Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Guarda, a dir molto siete in:

 
Citazioni nei Blog Amici: 135
 

Ultime visite al Blog

je_est_un_autrecassetta2bubriskaArianna1921OgniGiornoRingraziobisou_fatalelyravEstelle_kwoodenshipDott.Ficcagliamoon_Isurfinia60ormaliberaDizzlySoloDaisy
 

Ultimi commenti

già :)
Inviato da: elyrav
il 24/04/2024 alle 09:17
 
Effettivamente, per come si avvita il mio cervello in certi...
Inviato da: je_est_un_autre
il 24/04/2024 alle 08:57
 
Sì, a palazzo dei Diamanti era presente - tra gli altri -...
Inviato da: je_est_un_autre
il 24/04/2024 alle 08:54
 
L'ho vista anch'io quella mostra e l'ho...
Inviato da: Estelle_k
il 23/04/2024 alle 23:34
 
Siii, avevo già esagerato con il commento logorroico, lo...
Inviato da: bubriska
il 23/04/2024 alle 22:45
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 10/10/2016

 

We're a happy family

Post n°281 pubblicato il 10 Ottobre 2016 da je_est_un_autre

 

(Il primo esercizio, al corso di scrittura creativa, è riscrivere un dialogo dato - una litigata tra marito e moglie - sotto forma di monologo interiore, o insomma in prima persona. Una roba complicatissima, per me. Però mi diverte provarci. Ecco qui)

 

Dopo novanta minuti di corsa su un campo di calcio, l’arbitro Maresca sembra freschissimo.
Chissà come fa. La sua figura, vibrante di maschio temperamento con quel braccio alzato a sventolare il cartellino rosso in faccia a capitan Gastaldello, riempie tutta la prima pagina del Carlino Sport.
No, arbitro Maresca. Non riuscirai a rovinarmi la lettura del giornale domenicale, qui sul divano, di domenica mattina.
Sento un improvviso bisogno di un editoriale solidale e consolatorio, o anche di un corsivetto che te ne dica quattro. O forse ancora di un cognachino, ma in effetti è troppo presto.
Sto per voltare pagina, entra Moglie.
Anche lei vibrante, come Maresca. Ma di solenne incazzatura. Certamente ce l’avrà con mia Madre.
Ascolto. Sì, ce l’ha con Madre.
No, Moglie, te ne prego, non posso reggere l’attacco concentrico di un assalto domestico e di un arbitraggio infame.

Moglie parla, Moglie rivendica, Moglie protesta, Moglie lamenta, Moglie urla.

Moglie forse esagera.
Possibile mai? Davvero Madre ha rovistato nei nostri cassetti? Mi sembra incredibile. O forse no. Penso. In effetti. Forse è, in qualche modo, appena credibile. Sono confuso.
Dice che ha le prove. Ho quasi un involontario moto di ammirazione per la stratega che è Moglie: il filo da cucire appiccicato con lo scotch tra due cassetti a me non sarebbe mai venuto in mente.

Balbetto qualche possibile spiegazione dell’accaduto. Madre è un’ossessiva dell’igiene, avrà pulito i cassetti, i bordini di ogni cassettino. E’ minuziosa con le pulizie, Madre.
No, Moglie, non puoi dirmi che non verrai con me da Madre, oggi.
Non mi sente. Solo urli su urli.
Come faccio a spegnere Moglie?
Con Maresca posso sempre chiudere il giornale, ma come faccio a chiudere Moglie?
Moglie, fermati, ti prego. No, non posso andare da solo con Figlia, che scuse accampo? Moglie alza i decibel. La mia voce è un filo, la prego di non urlare, potrebbe sentire Figlia.

Infatti. Entra Figlia.
Figlia si chiama Erica. Io avrei voluto chiamarla Erika, col kappa. Dopo una serie di discussioni Moglie ebbe la meglio e così ecco qui Erica. Devo ammettere che le si addice. Ha lo stesso eloquio e la stessa gamma espressiva di un sempreverde.
Figlia chiede con un cenno cosa succede. Moglie ridiventa tutta miele e le preannuncia il viaggio da sola con papà. Figlia mi guarda senza espressione, risponde con un cenno molto simile al primo ed esce.
Moglie fa svanire lentamente il suo sorriso e dedica un’ultima parola alla mirabile dolcezza di Figlia.
Poi si congeda con un mugugno ed esce.
La polvere torna a posarsi attorno a me, l’aria diventa più trasparente.
Guardo il giornale, sempre la prima pagina. L’immagine si confonde. Forse la nebbia deve ancora diradarsi.
Che succede?
Non c’è più Maresca.
Ci sono io in prima pagina, perfettamente fonato, impettito e volitivo, che mostro al mondo un inequivocabile, orgoglioso e scintillante cartellino rosso.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963