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I Dialoghi Impossibili: Io, Arturo & la Veterinaria (XVII)

Post n°238 pubblicato il 21 Settembre 2014 da je_est_un_autre

 

(Nella sala d’aspetto della Veterinaria)

ARTURO: …ma era proprio necessario?

IO: Hai dei denti orribili. Macchiati. Quando voglio guardarti in bocca non fai altro che protestare e così non ho nemmeno capito se ce li hai tutti, i denti. Hai mandato giù un’intera ciotolina di bocconcini senza nemmeno masticare e naturalmente l’hai vomitata tutta. Devo continuare?

ARTURO: Certo che quando ti ci metti sai proprio essere delicato.

LA VETERINARIA (affacciandosi dalla porta dell'ambulatorio): A chi tocca?

ARTURO: Siamo gli unici, secondo lei a chi tocca?

IO: Taci. Eccoci qui, dottoressa.

LA VETERINARIA: Oh, bene. Ecco qui Arturo. Proprio un bel micione. E che cos’ha?

ARTURO: L’altra volta diceva che ero “rimasto piccolino”. Come minimo è un po’ confusa.

IO: Potrebbe guardargli i denti? Mi sembrano molto brutti. E poi vomita.

LA VETERINARIA: Uhm. Vediamo…no. Non sono così terribili. Certo, un po’ di tartaro c’è. Se vuole un giorno glieli puliamo col laser. Ma bisogna addormentarlo, è una cosa laboriosa e al momento non urgentissima.

ARTURO: Ecco, brava. Osservazione giusta.

LA VETERINARIA: Cos’ha fatto qui sul naso? Sembra un’ammaccatura. Può avere litigato con qualche altro gatto?

IO: Spesso ha delle baruffette coi gatti dei vicini. A volte ha delle crosticine sul muso.

ARTURO: Le chiama baruffette. Glieli raccomando, quei due.

LA VETERINARIA: Potrebbe anche trattarsi di un fungo. Se me lo porta in quest’altra stanza buia, guardiamo con la lampada speciale. Eccoci: buono, Arturo. Non ti va un po’ di lampada abbronzante?

ARTURO: Ah, non vedevo l’ora.

LA VETERINARIA: …no, non è un fungo. Fosse un fungo la macchia diventerebbe verde fosforescente.

ARTURO: Sono raccapricciato.

LA VETERINARIA: Approfittiamone e guardiamo anche sotto. Può sollevare Arturo per le ascelle?

IO: Le ascelle? Ma pensa. Le ascelle. E’ curioso pensare che i gatti abbiano le ascelle, no?

ARTURO: Le vuole avere solo lui, le ascelle.

LA VETERINARIA: Bene, torniamo di là. …Guardi, secondo me non c’è niente di preoccupante. E’ un gatto sano. …Ah! Ecco qui, ho visto una pulce! Glielo fa il trattamento?

IO: Sempre!

ARTURO: La capacità di mentire di quest’uomo è stupefacente.

LA VETERINARIA: Spray o gocce?

IO: Spray. Poi lo strofino come mi ha insegnato lei.

ARTURO: Come no.

LA VETERINARIA: Allora cambiamo. Gli prescrivo le gocce. Ne deve mettere qualcuna qui tra le scapole. Stia attento, se per caso qualcuna gli finisce in bocca, può scendergli un po’ di bava.

IO: E pazienza, puliremo anche quella.

ARTURO: Sentilo, l’eroe.

IO: Bene, allora grazie di tutto, dottoressa.

LA VETERINARIA: Arrivederci. Ciao, Arturino. E se vogliamo un sorriso smagliante tenete in considerazione il laser.

IO: D’accordo, ci penseremo.

ARTURO: Sì, certo, come no. Son già qui che ci penso.

IO: Taci! Arrivederci…

 

 
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