Creato da: miraggiogranata il 21/08/2006
Il Toro....uno stile di vita.

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Teste di maiale e teste di .....

La protesta anti-Cairo degli ultrà granata alza i toni. Non saranno gli stessi che tra due domeniche si presenteranno a Bergamo (trasferta consentita ai titolari della tessera del tifoso e biglietti disponibili solo ai residenti), sta di fatto che dopo le bombe carta e la scritta «game over», ieri notte davanti alla sede del Torino Fc è stata lasciata una testa di maiale, con la scritta «Vattene porco» tracciata sul marciapiede. Un gesto inquietante che rappresenta il terzo episodio di contestazione becera, in un mese, ai danni del presidente.

La Stampa 1/10/2010

 

Il Toro da sempre deve affrontare un avversario in più in ogni partita, non è mai un duello alla pari, due squadre contro e basta, e vince chi butta dentro un pallone in più.
Che i nemici si chiamino: Palazzo, arbitri, poteri forti, desiderio di dominio cittadino e altro, destino, sfortuna, lo sappiamo ed, in qualche modo, lo accettiamo come male ineluttabile da sempre, ma che il nemico sia oggi arruolato nella nostra tifoseria non possiamo e non dobbiamo proprio accettarlo.
Un avvertimento di chiaro stampo mafioso quello di cui tratta l’articolo del giornale, non può essere archiviato con la dicitura “burla”, chi non da peso a questi fatti, chi non si indigna ma ne ride oggi, si rende responsabile morale di qualche accadimento più grave domani.
Quella contro Cairo è una lotta della quale ho ampiamente parlato ma gli episodi che si susseguono a ritmo incessante mi costringono a riprendere l’argomento in ogni articolo.
Sono pochi i contestatori ma le loro gesta sempre più eclatanti hanno lo scopo di farli apparire come l’intero universo granata, una sparuto manipolo che cerca disperatamente consenso tra le menti più fragili ma che ottiene l’effetto opposto nella totalità dei tifosi perbene.
Contestatori assoldati da chi non si sa, o meglio, io un’idea l’avrei ma la tengo per me, onde evitare problemi con quella giustizia che sarebbe molto più severa con me piuttosto che con coloro i quali si macchiano di gesti che si ispirano al film “Il Padrino”.
Un centinaio di insoddisfatti, non tanto della gestione Cairo, quanto della loro inutile esistenza, fischiati e contestati a loro volta dall’intero stadio, stufo della loro testarda incapacità di pensiero.
E in questo scenario sono arrivati i sudatissimi tre punti che portano il Toro a -3 della mia personale tabella, in una situazione che mi auguravo decisamente migliore ma che per molti motivi non si è rivelata facile da raggiungere.
La squadra continua a fare fatica, gioca male, il che non vuol dire che debba mostrare quel bel gioco fine a se stesso, i colpi di classe o le azioni ariose del Brasile di una volta, ma quegli accorgimenti tattici che rendano la partita difficile all’avversario e non a sé stessi, che non le facciano subire la supremazia degli stessi e che non porti a soffrire fino al fischio finale per la paura di subire una rete.
Il centrocampo è sempre in affanno, in balia di quello avverso, incapace di difendere adeguatamente la difesa e di rifornire in maniera proficua l’attacco che, a sua volta, gioca in un imbuto che favorisce le difese rivali.
Lerda è testardo quanto Colantuono e continua con un modulo improponibile con i giocatori a disposizione, la squadra soffre l’impensabile contro compagini che provengono da campionati minori, la differenza tecnica è annullata dalla volontà e dalla maggior dinamicità alla quale i granata non riescono mai ad opporsi.
Difesa a uomo, centrocampo robusto a fare filtro, e contropiede veloce perché gli interpreti giusti al Toro non difettano, è la ricetta semplice ed efficace per raggiungere la promozione, ma è tutto troppo facile per essere praticato, sono idee antiquate che danno frutti ma che i tecnici moderni si vergognano di mettere in opera.
Così la squadra si esprime male per colpe tecniche e pressioni ambientali, ed è una menzogna  asserire che la contestazione non incida, l’ambiente è sempre importante per trascinare alla vittoria, e se ciò è vero, se non è un’invenzione quella del dodicesimo uomo in campo è altrettanto vero che possa avere un ruolo determinante nella sconfitta.
Le teste di ….. che mettono la testa del maiale davanti all’uscio d Cairo, lavorano contro la società e contro la squadra, quelli da loro compiuti son gesti logici e comprensibili se odiano il Toro e perseguono dietro compenso la sua estinzione, molto meno se messi in opera da chi si professa tifoso granata.
Questi sono i fatti, questa è la reale situazione, non ci sono “ma” che tengano, è l’ora dell’assunzione delle responsabilità, chi tace e acconsente è complice, chi ama davvero il Toro lo dimostri ora, prima che sia troppo tardi.

 
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