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Date la colpa alla mia insonnia

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Liturgia del nulla

Post n°81 pubblicato il 24 Marzo 2010 da je_est_un_autre

Questa mattina presto tutti gli uccelli del pianeta si sono dati convegno sopra casa mia. Perchè proprio appena fuori dalla mia finestra non saprei, ma una cosa è certa: deve essersi trattato di un'assemblea molto concitata, sembrava che i pennuti facessero gara a chi strillava più forte. Immagino fosse perchè ognuno di loro pretendeva di avere ragione.
Fischi, trilli e cinguettii mi hanno soavemente accompagnato per due ore buone, dal buio più totale fino alle prime ore azzurrine.
Ad un certo punto uno di loro, doveva trattarsi di un pezzo grosso, ha cominciato a bussare alla mia finestra come per chiedere di entrare, becchettando e zampettando qua e là sul vetro. Io ho fatto come quegli animali che si fingono morti per ingannare il predatore: lui se l'è bevuta e ha desistito.

Ormai sveglio da un pezzo, mi sono alzato e una volta in bagno mi sono guardato allo specchio. Quella però che guardava me non era una faccia, somigliava di più a un pugno chiuso; era difficile distinguere gli occhi, là nel mezzo.
Una volta in soggiorno, l'odore di cucina che durante il giorno avrei dovuto eliminare non mi diceva nulla, come se lo annusasse qualcun altro. Lo stesso i piatti da lavare, morti nel secchiaio. Perfino la disposizione della mobilia, le carte sul tavolo, i soprammobili. Tutti gli oggetti muti e idioti attorno a me. Improvvisamente stranieri.
Mi sono fermato un momento (perchè è così che mi succede: si tratta solo di un attimo, poi torno nei ranghi) a guardare, come se avessi sfondato lo specchio deformante che m'impedisce la visione sconvolgente della messinscena quotidiana.
Il lamento di un gatto in amore mi ha riportato all'oggi.

 


P.S: forse non è un caso che nel post odierno lo specchio torni due volte.
L'ultima puttanata di B. (pure non nuova) è talmente avvilente che non riesco a non pensarci. La mia faccia la mattina è quella, ma per nessuna ragione mi rovina la giornata. Tutta la mia solidarietà alla Bresso, ma anche alla Bindi e a tutte quelle donne e a quegli uomini che si sentono offesi e umiliati dalle parole di quest'ominicchio rozzo, sessista, volgare, orribile.

 
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