Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Esorcizzare

Post n°504 pubblicato il 16 Aprile 2022 da je_est_un_autre

A me sembrava una buona idea, forse non troppo originale ma insomma, un'idea discreta: organizzare uno dei miei saggi raccontando gli ultimi due anni, le chiusure e le ripartenze, dal punto di vista di chi segue i corsi di teatro, con le difficoltà che si possono immaginare.
Poi, lo sapete, è arrivato il 24 febbraio e lo spettacolo è invecchiato mille anni da un giorno all'altro. Ma noi insistiamo, un po' perchè ha un suo senso "storico" e quindi la sua forza e il suo significato non sono perduti, e forse un po' perchè ci siamo affezionati a quel testo, a quei personaggi, e a certe scene grottesche, surreali, divertenti assai (beh, almeno a noi fanno ridere: poi vedremo).
Però la cosa strana, che colpisce, è stato rendersi conto di quante volte usiamo la parola "guerra" come metafora di qualcos'altro. Mica ci avevo fatto caso, prima. Scritto, appunto, prima di quel giorno infausto, il testo è infarcito di allusioni (allora ingenue, nel senso che è d'altro che si parla) alla guerra, alle bombe, ai missili; e ogni volta che arrivano a pronunciare quelle parole, gli allievi si girano verso di me e fanno una faccia come a dire "ma devo proprio dirla, 'sta cosa?". Io - superando qualche incertezza di fondo - rispondo che sì, la devono dire, suggerisco anzi di sottolinearla, in qualche modo: un'espressione, una pausa, un movimento della testa.
Far capire che ce l'abbiamo in mente, la cosa. Eccome.
Le due ore di pausa dal mondo che sono le due ore di un corso di teatro, non sono mai, completamente, una vacanza. Meno che mai, ora.
Eppure, imparruccati, vestiti da hawaiiane, gorgheggianti, cerchiamo di esorcizzarla, quella cosa.
"FE-LI-CI-Tààà!"

 

 
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