5V1 Il Latino Medievale

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La data del 476 d.C. che segna il crollo dell’Impero romano d’Occidente non segna, ovviamente, anche la fine della lingua di Roma, che era stata nei secoli precedenti strumento potente di penetrazione politica e culturale, ma è fuori di dubbio che il crollo dell’Impero accentuò un processo già in atto di disgregazione linguistica ad opera sia dei vari dialetti che delle lingue barbariche sulla primitiva unità del latino. La fine di tale processo segnerà la fine del latino come lingua parlata e la nascita delle lingue romanze, ma intanto il latino sopravvive, anche se il divario che era sempre esistito fra lingua letteraria e lingua d’uso si accentua sempre più: «da una parte la lingua parlata segue il suo cammino, alterandosi con un ritmo ora più ora meno veloce; dall’altra la lingua letteraria e tecnica si racchiude in un riserbo sempre più ombroso e astorico, solo perché la diffusione e la mobilità di una lingua dell’uso uniforme è venuta meno››.

Il latino, quindi, sfaldandosi sempre più come lingua dell’uso, resiste come lingua letteraria e della scienza, come lingua della Chiesa, come lingua «ufficiale›› di capitolari e atti notarili, acquistando in varietà e vitalità ciò che perde in regolarità e nitidezza.

Anzi la lingua letteraria si rivela talvolta fredda e artificiosa proprio quando vuol rifarsi ai modelli del passato, mentre è fresca e vivace nella poesia goliardica e popolare. Il latino della Chiesa acquista poi una sua forza di penetrazione quando, uscendo dal chiuso dei chiostri, raggiunge come lingua della predicazione e della fede regioni dove non era mai giunto come lingua dello Stato e delle armi, se arrivato, aveva dovuto retrocedere.

La lingua scritta non può sottrarsi, però, agli influssi della lingua parlata, con l’acquisizione non solo di elementi lessicali, ma anche di errori di ortografia e di grammatica: un tentativo di restaurazione linguistica si ebbe sotto Carlomagno ad opera di Alcuino, autore di un trattato De orthografia e meritevole di aver purgato una copia della Bibbia di tutti gli errori accumulatisi di copista in copista.

L’0pera di revisione, che caratterizzò la cosiddetta « rinascita carolingia ››, fu estesa poi agli scritti patristici e agli autori classici ancora accessibili, con risultati che rimasero acquisiti in campo ortografico e grammaticale.

Nelle prime scuole medievali, che furono scuole vescovili annesse a una cattedrale o a un monastero e destinate al clero, si insegnò il latino come materia propedeutica alla letteratura religiosa, cioè la Bibbia e gli scritti patristici.

L’insegnamento era imperniato sulla «grammatica››, che comprendeva lingua e letteratura: i testi erano scarsi e spesso infarciti di errori dei copisti, per cui fu molto in voga il metodo orale e l’espediente, da parte del maestro, di dettare il testo in esame.  L’insegnante spiegava il testo e lo commentava.

Ammendola


1

Venanzio Fortunato

Omaggio di viole a Redegonda

2

Dai Carmina Parisina

Compianto per la morte di Carlo Magno

3

Rythmi Bacchici

Canto di gioia

4

Dai Carmina Cantabrigiensia

L’usignolo

5

Dai Carmina Burana

Quando la sera spunta…

6

Dai Carmina Potatoria

beve questa, beve quella…


Tavole Musicali

1 saluto al maestro

2 canto dei pellegrini

3 de cavenda muliere

4 alterco tra il cuore e l’occhio


5V1 Il Latino Medievaleultima modifica: 2024-06-14T10:45:16+02:00da masaniello455