Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Dicembre 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Guarda, a dir molto siete in:

 
Citazioni nei Blog Amici: 135
 

Ultime visite al Blog

woodenshipsurfinia60je_est_un_autreelyravlalistadeidesideri79ImperfettaDonnaArianna1921cassetta2SoloDaisyamorino11bubriskaDizzlylisa.dagli_occhi_blubisou_fatal
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 20/12/2015

 

Pillole per non far morire il blog (o per dargli il colpo di grazia, forse)/3

Post n°261 pubblicato il 20 Dicembre 2015 da je_est_un_autre

Appunto: le cose per cui vale la pena vivere.
Beh, è una parola. Ce l'avevo, una cosa per cui valeva la pena vivere, solo qualche mattina fa, o forse era ieri? ed era così chiara, nella mia mente.
Era strana, perchè non si trattava propriamente di "una cosa", ma piuttosto di un ricordo. Un ricordo di bambino, una passeggiata, forse in montagna, in un giorno di sole - ma il ricordo pur così nebuloso aveva come un sapore struggente di perfetta e irraggiungibile e irripetuta perfezione e felicità. Mi sono svegliato e ho pensato: devo scriverlo subito, ecco la cosa per cui valeva la pena vivere, poi non l'ho fatto e il ricordo s'è dissolto, così come fanno i sogni.
Come il sogno di stanotte, che racconto prima che se ne vada del tutto. Era un sogno di teatro di quelli che faccio sempre io, incentrati su intoppi e impedimenti e vuoti di memoria. Ero in un teatro che assomigliava ad una prua di una nave addobbata come un albero di Natale, pieno di gente chiassosa. Nel sogno salivo sul palcoscenico e dicevo una cosa come: se non la piantate di fare casino non facciamo lo spettacolo. Metà del pubblico applaudiva convinto, l'altra metà protestava e rumoreggiava ancora di più. Così decidevo di entrare in sciopero e andavo ad avvertire i miei colleghi attori. Loro però si erano messi avanti coi lavori, perchè li trovavo tutti beatamente addormentati, nei camerini arredati come stanze da letto. E più o meno lì finiva il sogno, con una camminata perplessa e silenziosa nei corridoi del teatro, una camminata pensosa in una penombra malsicura.

Ecco, ho divagato.

Per rimediare la prossima volta forse metto i dischi per cui vale la pena vivere.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963