Un’emozione…
Ci sono giorni, che piove, piove come fosse autunno, per ricordarsi all’improvviso che è primavera, allora si imbizzarriscono le correnti e cominciano a litigare. Dapprima borbottii, poi un litigio furioso con sonore botte,il cielo si scurisce, nero come la pece, inizia una fitta grandinata , grossi chicchi che luccicano tra i lampi. Il vento si agita come un ballerino impazzito che danza tra gli alberi rivestendosi di foglie ,che spariglia attorno. Dietro i vetri, osservava questo brutto temporale; non aveva il profumo della calura estiva, ma si portava dietro un freddo quasi invernale, un cielo che schiariva lentamente diventando lattiginoso, luce biancastra da fine autunno, prati bianchi di grandine, rami, foglie, fiori sfregiati sparpagliati ovunque. Una grande tristezza la assaliva , si sentiva torturata come la natura, incapace di difendersi. Ricordava quando lui c’era ancora ,il tepore del viso di lui accanto al suo, piaceva ad entrambi guardare la pioggia, lei accovacciata sulle sue ginocchia ad osservare l’acqua, che scorreva lungo i vetri, oppure scendeva sulla veranda aperta, durante l’estate, momenti in cui si sentiva soltanto la musica della pioggia, a volte un crescendo di note forti, che improvvisamente si smorzavano nel vento placato.. allora sgocciolavano le gronde, la pioggia diradava, tornava la luce del pomeriggio a cancellare quella sera autunnale calata all’improvviso. Come quando finisce uno spettacolo, una passeggiata in veranda sgranchiva le loro gambe,in quel tramonto che sembrava un ‘alba, che schiariva dalla notte per immergersi nella sera, negli ultimi raggi di sole che coloravano il cielo e le nuvole con rossi incredibili, nello spegnersi del sole dietro la collina… e pioveva ancora, una pioggia sottile da rimasugli di nuvole violette, uno spettacolo incredibile, che avevano visto poche volte, che avevano ammirato quasi inebetiti . C’era il sole della sera e pioveva, se si fosse potuto assaggiare la pioggia non avrebbe stupito se fosse stata zuccherata. Senza parlare lei incominciava a sorridere e poi scoppiavano in una risata, lo squarcio azzurro che piano piano diradava le gocce, le rallentava . Dietro le colline il cielo giallo, uno scrigno pieno d’oro ai piedi di un arcobaleno che , in pochi secondi disegnava il suo arco, che si perdeva lontano nella pianura ancora scura. Abbracciati avevano vissuto questa emozione, meravigliosa, la pioggia nel tramonto di fuoco, un’ emozione rara irripetuta fino a ieri sera quando, in quello squarcio di azzurro , in quelle ultime gocce colorate lei vedeva ancora i sui occhi, gli stessi che l’avevano incantata la prima volta, in cui l’aveva visto, gli stessi,che parevano sorridere in quell’ultimo addio!!