Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Agosto 2021

 

E finalmente

Post n°476 pubblicato il 25 Agosto 2021 da je_est_un_autre

E finalmente si parte, la Sardegna mi aspetta. Tra il mercato da gennaio a giugno e le ultime belle e tormentate vicissitudini teatrali, mi sento un po' provato: la vacanza mi farà bene.

Cose da tenere a mente:
- anche se nel traghetto ci hai già passato otto ore (se otto ore vi sembran poche) non è che se intravvedi la costa (neanche fossi la vedetta di Colombo) ti devi buttare subito nelle scale che conducono al piano dove sono le automobili: si forma sempre un tappo e nella calura sudaticcia (e pericolosuccia visti i tempi) potresti doverci stare anche un'ora e mezza. Resta su e aspetta sui divani. Olbia non scappa da nessuna parte. Stessa cosa per il ritorno.
- ammettilo che sono mesi che hai in mente di vedere le chiese del Logudoro. Ricordati che non sei da solo e quest'ossessione per le chiese è una roba solo tua. Non insistere. Gioca d'astuzia. Tappa a Castelsardo, visita alla bella cittadina e poi, quasi senza farti accorgere, devia a destra. "Ehi, cos'è quella? Una chiesa? Toh!". Fidati. Santa Trinità di Saccargia non è così lontana.
- non dimenticare il porceddu, che ogni anno te lo appunti e poi non lo hai mai assaggiato nemmeno una volta.

E sempre sia omaggiata, e magari protetta, quella terra stupenda e torturata.
A voi tutti che passate di qua, un caro saluto. A presto.

 
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Frustrazione

Post n°475 pubblicato il 23 Agosto 2021 da je_est_un_autre
Foto di je_est_un_autre

Ma possibile? Due mesi che invoco la pioggia e quand'è che si mette a piovere? Naturalmente quando avremmo dovuto andare in scena con "La morte bussa", che svolgendosi in mezzo al bosco e durante un percorso di trekking (cosa non ci si inventa per portare il teatro alla gente) viste le avverse condizioni meteo è stato annullato. Mannaggia, mi piaceva tanto questo personaggio, una Morte assai goffa, sfigata ma anche ironica; eh, che volete farci, è la santa penna di Woody Allen, dopotutto.
Vabbè, adesso ce l'abbiamo lì e non sappiamo che farcene, di questo pezzo già pronto e che avevamo provato con cura (e con un mucchio di risate). Se ve ne viene voglia, veniamo a farvelo a casa. Magari al coperto. Perchè si sa, potrebbe piovere.

 
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Dogs

Post n°474 pubblicato il 15 Agosto 2021 da je_est_un_autre

Un tempo, quando entravo in un'edicola e l'avventore prima di me comprava un quotidiano come, non so, Libero, o il Giornale, io che ero entrato per comprare Repubblica mi sentivo di dover compensare la quota di abbrutimento del mondo acquistando L'Unità, o il Manifesto. Diciamo anche che era una piccola vendetta, via.
Ora, il mondo è cambiato. I giornali li comprano solo vecchi nostalgici. Tutti piegati sugli smartfòn. Me compreso.
E infatti anche stamattina davanti a una torrida Chinatown, un avventore non esattamente introverso se ne stava lì a pigiare sui suoi tastini (ogni tanto rispondendo al cellulare urlando "Nun te preoccupà, sta rinfreshcàndo!", sì certo, come no) e facendo partire canzoni terrificanti di Vasco Rossi a volume insostenibile (per me).
Vasco Rossi. A me. Nelle mie orecchie.
Mi son sentito di rispondere, in qualche modo.
Ma lì, a Chinatown, come poter mettere in atto una vendetta adeguata? Mica potevo andare a comprare il Manifesto (figuriamoci l'Unità).
Ebbene, ho fatto partire "Dogs" dei Christian Death (brano mirabile, credetemi). Quelle note gelide, quella voce roca. Il buon vecchio Rozz Williams.
Mi ha guardato un po' così, l'ammiratore di Vasco Rossi.
Però, oh, sarà stata un'impressione, ma per me, ad ascoltare "Dogs", mi è sembrato rinfreshcàsse.

