parmenide ne fu il fondatore e Zenone fu il suo illustre discepolo. Entrambi nativi di Elea, sono considerati tra i maggiori filosofi greci, padri delle radici della razionalità occidentale.

La Certosa di San Lorenzo a Padula, nell’altopiano di Vallo di Diano, è il più vasto com­plesso monastico dell’Italia Meridionale nonché uno dei più interessanti in Europa per ma­gnificenza architettonica e copiosità di tesori artistici.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1306 e proseguirono, con ampliamenti e ristrutturazio­ni, fino al XIX secolo. Dell’impianto più antico restano nella Certosa pochi elementi: tra questi si ricordano lo splendido portone della chiesa datato al 1374 e le volte a crociera della chiesa stessa. Le trasformazioni più rilevanti risalgono alla metà del Cinquecento, dopo il Concilio di Trento. Seicenteschi sono gli interventi di doratura degli stucchi della chiesa, mentre gli affreschi e le trasformazioni d’uso di ambienti esistenti risalgono al Set­tecento

I Certosini lasciarono Padula nel 1807, durante il decennio francese del Regno di Napoli, allorché furono privati dei loro possedimenti nel Vallo, nel Cilento, nella Basilicata e nella Calabria. Le ricche suppellettili e tutto il patrimonio artistico e librario andarono quasi inte­ramente dispersi e il monumento conobbe uno stato di precarietà e abbandono. Dichiarato monumento nazionale nel 1882, la Certosa è stata presa in consegna dalla Soprintenden­za per i Beni architettonici di Salerno e nel 1982 sono cominciati i lavori di restauro.

Il Cilento riveste un grande valore culturale in quanto da sempre crocevia di importanti rot­te di commercio e delle vie di comunicazione tra il Mar Tirreno e il Mar Adriatico, ma anche luogo di interazione culturale e politica nella preistoria e nel medioevo.

5 – COSTIERA AMALFITANA

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La costiera amalfitana si trova lungo la costa tirrenica dell’Italia meridionale, subito a sud di Napoli. E’una zona di grande bellezza naturale, caratterizzata da terrazzamenti per la coltivazione di vigneti e frutteti e da cittadine di grande valore architettonico e artistico, tra le quali Amalfi e Ravello.

L’area del sito Unesco comprende dodici comuni e molteplici testimonianze storico-artisti­che che ne rappresentano l’identità delle origini: dalle ville romane di Minori e Positano del I secolo d.C. all’architettura pubblica e privata medievale, dai preziosi manufatti di orefice­ria e artigianato custoditi dentro chiese e musei, alle meraviglie naturalistiche della Valle dei Mulini e alle cupole maiolicate di Vietri, insegna di un artigianato ceramico famoso nel mondo. Ovunque i giardini di limoni, che per tutto l’anno punteggiano di giallo il verde cupo del fogliame sui fianchi della montagna che precipita verso il mare e si fonde con i colori dell’acqua, che lungo questa costa cambiano continuamente tra il turchino, l’indaco, lo smeraldo.

La Costiera Amalfitana è un meraviglioso esempio di paesaggio mediterraneo con straor­dinario valore naturale e culturale.

da http://www.unesco.it/it/patrimoniomondiale/index

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1N I siti UNESCO della Campaniaultima modifica: 2021-12-05T10:19:41+01:00da masaniello455