Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
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Monologhino per un'attrice

Post n°314 pubblicato il 16 Gennaio 2018 da je_est_un_autre

Mi complico sempre la vita, quando decido i temi dei saggi degli allievi. Siccome è impossibile scegliere una commedia e fare solo quella (al di là della bravura degli attori, c'è sempre il problema che quasi sempre  pochi personaggi dicono molte battute, e invece c'è bisogno di equilibrio) ecco, ho sempre la tentazione di rimpinguare il testo inserendo dentro anche gli Autori, e spesso lo faccio. Nella mia carriera, ho inserito nei miei saggi Cechov e la sua compagna, un'altra volta ho messo Harold Pinter che giocava a cricket in paradiso e via dicendo. Stavolta ho esagerato. In un saggio dedicato al teatro di Neil Simon ho voluto mettere Neil Simon in persona, la sua prima moglie e pure suo fratello. Ma mi manca un pezzo,  un piccolo monologo insieme dolce e risentito della moglie, e siccome non riesco a farmi venire in mente niente, provo a scriverlo qui.
Scritto pensando a Joan Baim, moglie di Neil Simon.
(Lei sta parlando di "Appartamento al Plaza", meravigliosa commedia diventata anche un film con un mirabile Walter Matthau).

Mi sono sempre chiesta se scrivendo quella commedia, coi tradimenti e tutto il resto,  mio marito volesse dirmi qualcosa. Lui ha sempre detto di no, dice che era 'un passaggio necessario nel raggiungimento della maturità'. Stronzate.
Ma che stesse attraversando un momento particolare della propria vita è cosa certa. Era il 1968. Vi dice niente questo numero? Stava accadendo tutto così in fretta: il movimento e tutto quello che si portava dietro: la rivoluzione sessuale soprattutto, la libertà, quell'atmosfera eccitante. Un vento di novità che doveva avergli scompigliato un po' i capelli. Doveva aver pensato: qui fuori succede un casino e io non combino nulla?
Ricordo una sera, mi invitò al ristorante.
Usciamo? Certo, risposi.
Gli tremavano le mani. Era chiaro che doveva dirmi qualcosa. Aspettò fino all'arrivo della bistecca.
"Ti devo dire qualcosa". "L'avevo immaginato".
Mi dice: dovremmo separarci, per un po'. Credo che questo sia giusto, dice, dobbiamo darci questa possibilità. Sarò io ad andarmene, non voglio metterti in difficoltà, prendo le mie cose e me ne vado, dice Neil.
Io dico, va bene.
Non se l'aspettava. "Va bene" non se lo aspettava. Intanto mi dò da fare con la mia bistecca, mentre la sua resta inviolata. Mi guarda e basta. Di colpo, si stava facendo più piccolo. Avevo l'impressione che stesse scivolando giù lentissimamente dalla sedia.
Poi fa un respiro, prende in mano la forchetta, ci si gingilla un po', poi: comunque non c'è fretta, si può fare con calma.
No, dico io, una volta che una decisione è presa, meglio agire subito. Facciamo domattina? chiedo.
Domattina? Dice Neil. Mi guarda, e io calma, ricambio lo sguardo, sorrido masticando la mia bistecca. Lui deglutisce (deglutisce il nulla, perchè continuava a non  mangiare) poi fa: no.
No cosa, chiedo io.
No, sai cosa, Joan? Mi sono sbagliato. Quello che ho detto prima, dice Neil, è una enorme stronzata. Non pensiamoci più, d'accordo?
Non ne abbiamo mai più parlato, di quella serata. La mia calma olimpica lo aveva devastato.
L'unica cosa che lui non  sa, è che in  quei momenti io avevo l'uragano dentro. Semplicemente, lo tenevo nascosto.
Io amo Neil, ma un po' se l'è meritato, alla fine della serata, di mangiare una bistecca fredda.

 
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Commenti al Post:
MisteroNautilus
MisteroNautilus il 16/01/18 alle 10:20 via WEB
:mi piace pensare che dentro ci sia Edoardo De Filippo con la "Commedia dell'Arte", l'impossibilità improvvisa di riconoscere l'attore e l'uomo: la spaccatura che un certo contesto tentato, origini l'inaspettato, mi attrae molto! Un esempio di "perfetti sconosciuti" che si dichiarano poi conosciuti dopo l'emersione della conflittualità
e buona navigazione
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emma01
emma01 il 16/01/18 alle 17:17 via WEB
dialogo davvero delizioso, sei bravissimo. una notuncola a parer mio: liquidi troppo velocemente la riflessione di joan sullo -uragano dentro- , la tratti come un uomo tratterebbe la faccenda, ovvero sinteticamente, non in modo analitico e femminile. la tua joan riesce inoltre, a mangiare una bistecca... non la ciancica con coltello e forchetta, gnam dei bei tocchetti .. grande attrice... jea, complimenti! ps: darei oro per il dialogo interiore di neil... al momento del: “va bene”. 01
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 17/01/18 alle 10:34 via WEB
Hai ragione, forse quel passaggio lì è un po' "tirato via", si sente la fretta di chiudere (e del resto rimango pur sempre un uomo che tratta la faccenda), forse ci aggiungerò qualcosina. Però devi anche considerare che questi sono allievi, non posso sovraccaricarli di troppo materiale, che spesso mi sento dire "Ma Lorenzo, come faccio a imparare tutta questa roba a memoria?!"; che poi ho a che fare con questo genere di problemi qui. Ciao, emma!
(Rispondi)
 
neimieipassi
neimieipassi il 17/01/18 alle 23:25 via WEB
A volte una bistecca fredda fa miracoli
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 18/01/18 alle 11:07 via WEB
Chi l'avrebbe mai detto.
(Rispondi)
 
mpt2003
mpt2003 il 18/01/18 alle 19:12 via WEB
ma che bello quello che scrivi! dovresti esserne molto soddisfatto..proprio bello! ciao
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 19/01/18 alle 09:22 via WEB
Ma grazie, MP! Ciao!
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lisalibera
lisalibera il 20/01/18 alle 18:19 via WEB
Bravo! :)
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je_est_un_autre
je_est_un_autre il 20/01/18 alle 19:44 via WEB
Merci!
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 14/02/18 alle 15:33 via WEB
Per me è perfetto così. Cambierei solo "inviolata" con "intatta". Inviolata richiama un campo semantico di verginità e purezza che non va del tutto d'accordo con la bistecca. Mi pare... ma sono mie deformazioni professionali. Per il resto, lascia tutto com'è!
(Rispondi)
 
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