2L Antonio

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Antonio Cervelli è nato il 17 agosto a S. Maria a Vico (CE). ln breve tempo si è trasferito a Napoli ove vive tuttora.

Per oltre quarant”anni ha insegnato Lettere Classiche, di cui un trentennío al noto liceo “Umberto I” di Napoli. Borsista presso la prima cattedra di Letteratura Latina dell’Università di Napoli, ha pubblicato, giovanissimo, numerosi studi e saggi di filologia.

Una sua prima raccolta poetica, L’eterno racconto (Cultura 2000, 1994), è stata presentata all’Accademia “V. Bellini” di Napoli dal Prof. Renato Filippelli.

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gabbiano

La Poesia, per esprimersi, ha sempre bisogno di individuare le proprie coordinate spazio/ temporali, perché è così che essa concepisce il suo tono e definisce l‘orizzonte di senso.

Ogni poeta, infatti, coniuga la prospettiva delle sue dimensioni: chi relegandosi all’infanzía, chi spaziando al futuro, chi contemplando contemporaneità evidenti o clandestine, e tutti vogliono comunque richiedere il riconoscimento del loro preciso territorio.

Di fronte alla poesia di Antonio Cervelli ci viene invece subito a mente quanto Nietzsche affermava per la drammaturgia dei Greci, che “alzavano bianche statue contro il nero abisso, per nasconderlo”.

Qui è il poeta ad innalzarsi, a stagliarsi contro un territorio improprio che è lo stesso “abisso”, ma di tutt”altra natura.

Lucia Stefanelli

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Copertina-CERVELLI

Nella poesia di Antonio Cervelli ci sono gli echi della tradizione del Novecento. Leggendo Sulla battigia(Canto Lungo), la raccolta che ha appena pubblicato per i tipi de L’Argolibro editore, mi sono subito venuti in mente i versi di Vincenzo Cardarelli,  Alfonso Gatto, Bartolo Cattafi, Leonardo Sinisgalli.

Cervelli è un poeta del sud e le sue poesie rievocano molto la straordinaria esperienza della linea meridionale della poesia italiana del Secondo Novecento. Essenzialità e brevità fanno da cornice a un dettato poetico che scava nell’evocazione di un assoluto che inchioda la parola alle ragioni dell’umano. Prima di tutto c’è l’uomo nella poesia di Antonio Cervelli, quindi ci siamo noi con le nostre debolezze e le nostre decadenze quotidiane. Il poeta sa investigare tra le pieghe dell’esistenza alternando il tono lirico con un discorrere che non trascura mai la naturalezza di quella poesia onesta tanto cara al grande Umberto Saba.

Sulla battigia (Canto Lungo) è un libro in cui si respira la poesia pura: il dire del poeta è limpido nella sua liricità che non tradisce mai quell’evocare paesaggi, cose e uomini che nella polvere di giorni si consumano per essere tempo che racconta. Le parole del poeta non tradiscono l’autenticità del loro stesso significato. La poesia per Antonio Cervelli è l’unico tentativo per recuperare l’uomo.

Educare l’ombra a essere una luce. Parte da questa dichiarazione di intenti lo scavo del poeta nelle ragioni ignote dell’esistenza dove i sogni si incontrano con il cuore e la ragione si addestra a una nuova allegria dell’anima. Il classico si fonde con il contemporaneo.  Quello che conta è l’emozione e il poeta non si tira indietro davanti alle parole. Ogni verso di questa suggestiva raccolta è carico di un sentire universale che diventa pathos e coinvolge interamente il lettore che sarà rapito dai guizzi e dalle intuizioni del poeta. Con leggerezza e essenzialità intinge la penna nell’inchiostro dell’assoluto, dove ancora si può incontrare una possibilità di pensiero, un indizio che ci faccia scorgere oltre qualcosa che valga la pena di salvare.

Sulla battigia di Antonio Cervelli è il libro di un poeta appassionato. Per credere nella poesia ci vuole tanta passione. Il nostro poeta, insieme alle emozioni, la sua ce la racconta tutta nel tentativo quotidiano di educare l’ombra a essere una luce.

Nicola Vacca


Alcune poesie

Il ramo e l’albero

Come vorrei

che il ramo supplente

dippiù reggesse

l’albero maestro…

Verrà la sera

Verrà la sera ancora,

ma non importa troppo

se calda o fresca:

soltanto deve fare

she un’altra stella cresca…

verrà la sera, quindi,

non da sola,

ed il mio cuore

tratto sarà

come da oscura spola;

verrà la sera,

e all’animo dirà:

ora tu pensa,

rivendica le forme

a nostalgia d’assenza.

Altri sapori

Nel cavo delle mani

altri sapori

hai retto,

a smemorare

perse coppe

Da “Come gabbiano stanco” – le Piume

2L Antonioultima modifica: 2023-11-09T11:56:06+01:00da masaniello455