 
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Succede di rado

Post n°473 pubblicato il 08 Agosto 2021 da je_est_un_autre

Succede di rado che una persona di cui stai parlando mentre stai in scena sia anche presente in platea, in carne e ossa. Mi è successo venerdì sera.
A dire il vero lo sapevo, che era presente, e se possibile il pensiero aggiungeva ansia ad una serata che si annunciava bella ma certamente non semplice, per svariate ragioni.
La persona in questione è stata l'ultima compagna di Horst Fantazzini, il protagonista del mio racconto, noto ai suoi tempi come "il rapinatore gentiluomo", figura sfaccettata, controversa, affascinante. Lei si chiama Patrizia, e quando, durante lo spettacolo, sono arrivato a parlare di lei, ho cercato di farlo con la massima cautela, con rispetto e, chissà se ci sono riuscito, con delicatezza.
Alla fine dello spettacolo, che si svolgeva in uno scenario incredibile (il cimitero monumentale della Certosa di Bologna) l'ho vista arrivare nel mio improvvisato "camerino", posto alla fine di un piccolo tunnel dove ci sono le lapidi di giovani morti nella Grande Guerra, tra le luci tenui, nel riverbero sfuocato della sera; è venuta da me, io non l'avevo mai vista, si è dovuta presentare. "Ciao, sono Patrizia". Ho avuto i brividi. Lei sorrideva, era contenta, molto, molto più di quanto avrei osato sperare; ha detto "Grazie, è stata una delle serate più belle della mia vita, ho rivisto lui". Ha cominciato a parlare di Horst, e si vede che ne aveva voglia di farlo, non smetteva più, e io gongolavo, più di quanto riesca a dire.
Sapete, un fardello che ti si toglie dalle spalle per far spazio a un felice, dolce sollievo? Questo mi è capitato.
"Grazie, è stata una delle serate più belle mia vita". Ha detto così.
Lei non lo sa, ero quasi senza parole, ma mi ha fatto il regalo più bello del mondo.
Il teatro che rinasce è anche una storia come questa, che non si cancellerà più dalla mia memoria.

 
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Uno non va in scena per dieci mesi e poi

Post n°472 pubblicato il 01 Agosto 2021 da je_est_un_autre

L'agghiacciante stupidità umana, della quale abbiamo sempre maggiori e notevoli riscontri, si è palesata tantissimo in questi giorni, ma quando ti tocca di persona riesce ancora a stupirti.
Di che parli? direte voi.
Ebbene: andare in scena dopo dieci mesi proprio nel giorno in cui diverrà obbligatorio l'utilizzo del green pass (e avendolo sottolineato nei canali social per dare modo ai potenziali spettatori di tenerlo presente) ha acceso molto gli animi ai devoti dell'insulto, ai nostalgici di un ribellismo comodo, meglio se da attuare in coro che è meno rischioso, senza tanto far caso alle ragioni, alle cause e agli effetti. Tra l'altro, in questo nostro mettere in scena (o meglio, nel raccontare) la vita di un uomo che si professava anarchico e nello stesso tempo richiedere come da disposizioni governative (non nostre) l'utilizzo del green pass, tutte queste belle anime rivoluzionarie trovano una contraddizione da ridicolizzare, disapprovare, offendere. Eppure in teoria non sarebbe così complicato da capire: siamo gente che fa teatro, siamo cantastorie: non è che se raccontiamo la storia di un anarchico vuol dire che siamo anarchici anche noi; per fare un esempio l'altro giorno abbiamo fatto uno spettacolo-degustazione e guarda un po', non siamo alcolisti. Urca, che contraddizione!
Perdonate. Avevo bisogno di uno sfogo.

 
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