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Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Giugno 2014

 

Un fottuto Vietnam

Post n°233 pubblicato il 17 Giugno 2014 da je_est_un_autre

Da noi, il corso di teatro lo fanno anche gli agenti della Polizia Municipale. Tipi allegri che ci hanno raccontato una serie di episodi piuttosto divertenti. Il testo seguente, che sarà presentato sempre allo spettacolo che celebrerà i vent'anni della Compagnia, è ispirato ad un episodio realmente accaduto, una coppia che si è ritrovata un serpente in cucina e che non sapendo che fare, ha chiamato i vigili.

Non mi guardare così,serpente. Non potevo fare a meno di trattenerti in cella almeno per una notte: quei due si sono spaventati a morte nel trovarti lì nella loro cucina. Difficile biasimarli: non succede a tutti di aprire la dispensa per cercare gli spaghetti e ritrovarsi davanti un rettile. Naturalmente a quel punto hanno chiamato noi: è questo che fa la gente. Su, ti ho risparmiato le manette, dovresti ringraziarmi.
Bah. E’ davvero un fottuto Vietnam, questo nostro lavoro.
Ti va un caffè? Io lo prendo nero, senza zucchero.
Mi piacciono i tipi di poche parole come te, rettile.
Ehi, che c’è? Ti offende, sentirti chiamare rettile? Ok, serpente, non volevo essere scortese, ok?

Senti un po’, il mio istinto da pubblico ufficiale mi impone di rivolgerti una domanda: che diavolo ci facevi in quella cucina? Avevi fame?

A proposito, di che cosa ti nutri?

Piccoli topolini, immagino,l’ho visto alla televisione. Mh.

Potrei cercarne uno, stordirlo con lo spray al peperoncino e portartelo: ti piace il piccante?

Ok, era solo una battuta,d’accordo?

Sto solo cercando di tirarti su. Vedrai che domattina risolviamo la questione. Se nessuno verrà a reclamarti ti libereremo da qualche parte: non è facile trovare un microclima tropicale vicino a Ozzano Emilia ma abbiamo risolto casi peggiori. Adesso che ci penso, potrebbe essere il caso di uscire molto presto, per evitare di essere seguiti dagli umarell.

Sì, è una buona idea, usciremo all’alba. Mi piace l’odore dell’aria, all’alba.

A proposito, conosci gli umarell, serpente? No?
Mh. Come faccio a spiegarti?…ecco: nella giungla urbana gli umarell sono quella razza lenta e attempata rintracciabile soprattutto laddove si eseguono i lavori: ne trovi sempre qualcuno lì, con le mani dietro la schiena, intento a dar consigli. Pochi però sanno che gli esponenti più estremi della razza degli umarell si sentono un po’ come i nostri agenti a L’Avana: alcuni di questi si muniscono di macchine fotografiche e fanno pervenire nei nostri uffici autentici reportage su quello che a loro parere non è a posto, in giro per la città. Insomma se dovessero venire a sapere che c’è un serpente in circolazione, non avresti più una vita tua. Noi ne sappiamo qualcosa.

Ma non voglio lamentarmi, te l’ho detto che è un fottuto Vietnam questo lavoro.

Senti, chiacchierone, io mi preparo un altro caffè. Sicuro che non ne vuoi? E’ lunga da passare, la nottata qui.

Sai, serpente? capisco che tu sia taciturno, un po’ scontroso. Vedersi aprire davanti agli occhi quello sportello, con quella donna che si mette a urlare, e poi quelle scene di panico, e quindi il marito che si attacca al telefono come se avesse visto il diavolo: non dev’essere una sensazione piacevole. So come ci si sente. Prova a fermare una macchina che viaggia troppo veloce e vedi come reagiscono, quelli.

Abbiamo un destino comune, chiacchierone. Anche per questo mi piace aver fatto amicizia con te.

Ehi, guarda fuori. Sono le prime luci dell’alba. Tra poco ci dovremo salutare.

Niente lacrime, però, ok? Mh. Ecco uno di quei casi in cui sentirò la mancanza di una vigorosa stretta di mano.

Vediamo, come potremmo fare? Potrei caricarti sulla bici elettrica e andare a cercare la foresta che fa al caso tuo. L’aria fresca ci farà bene.

Adesso che ci penso, potremmo anche fermarci a fare colazione, nel tragitto.
Ti va un bombolone?

 

 
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