Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Quell'uomo ha una vita normale

Post n°66 pubblicato il 13 Dicembre 2009 da je_est_un_autre

Mi sono svestito di tutto punto.

Metaforicamente, s’intende.

Non ho messo né il vestito della festa, né nessun altro mascheramento.

Questa sera ci siamo io e la mia, beh, chiamiamola ossessione, ecco.

Vado al frigorifero, apro una birra. Preferisco sempre bere un po’, prima di prepararmi la cena. Lo direste un trucco per non pensare troppo alla mia cucina non esaltante. Mi sto facendo un ricettario, migliorerò. Accendo la radio, come sempre. La televisione resta spenta.

Sono un uomo normale. Ho i miei gusti, le mie predilezioni, se volete. Non pretendo di piacere a nessuno. So che fuori dalle mie finestre ermeticamente chiuse persone di cui non conosco nemmeno il nome mi giudicano un uomo solo e triste, forse un tantino bislacco, con una vita triste, sicuramente bislacca. Non mi interessa.

Anzi no, non è vero: un po’ mi interessa - come un piccolo fastidio che turba appena le mie giornate. Segno di una evidente normalità.

Mi siedo davanti al computer. Prendo un respiro, e mi connetto.

Ho una vita normale io, sapete? Forse l’ho già detto. Era solo perché questo è quello che penso proprio ora, mentre guardo questa foto dove lei è di profilo e sorride. Cioè, ognuno ha le passioni che vuole, no? e quindi per me è normale, passarci una serata, a cercare di interpretare un profilo, una foto, un sorriso. Qui per esempio lei sorride. O forse sta ridendo? Si vede appena il bianco dei denti, forse ride.
Ma quello che mi colpisce è il naso. Quel naso è una forza. Ci ho passato sopra il mio tempo nelle serate di martedì e mercoledì. Al sorriso ci ho pensato giovedì. Oggi è venerdì, mi ero proposto di concentrarmi sulla scollatura, che se fossi uno di quei maniaci bavosi che sapete ci farei su un sacco di pensieri sconci e invece no; sono un uomo galante e rispettoso oltre che assolutamente normale e allora per me quella scollatura al momento è solo un elemento in più per, diciamo, ricostruire le proporzioni complessive, ecco.
Ma ho deciso di rimandare, la scollatura la tengo per il sabato, mi sembra più indicato.
Rimango sul naso, che trovo di una - perdonatemi - sensualità prorompente, ecco. Mi chiedo se qualcuno ha mai trovato sensuale un naso. Forse no, forse sono un iniziatore. Non c’è che dire: è il momento del naso, questo.

La settimana scorsa è stata la settimana degli occhi, la settimana della foto numero due. La chiamo “la numero due” non perché sia meno importante, ma solo perché le sta a fianco, sulla destra.

Sapete, mi manda letteralmente al tappeto, quella foto. Un primo piano del viso, nudo (perdonatemi ancora) e crudo. Cioè, non illudetevi: se aprite quella foto e pensate che quegli occhi stanno guardando voi, beh, vi state sbagliando. E’ me che guardano. Me lo hanno detto loro. Cioè, naturalmente gli occhi non parlano, ma me lo hanno fatto capire con chiarezza. E’ stato attorno a mercoledì scorso. Le ciglia si sono mosse appena, l’ho visto io, potete credermi, e allora ho capito. Il contatore segnava in quel momento venticinque visitatori. Ventiquattro poveri illusi, ho pensato.

Ed ecco qua. Ci sono io, e le foto da guardare. Non trovate che sia tutto assolutamente normale?

E adesso vi chiedo gentilmente di lasciarmi tranquillo: oggi è venerdì, e devo concentrarmi sul naso.

 

 

 
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