Creato da: miraggiogranata il 21/08/2006
Il Toro....uno stile di vita.

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L'esperienza di Lerda.

Post n°353 pubblicato il 21 Settembre 2011 da miraggiogranata
 
Foto di miraggiogranata

E’ un buon Toro quello visto finora, una squadra che è stata solo speranza, ricordo nostalgico per anni, lustri passati tra A e B tra cambi di allenatori e deludenti risultati.

Oggi, Ventura l’ha materializzata, come d’incanto sul prato verde si vede la grinta di un tempo, si riconosce il carattere del Toro, si vedono maglie granata lottare e correre fino all’ultimo secondo, si vede che la resa non può e non deve essere accettata.   

Che poi, si vinca o si perda non è importante, è importante come si vince ma soprattutto come si perde.

E il Toro può perdere, certo che può perdere ma, essere sconfitto combattendo e avendo dato tutto perché ciò non avvenga è già una vittoria.

Dopo questa doverosa premessa e, ora che le cose vanno bene, vorrei dire qualcosa prima che accada perché, sempre, diventa inutile ed è troppo facile parlare a cose fatte.

Ho detto che è un ottimo Toro ma aggiungo che potrebbe essere ancora migliore, e lo sarebbe se Ventura avesse il coraggio e la saggezza di qualche modifica.

Senza girarci intorno, mi riferisco a Bianchi e in seconda battuta pure a Parisi, ma per lui è un discorso diverso.

Il centravanti che, voglio ribadirlo, stimo come persona, bravo ragazzo, il figlio ideale per ogni madre, una persona che a pelle, avverto pulita ed onesta, non è però l’uomo giusto per l’attacco del Toro attuale.

Come non lo era nemmeno per quello di Lerda perché, questa è la mia personale convinzione, io penso che il suo fallimento sia proprio dovuto alla presenza di Bianchi.

Lerda e Ventura, per il loro modo di interpretare il calcio, hanno bisogno di calciatori almeno decenti nei fondamentali, che riescano a ricevere un passaggio e farne uno a loro volta, in maniera dignitosa.

Bianchi non lo sa fare, è perfettamente inutile essere ipocriti, è perfettamente inutile che gli occhi mandino un’immagine al cuore e lui la trasferisca al cervello tradotta in parole d’amore.
Lerda ha perso il posto, e ha fatto perdere al Toro uno dei posti utili alla promozione, perché non ha avuta la forza di una scelta che, per quanto dolorosa potesse essere, sarebbe stata l’unica soluzione al problema.
Ventura, oggi che va tutto bene, non deve cadere nello stesso errore, non deve temere la disapprovazione, non deve allinearsi all’inspiegabile ed illogico teorema che Bianchi debba essere inamovibile.

Tra l’altro, questa è una tesi che mi suona strana, e quando qualcosa di “strano” circonda il Toro, significa che tanto strano poi davvero non sia.

Non trovo infatti casuale che, i commenti degli “esperti” siano costantemente, prodighi di elogi nei confronti del centravanti, sempre oltre la sufficienza in pagella e sempre tra i migliori.

Poiché, chiunque abbia vista almeno una partita di calcio in vita sua, direbbe cose diverse e valuterebbe le sue prestazioni ben al di sotto della decenza, mi fa sorgere qualche dubbio.

Se il Toro da fastidio, se lo si vuole relegato nel ghetto, se lo si desidera quale terza squadra del Piemonte, forse è meglio che non si esprima per quanto potrebbe, forse è meglio che nel meccanismo sia celata qualche imperfezione.

Quindi è meglio suscitare polemiche al solo pensiero di un’esclusione di Bianchi, quindi frutta maggiormente esorcizzarla e renderla impossibile per ragioni di ordine pubblico.

Lerda ha pagato per quest’imposizione mediatica che poi, diventa strumento per manipolare i cervelli non pensanti, Lerda non lo avrebbe fatto giocare ma ha dovuto e, dovendo, ha fatto il gioco del nemico.

Mi auguro che Ventura sia meno condizionabile, mi auguro che riesca a non cadere nel tranello, perché io son certo, che lui abbia capito, come tutti, d’altronde, che Bianchi è attualmente l’anello debole di una catena forte.

Se vuole continuare nel suo progetto di calcio, meglio scegliere la coppia titolare tra Antenucci, Ebagua e Sgrigna, meglio persino il ragazzino Oduamadi ma Bianchi no!
L’unica possibilità se lo vuole mettere in campo è cambiare il suo credo calcistico, attuare un gioco fatto di traversoni dalla linea di fondo, di palloni telecomandati sulla testa della punta, solo così, usufruendo di una ventina di passaggi aerei a partita, la sua presenza potrebbe essere utile alla causa.

Non esiste alternativa, ho sperato fino alla quinta di campionato, ho azzerati i miei pregiudizi ho voluto dargli il tempo necessario per veder un minimo cambiamento ma nulla, il nulla più nulla del nulla, questo, è un modo di giocare che a lui non si adatta, è inutile costringerlo a subire figure meschine che, solo l’ipocrita compiacenza riesce a mascherare.

A chi poi eccepisse che contano i gol che il buon Rolando ha segnati, rispondo  che le sue reti non sono né servite a salvare il Toro dalla retrocessione né a riportarlo in serie A.

Come non è servito al Cittadella aver Piovaccari capocannoniere del campionato, come non è servito Abbruscato al Vicenza o Cacia al Piacenza.

Conta segnare ma ancor più conta entrare nei giusti meccanismi di una squadra, come è indispensabile la fase di non possesso palla, come è indispensabile quella corsa che si fa per aiutare il compagno, cose che il nostro numero nove non sarà mai capace di fare.

Detto di Bianchi, spendo due parole per Parisi, giocatore in età avanzata, terzino ormai in fase calante, troppo calante per vederlo ancora in campo.

Non mi spiego razionalmente la sua scelta, anche averlo preso gratis non giustifica il suo posto di titolare; l’altra sera contro il Brescia, due delle azioni più pericolose per la difesa granata le ha innescate proprio lui.

Lento, impacciato, sempre in ritardo e in affanno, contro dei ragazzini di vent’anni che non riesce neppure più a rincorrere, un pericolo per l’equilibrio di una squadra che proprio nell’equilibrio ha il suo fondamento.

Non è colpa sua, come non è colpa di Bianchi se vengono schierati, la colpa è di chi non pensa a valide alternative, pur avendole a disposizione.
A questo proposito, vorrei proporre la mia innovazione tattica in questo ruolo.

Come terzino sinistro, e non esterno basso, definizione che al solo sentirla rabbrividisco, vedrei bene il mediano Basha.

Ha buona corsa, buona visione tattica e buoni piedi, non gli manca nulla per ben figurare in un ruolo che si è evoluto in maniera più tecnica, senza poi dimenticare che il centrocampo si gioverebbe di un mediano in più, un rinforzo vitale per un reparto che vede due sole pedine.

Basha, Vives e Iori sarebbero una garanzia totale per una squadra votata all’attacco, una squadra che subisce poco e subirebbe ancor meno, una squadra che con questi pochi ritocchi tattici si potrebbe definire, senza dubbio alcuno, di una categoria superiore.

 
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